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(2 Novembre 2010) Enzo Apicella
Scandalo Ruby. Il governo Berlusconi vacilla.

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    REGIME AUTORITARIO: SOSTANZA E ACCIDENTE

    (6 Ottobre 2014)

    Da molti mesi stiamo cercando di analizzare la torsione autoritaria che, in un quadro già fortemente disastrato sul piano democratico, il sistema politico italiano sta subendo dall’ingresso sulla scena del governo Renzi.
    Oggi possiamo ben dire che sotto quest’aspetto siamo a un punto di svolta, di vera e propria suffragazione dell’esistenza di questo regime: regime che non può più essere sottovalutato e considerato un passaggio politico tra i tanti.
    Sono due gli elementi che rendono plausibile l’affermazione riguardante il vero e proprio compimento di un percorso:
    1) La notizia assunta dai giornali che domani il Governo presenterà la questione di fiducia sulla delega relativa il job act. Si tratta, considerata la delicatezza e la complessità della materia, di un vero e proprio atto di chiusura (non tanto di disprezzo e di dispregio) verso il Parlamento: l’equivalente del “potevo trasformare quest’aula sorda e grigia per il bivacco dei miei manipoli”. I deputati del PD che voteranno questa fiducia debbono sapere che si assumono una responsabilità storica, quasi come quella dei deputati dell’SPD che nel 1914 votarono i crediti di guerra al Kaiser. Dopo la votazione di domani, se la vicenda andrà nel modo ipotizzato, le speranze di salvare l’istituzione Parlamento dopo i colpi subiti nel corso di questi ultimi anni saranno davvero ridotte al lumicino;
    2) La frase pronunciata dal Presidente del Consiglio (e segretario del PD) in relazione alla vicenda del calo verticale del tesseramento nel suo partito: “meglio una tessera falsa in meno, ma un’idea in più”. C’è, in questo tutta la “summa” quasi la sublimazione dell’antipolitica: altro che Grillo e Berlusconi messi assieme: le tessere di prima erano false, mancavano le idee. Adesso è arrivato il signore dei voti che da solo sa portare due milioni di persone a votare le primarie e quando non c’è lui...Una situazione drammatica che fa leva sulle disastrose condizioni culturali, morali, economiche, sociali in cui versa questo Paese.
    Arrivano così a compimento alcuni passaggi portati avanti del resto da più parti nel corso degli ultimi 20 anni, a partire cioè non solo e non tanto dall’implosione dei grandi partiti di massa ma dalla trasformazione del sistema elettorale da proporzionale a maggioritario;
    1) Il definitivo spostamento della sede dell’iniziativa legislativa dal Parlamento al Governo
    2) Il nesso personalizzazione/sistema delle comunicazioni di massa che ormai ha dato vita a una realtà collocata già oltre il tanto paventato presidenzialismo. Siamo oltre anche al vecchio conflitto Costituzione materiale/ Costituzione formale evocato tante volte dallo stesso Silvio Berlusconi;
    3) Con l’esaurimento delle funzioni parlamentari (il laticlavio quale semplice onorificenza, quasi una croce da Cavaliere) sono al capolinea del loro essere anche i cosiddetti corpi intermedi : sindacati (che nello specifico si meritano ampiamente la sorte di sparire, almeno così come sono), associazioni datoriali, corporazioni di mestiere, ordini professionali. Un tassello importante nella prospettiva del dialogo diretto tra il Capo e la folla;
    4) La riduzione alla sola “area larga” della maggioranza della rappresentanza politica e istituzionale. Su questo punto è necessario un chiarimento: anche chi si sta muovendo per un’idea di presunta sinistra del centrosinistra pensando a un “PD e a un Governo diversi” è complice di questo stato di cose, dell’involuzione autoritaria del sistema. Questo va affermato per dovere di chiarezza e di onestà intellettuale,
    Così stanno le cose: c’è da invocare subito un’Opposizione che abbia caratteristiche di vera e propria Resistenza.
    C’è poco da aggiungere, se non per ricordare che sono assenti i luoghi politici all’interno dei quali sviluppare concretamente questo tipo di analisi: intanto il regime procede in avanti.

    Franco Astengo

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