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La borsa vola

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    A PROPOSITO DI TELEMACO

    (3 Luglio 2014)

    apropositoditelemaco

    Il rito si è concluso! Tra inni e discorsi ieri, 02 luglio 2014, è iniziato il tanto atteso semestre europeo a guida italiana. Ora aspettiamo il difficile concretizzarsi di quelle promesse, anche elettorali, propagandate come la panacee ai mali che affliggono la strutturalmente traballante dell’economia capitalistica continentale ed italiana in particolare; poi quali siano le cure non ci è dato saperlo.

    Le cronache di ieri riportano, con gran rumore di grancassa, quanto fatto e quanto detto dal nostro esimio Presidente del Consiglio. Altri, dispensatori d’incenso, hanno sentito la necessità di elaborare “orpellosi” commenti per mettere nel giusto e doveroso risalto il geniale richiamo ai classici, dell’illuminato Presidente, quando paragonando la propria generazione a ben altra, con ardire intellettuale ha affermato che la stessa “… ha il dovere di riscoprirsi Telemaco. Ha il dovere di meritare l’eredità.”
    Forse al signor Renzi è sfuggito un piccolo particolare (o forse dal suo staff nessuno glielo ha fatto notare), un piccolo particolare di rilevante importanza. Telemaco insieme al suo genitore è stato il vendicatore dell’oltraggio subito dalla sua famiglia, è stato il terribile esattore, colui che ha voluto riscuotere fino in fondo il “pagherò” dei Proci.
    E’ stato il devoto figlio che, pur sapendo di rischiare la vita, ebbe il coraggio di mettersi in viaggio alla ricerca del proprio padre e del proprio passato contattando i vecchi compagni di viaggio di Ulisse, traendo da essi oltre che informazioni anche il coraggio e la determinazione necessaria per uscire dal baratro in cui stava cadendo.
    E’ stato il figlio che ha saputo, con maestria, nascondere la presenza del genitore, arrivato in patria protetto dalla magia della Dea, limitandosi, reprimendo la rabbia, a minacciare con determinazione Ctesippo colpevole di villania nei confronti del mendicante Ulisse.
    E’ stato il figlio che, senza esitazione, ha accettato la strategia proposta dal vecchio guerriero, con la quale l’onta è stata lavata.

    Forse il nostro Presidente del consiglio ha agito con pari determinazione e dignità? Non mi sembra.
    Agli arroganti avvertimenti del signor Manfred Weber, Presidente dei parlamentari del PPE, che nel corso della replica al discorso d’apertura dei lavori ha in maniera capziosa affermato che “… i debiti non creano futuro, lo distruggono … (aggiungendo) …dobbiamo continuare sulla linea del rigore” Telemaco avrebbe risposto con altrettanta durezza sottolineando che debiti creati per ingrassare i “Proci” sarebbero stati pagati col loro sangue, quindi impugnando la lancia lo avrebbe trafitto, recitando come “de profundis” l’ode al rifiuto dei trattati affossatori di popoli e di civiltà. Questo avrebbe fatto un Telemaco.

    No compagni mi duole, il nostro Renzi non è un Telemaco né un Eumeo né un Filezio e solo un piccolo Narciso, un essere innamorato della sua stessa immagine, è colui che fermo allo stagno ad ammirarsi, annega miseramente nel tentativo di “raggiungersi”.

    Ben altro occorre all’Italia, a questo povero paese occorre quanto d’antico è stato forgiato dai nostri padri, occorre lo spietato arco d’Ulisse dispensatore di giustizia, occorre la determinazione degli antichi guerrieri trapiantata nel corpo e nello spirito delle giovani generazioni, occorre la visione strategica necessaria per comprendere che questi Narcisi, preoccupati soltanto del proprio “io”, questi ignavi capaci solo di seguire l’ “… ‘nsegna che girando correa tanto ratta…”, presto saranno superati dai loro stessi avvenimenti, divorati da quel mostro al quale porgono, servilmente, le ricche ed appetitose vivande prodotte dalle classi dominate, e, miseramente, spariranno senza lasciare alcuna traccia importante nella storia.
    Sta a noi essere il motore propulsivo che ha il compito di sovvertire il modello di sviluppo attuale responsabile delle atrocità del secolo scorso e di quelle che all’alba del presente spuntano all’orizzonte, motore indispensabile a che il tutto possa essere compiuto il più brevemente possibile senza aspettare i tempi lunghi dei corsi e ricorsi di “Vichiana” memoria.

    Vincenzo Facciolo

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