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L'angoscia dell'anguria

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(24 Luglio 2013) Enzo Apicella

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IL LOCOMOTORE E IL BINARIO MORTO

(18 Agosto 2014)

illocomotore

Lo scout di Palazzo Chigi, Matteo Renzi, un mese fa ha dichiarato: “siamo assolutamente certi del fatto che se l’Italia fa le cose che deve fare è nelle condizioni di essere il locomotore che porta l’Europa fuori dalla stagnazione. La mia scommessa è su un'Italia in grado di guidare l'Europa”.
La pomposa dichiarazione - passata sostanzialmente sotto silenzio, anche da parte anche delle cosiddette “opposizioni” che vivacchiano nel teatrino della politica borghese - è stata sonoramente smentita dall’andamento dell’economia reale: il capitalismo italiano è il vagone di testa della recessione, non della ripresa.
Matteo Renzi somiglia sempre più, con le sue fanfaronate, l’atteggiamento ostentatamente ottimista e la sua politica reazionaria, a Silvio Berlusconi. La loquacità, il marketing politico, le televendite servono a nascondere la realtà di un sistema fallimentare e i progetti antidemocratici per mantenerlo in vita.
Parlare di un paese in declino storico, sceso di diverse posizioni nel confronto con le altre potenze imperialiste, che nei momenti più brillanti ha raggiunto modeste percentuali del PIL e ora è di nuovo in recessione, come di una locomotiva che può tirare l’Europa fuori dalla crisi è da pallonari della politica e da cialtroni dell’economia, che devono essere al più presto cacciati dalle poltrone che occupano illegittimamente.
Sotto la guida maldestra e reazionaria dell’erede politico di Gelli e Berlusconi, una creatura della destra yankee e del grande capitale, la “locomotiva Italia” viaggia su un binario morto. Nubi sempre più nere si addensano sulla testa della classe operaia, delle masse popolari, dei giovani, chiamati a nuovi sacrifici per pagare il debito e salvare le carrozze di “lor signori”.
Per uscire dalla crisi capitalistica, per “una esistenza libera e dignitosa” dei lavoratori e delle loro famiglie, per trasformare e rinnovare completamente la società, occorre al più presto cambiare “conduttore” - non un governo della borghesia, ma il Governo operaio e degli altri lavoratori sfruttati - e “direzione di viaggio”: non il capitalismo agonizzante, ma il socialismo proletario!
Avanzare su questa strada – che è una prospettiva scientifica, la sola che può dare soluzioni ai drammatici problemi attuali – oggi significa lavorare per l’unità e la lotta delle forze rivoluzionarie e di classe, significa costruire un unico, forte e combattivo Partito comunista del proletariato.

17.8.2014

Piattaforma Comunista

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