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Dignità operaia

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(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

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(Per un sindacato di classe)

SUI RAPPORTI TRA SINDACATO E PARTITO

(17 Settembre 2014)

Non vorrei imbarcarmi in cose sapute e risapute, né vorrei insegnare nulla a nessuno, ma ritengo ci sia da fare chiarezza su questo argomento.

Sui rapporti tra sindacato e partito.
1)La visione leninista prevede che il sindacato sia la cinghia di trasmissione tra il Partito e le masse operaie. Non sono però strumenti subordinati agli interessi di partito, il sindacato ha una funzione politica nello spingere i lavoratori all'impegno con e per il partito finché questo tutela i loro interessi. Allo stesso tempo il sindacato è lo strumento per eccellenza che i lavoratori hanno a disposizione per far pressione sul partito affinché questo non si allontani dalla politica che essi, con la loro partecipazione, esprimono. Nell'ottica leninista, dunque, il partito e il sindacato devono avere funzioni differenti ma unità d'intenti.
2)Altre visioni del sindacato non mi appartengono e non ne parlerò, ma li elencherò brevemente, la corporazione ( di chiara nascita fascista) il sindacato concertativo (una volta cgil cisl e uil erano così) il sindacato confederale attuale che non è altro che una visione confederale di un grosso commercialista che si occupa di tutto, tranne che delle istanze dei lavoratori, perdendo la sua connotazione di classe e di movimento a favore della ragionerizzazione post concertativa del sindacato.
Questo, riferito al punto 1 è quello che per anni si è detto, ma poco praticato negli ambienti della sinistra più radicale, sicuramente i tempi sono cambiati e chiunque abbia una visione razionale ed attuale del lavoro, del fare politica, e del fare sindacato sa che questo vale esclusivamente per i comunisti ovviamente, va detto anche però che non ci possono essere commistioni paternaliste, né sudditanze a volte addirittura economico organizzative, tra partito o simile e sindacato, questo semplicemente perché metterebbe in secondo piano gli interessi dei lavoratori a quelli del “partito” o del “sindacato” se predominante. Ognuno deve disporre del sindacato come mezzo di tutela personale per il lavoro, i diritti e le istanze di tutti e che via via vengono presentate, senza obbligo alcuno del lavoratore a sottostare a dinamiche che non è detto siano anche sue (partito o movimento politico, il sindacato di classe deve tutelare la classe non i soli membri eventuali del partito o movimento politico).
Queste poche parole aggiustate con l’accetta spero servano a dare un’idea di cosa dovrebbe essere un sindacato di classe e internazionalista e che tuteli gli interessi dei lavoratori, senza i trucchetti della concertazione, che è una distonia nata negli anni 80 proprio a causa delle ingerenze dei partiti e addirittura delle forze di governo.
Stiamo ben attenti, amici e compagni a non compiere un errore tra i più gravi che possa accadere ad un nascente movimento politico o sindacale, un conto è fare politica per la gestione della cosa pubblica, un conto è fare sindacato e tutelare i lavoratori e le loro istanze senza obblighi e o sudditanze politiche da parte di nessuno, il sindacato deve mantenere il suo schema movimentista di contrapposizione al padronato, antagonista al capitale, mai concertativo, di classe, internazionalista e soprattutto autonomo tutto quello che è diverso, non è il sindacato che vorrei, ma nemmeno quello che vorrete voi!

Elio Pescio

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