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TUTELE E DIRITTI: ANTICIPARE DA SINISTRA LA CONTROFFENSIVA DI DESTRA

(15 Agosto 2014)

mariodraghi

Alcune considerazioni preliminari prima di entrare nel merito:
1) Le politiche di austerità mostrano la corda anche nelle situazioni apparentemente a esse più favorevoli, come sta dimostrando il caso tedesco;
2) Per come si sta muovendo, anche e soprattutto sul piano politico, il PD può ben essere considerato un partito di destra, di destra detto così puro e semplice. Con buona pace di chi pensa, come SeL, a un nuovo centrosinistra o a chi cerca di reggere le fila di una presunta sinistra interna. E’ un partito di destra sui temi politici, istituzionali ed economici e della sua politica delle alleanze ormai chiaramente rivolta a Forza Italia quale interlocutore principale;
3) Si sta preparando l’assalto finale al residuo di tutele e di diritti ancora presenti nel mondo del lavoro per chi vi opera in posizione subalterna. Draghi ha chiesto un segnale entro settembre e quel segnale corrisponde all’idea di un’assoluta libertà di licenziamento: detta così, in soldoni, senza l’uso di accenti troppo sofisticati.
L’osservazione che s’intende svolgere in quest’occasione è, però, altrettanto semplice e schematica: occorre invertire la tendenza, riprendere l’iniziativa sul piano politico e sindacale, anticipare da sinistra la controffensiva di destra.
Dovrebbe (il condizionale viene qui usato per prudenza, ma servirebbe l’imperativo: dobbiamo!) partire da subito una fase di fortissima agitazione sociale per presentare una piattaforma radicalmente alternativa, senza attendere le mosse dell’avversario ponendosi così, ancora una volta, in condizione difensiva e perdente.
Servirebbe (anche in questo caso il condizionale è assolutamente di prudenza) un sindacato confederale di classe fondato su 4 punti sui quali sviluppare una vera e propria offensiva d’autunno;
1) La piena applicazione dello Statuto dei Lavoratori (a proposito di come si pensa di modificarlo risulta del tutto incomprensibile, se non nella logica di destra di tipo padronale appena sopra esposta, l’idea delle “tutele crescenti”. Il Lavoratore deve avere diritti da subito, proprio per poter esercitare al meglio la possibilità di operare nelle aziende)
2) Il ritorno al concetto fondamentale di contratto nazionale di lavoro di categoria;
3) La richiesta, imprescindibile, del ritorno alla scala mobile con il punto unico;
4) La disponibilità di un sindacato direttamente rappresentativo dei lavoratori nel quale fondamentale l’elezione dei delegati su scheda bianca per settori di lavoro omogenei all’interno dell’azienda.
Serve un progetto avanzato, moderno, non ripiegato in difesa e non rivolto verso l’800 delle casse di resistenza, con una strategia di lotta articolata e non semplicemente articolato sull’idea salvifica dello sciopero generale, che certo ci vorrà ma che non rappresenterà l’esaurimento dell’intera prospettiva di lotta. Una lotta non facile e, probabilmente, come si diceva una volta “di lunga durata”.
Poi sullo sfondo il tema del “soggetto politico” d’opposizione e d’alternativa. Sullo sfondo, naturalmente, per l’economia di questo discorso ma centrale rispetto al complesso della prospettiva che è necessario mettere concretamente in piedi in Italia come in Europa e oltre…

Franco Astengo

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