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Gazazoo

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(22 Giugno 2010) Enzo Apicella
Israele dichiara di voler "alleggerire" il blocco. Rimane comunque vietato dare ai Palestinesi di Gaza metalli, fertilizzanti, cemento...

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(Palestina occupata)

UNO SFOGO, MA NON TROPPO.

(11 Luglio 2014)

Ho davanti agli occhi la foto di un bimbo con le gambe passate nel tritacarne delle bombe israeliane. Non mi sento di postarla e quindi vado oltre, non senza aver lasciato gran parte del cuore lì, sul povero corpicino.
Per “farmene una ragione” lascio vagare il cervello e no, non riesco a scacciare l’odio profondo, incontenibile, che fa fibrillare ogni singola parte del mio essere. Allora penso al popolo innocente, non solo a quello palestinese, è ovvio, penso invece a noi, italiani disponibili alla lacrimuccia di circostanza, valida sino all’angolo provvidenziale. Gente rotta a tutte le commozioni, che non esita a definire innovatore e progressista il primo mascalzone potente che grida contro la guerra “dimenticando” di puntare il dito contro i responsabili.
Come si dice il Liguria, il mugugno è libero, ma, posso dire? Fa un po’ schifo se non trova riscontro nei fatti. Penso a cose minute, talmente insignificanti che non varrebbe la pena di parlarne, ad esempio, a quelli che, ponendo le mani su un prodotto israeliano in un supermercato, dimentichi del pezzo di bomba fornito con l’acquisto, lo mettono nel carrello. Penso a quelli che pendono dalle Labbra dei “simpatici” Renzi e Napolitano, senza chiedere loro conto dell’alleanza complice col boia d’Israele e a quelli che, se interpellati, rispondono va beh, ma non si può far niente.
Penso a quelli che hanno alzato, giustamente, la loro voce contro il razzismo antisemita e poi tacciono sul genocidio del popolo palestinese. Rilevo a questo proposito, una miscela nauseante di sensi di colpa, opportunismi, cautele, che sconfinano spesso con la complicità. E’ comprensibile quella che viene dai rappresentanti politici del capitalismo e della chiesa, sono gli eredi di ciò che ha reso possibile l’olocausto, ma non lo è quando questa miscela è presente in settori consistenti delle masse lavoratrici e popolari.
Lo so, la maggior parte di noi ha le sue gatte da pelare, guai però, a permetter loro di chiudere la porta della solidarietà attiva, perché è l’unica che lascia aperta una prospettiva di riscatto realistica per tutti.
La guerra trova sempre la sua origine nella volontà di dominio dell’imperialismo e fa parte integrante della sua natura, quindi chi dichiara di essere contro la guerra senza denunciarne la causa, o partendo da presupposti di “equidistanza”, non pianga i caduti, neanche se sono bambini, perché la colpa di ciò che accade è anche sua.
p.s.
Conosco bene le cause profonde di quanto denuncio, ma non mi sento di dare alibi a nessuno, compreso me stesso.

G.Angelo Billia

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