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Peace summit

Peace summit

(28 Agosto 2010) Enzo Apicella
Nuovi "negoziati di pace" israelo-palestinesi

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GAZA. La paura della pace dell’industria militare israeliana

(15 Luglio 2014)

Gli obiettivi civili servono a demoralizzare il nemico, la propaganda sui missili di Hamas a mostrare al mondo le capacità di intercettazione di Iron Dome. Che, dice qualcuno, è un grande bluff.

irondrome

Gaza City, 15 luglio 2014, Nena News – Hamas esalta le potenzialità dei suoi razzi, capaci di raggiungere persino le città israeliane a ridosso del confine con il Libano. Israele sottolinea le capacità del suo sistema antimissile Iron Dome (Kippat Barzel). In entrambi i casi si tratta di esagerazioni con un evidente fine politico e propagandistico (e commerciale). Va premesso che la logica assassina per vincere le guerre impone le uccisioni di civili, allo scopo di demoralizzare il nemico e frantumare il consenso al suo esecutivo politico.

Non lasciatevi perciò ingannare da quei comandanti militari che vi spiegano come venga fatto di tutto per minimizzare le perdite tra i civili. In realtà gli strateghi della guerra sanno che versare sangue innocente, infliggere tremende punizioni collettive alle popolazioni, è la strada maestra verso la vittoria. Era vero nella guerra del passato – dai bombardamenti nazisti su Londra all’uso americano dell’atomica contro Hiroshima – ed è vero oggi con la guerra «asimmetrica». La bomba israeliana che sabato sera ha ucciso a Gaza 18 membri della famiglia del capo della polizia di Hamas, Tayser al Batch, al momento dell’uscita dei fedeli dalle mosche, è stata «casualmente» sganciata proprio dopo il nutrito lanci di razzi verso Tel Aviv annunciato da Hamas per le ore 21. Una rappresaglia, anche se nessuno potrà provarla.

Partendo da questa logica intrisa di sangue, allora Hamas non può certo affermare di avere vinto. Il suo braccio armato, le Brigate Ezzedin al Qassam, ha lanciato negli ultimi sette giorni centinaia di razzi a corta e lunga gittata – Qassam, M-77, J-80, M-302, R 160, versioni locali di missili prodotti nelle regione – che se da un lato hanno generato paura e ansia tra gli israeliani, dall’altro non hanno ucciso. Hanno provocato qualche ferito (e due signore sono morte per infarto) e danni materiali.

Israele con la sua potenza di fuoco invece ha ucciso quasi 180 palestinesi (tra cui decine di donne e bambini), provocato oltre mille feriti, distruzioni di centinaia di case e migliaia di sfollati. Al di là di ciò che, per ovvie ragioni, sostiene Hamas, i razzi palestinesi sembrano essere più un’arma di pressione psicologica che non militare. Tuttavia lo stesso Israele ne accresce la portata allo scopo di ingigantire la «minaccia terroristica» e di esaltare le capacità dell’Iron Dome in vista, evidentemente, della vendita del sistema antimissile nel mondo.

Da più parti è stato detto e scritto che la «Cupola» ha abbattuto l’80% dei razzi palestinesi. Il dato vero comunicato dalla stessa difesa israeliana conferma che ha intercettato (fino a due giorni fa) 147 razzi su oltre 800, una percentuale considerata «alta» dai comandi militari ma che è largamente insoddisfacente per i civili che devono correre nei rifugi in cerca di riparo. La sensazione è che anche questa offensiva militare come quelle precedenti contro Gaza servirà ai fertili progettisti israeliani e all’industria bellica locale Rafael per realizzare ottimi profitti. Kippat Barzel sarebbe in grado di avvistare e distruggere in volo con un missile intercettore (Tamir) i razzi che minacciano aree abitate, facendo invece passare quelli che, teoricamente, non costituiscono una minaccia.

Non tutti nel paese restano in silenzio. Moti Shefer, uno scienziato e progettista israeliano vincitore di prestigiosi premi internazionali, sostiene che l’Iron Dome è un grande «bluff». «Non esiste oggi nel mondo un missile capace di intercettare un altro missile – ha detto Shefer al giornale economico Globes – Iron Dome è un suono e una luce che sta intercettando solo l’opinione pubblica israeliana. Le esplosioni che vedete in cielo è il missile stesso che esplode». Secondo Shefer, i Tamir sganciati dalla «cupola» sino ad oggi non avrebbero intercettato alcun razzo proveniente da Gaza e l’Iron Dome non sarebbe altro che una «cospirazione» messa in atto dalle due parti che hanno paura della pace: le industrie militari e il primo ministro Netanyahu.

Michele Giorgio – Il Manifesto

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