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RAPPRESENTANZA POLITICA, ISTITUZIONI, OPPOSIZIONE

(1 Agosto 2014)

RAPPRESENTANZA POLITICA, ISTITUZIONI, OPPOSIZIONE
Appare assai improbabile che le evidenti fibrillazioni parlamentari di questi giorni contribuiscano a far scivolare la situazione politica italiana verso le elezioni anticipate.
Tanto più che il quadro economico appare pessimo e il rischio di far coincidere la campagna elettorale con una fase di forti contrasti sociali che, inevitabilmente, segneranno l’autunno è molto serio per questo quadro di governo che, sorretto dalla grande finanza e dalla Presidenza della Repubblica, cercherà di stroncare tutte le insorgenze accentuando i meccanismi repressivi concretizzando così anche fuori dalle istituzioni, la svolta autoritaria.
Inoltre non c’è il tempo per varare una nuova legge elettorale e presentarsi con il proporzionale frutto della sentenza della Corte Costituzionale rappresenterebbe una sconfitta molto netta sul piano politico che potrebbe anche preludere a un ridimensionamento del PD che avrà, comunque, difficoltà a tenere il 40,8%.
Tanto più che è, per la prossima primavera, è prevista la scadenza delle elezioni regionali, pur monca di importanti appuntamenti dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia alla Calabria. In queste due ultime regioni si voterà a Ottobre.
Sviluppata questa valutazione è però il caso di fissare alcuni punti fermi almeno dal nostro punto di vista, di chi intende rappresentare una sinistra anticapitalista, di opposizione per l’alternativa.
E’ necessario, infatti, chiarire alcuni punti in maniera molto precisa:
1) Il tema della rappresentanza politica della sinistra anticapitalista, di opposizione per l’alternativa è sul tappeto, appare come esigenza ineludibile di costruzione di un’adeguata soggettività. Questo obiettivo deve essere chiaro. Occorre un soggetto politico compiuto, in grado di fare sintesi programmatica, proporre riferimenti alle insorgenze sociali, sviluppare un’azione autonoma sulle grandi questioni della pace, della rottura dell’Unione Europea, della democrazia. Sarà la capacità di autonoma propositività politica del soggetto a determinare i passaggi, pur necessari, all’interno del quadro politico. Nello stesso tempo si pone con grande urgenza la questione della costruzione di un sindacato confederale di classe, fuori dalla CGIL;
2) La presenza istituzionale della sinistra anticapitalista d’opposizione e per l’alternativa deve essere considerata come un elemento decisivo per la nostra presenza sulla scena politica e non ridotta a elemento di secondo rango, pensando alle campagne elettorali come mero momento di “tribuna”. Anche su questo punto però serve estrema chiarezza: non esiste più il centrosinistra, non esiste più una possibilità di alternativa nell’immediato della fase: chi può pensare a ipotesi di questo genere, anche nell’occasione delle elezioni regionali, fa parte oggettivamente del regime PD ed è quindi artefici della svolta autoritaria e repressiva in atto. Ogni ipotesi di alleanza a fini elettorali o di costruzione di un Fronte Popolare delle opposizioni deve partire dalla considerazione di fondo appena espressa. Non è possibile ripetere gli errori storici di una sinistra ambiguamente “governista”;
3) E’ fondamentale l’espressione sia sul piano delle lotte sociali sia su quello dell’iniziativa politica di un’opposizione di tipo “sistemico”. Un’opposizione complessiva in grado di produrre un’ipotesi di alternatività reale e concreta al complesso dell’esistente nel quadro politico attuale. E’ quello dell’opposizione il punto sul quale è necessario in questo momento attestarci come prospettiva di fase, senza cedimenti o complessi di inesistente minoritarismo.
CI aspetta un lavoro su tre fronti: costruire il soggetto politico, lavorare per una sua rappresentanza autonoma nelle istituzioni, determinare la qualità politica, programmatica, ideale, dell’opposizione di sistema.

Franco Astengo

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