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(3 Aprile 2010) Enzo Apicella
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    VUOTO POLITICO

    (25 Ottobre 2014)

    vuotomaurizio

    “Ormai spero nella mobilitazione, non più nel Parlamento, votano di tutto”: questa inaudita dichiarazione, pubblicata dal Manifesto oggi 25 Ottobre, non è stata rilasciata da un ignaro passante ma dal segretario generale della FIOM, Maurizio Landini, colui che nel pomeriggio dovrebbe guidare la “passeggiata romana” organizzata dalla CGIL per protestare “gentilmente” assieme ad una presunta sinistra PD e a un altrettanto presunta SeL contro il governo Renzi: il governo della svolta totalitaria, dell’uomo solo al comando, del partito Unico della Nazione, della gestione della ferocia capitalistica in Italia e in Europa.
    La dichiarazione di Landini dimostra, in tutta la sua crudezza, il vuoto di analisi politica in cui si trovano i soggetti residuali del sindacato e della sinistra politica italiana: un vuoto al riguardo del quale paiono davvero esigue le forze capaci di contrapporre una lucida capacità d’analisi e di mobilitazione che dovrebbe essere insieme politica e sociale.
    Sciopero generale proclamato dall’USB, manifestazione della CGIL, “Leopolda” : sono questi i tre punti attorno ai quali, in questo fine settimana, si è sviluppata la dinamica politica a dimostrazione tra l’altro (nonostante le roboanti dichiarazioni di Renzi al ritorno da Bruxelles) come la partita si giochi prima di tutto qui, all’interno di un “caso italiano” di vera retroguardia rispetto al quadro europeo.
    Una situazione da cercare di risolvere, prima di tutto, al nostro interno ponendo con grande chiarezza il tema del “vuoto politico” e cercando, appunto, di sviluppare analisi e proposta.
    L’analisi ci dice di un secco spostamento a destra del nostro quadro politico: spostamento a destra che si verifica nel posizionamento dei diversi soggetti attraverso il recupero della Lega Nord che si realizza proprio attraverso di una riappropriazione dei temi originari però in chiave nazionalista e anti-europea.
    La crescita della Lega Nord (pronta a trasformarsi in “Lega Italia” raccogliendo tutte le frange dell’estrema destra) riduce in una condizione di completa minorità Forza Italia e frange varie consentendo al PD-R (sigla felicemente coniata da Ilvo Diamanti) di occupare totalmente il centro del sistema: un’occupazione che si verifica affermando i principi fondamentali del potere personale, di una politica di potenza che svilisce e derubrica qualsiasi sistema di valori, afferma un nuovo totalitarismo anche sfruttando l’insieme della subalternità al potere dimostrata ampiamente dal sistema dei mezzi di comunicazione di massa, complessivamente intesi (giornali, TV, web e quant’altro).
    Uno straordinario processo di manipolazione collettiva che poggia le sue fondamenta sulla misera condizione materiale di vita di gran parte della società italiana che, sfinita, non riesce a far altro che affidarsi a quello che cercava da tempo e di cui si era già scritto in tempi meno sospetti: una sorta di Lord Protettore, contornato da una cerchia modellata sull’idea di una vera e propria oligarchia, al centro come in periferia.
    L’impoverimento generale non provoca conflitto se non in alcune frange politicamente più coscienti: si possono prevedere esplosioni isolate, ma senza organizzazione non ci potrà essere una “raccolta” complessiva delle istanze di conflitto e un rilancio di un’aggregazione antagonista.
    Le voci di contrasto a questo stato di cose appaiono poche e isolate: si ravvede anche da questa parte (come nel caso delle dichiarazioni di Landini appena riportate) un irritante gioco alla mistificazione di chi pensa ancora a ritagliarsi spazi ormai totalmente inesistenti.
    In una società nella quale gli spazi di partecipazione e iniziativa politica appaiono davvero drasticamente ridotti e poco (e mal) frequentati c’è un unico tema da porre all’ordine del giorno: quello della costruzione dell’opposizione politica.
    Il limite delle manifestazioni indette in molte città d’Italia (il cui esito ha complessivamente dimostrato l’esistenza, perlomeno, di una non trascurabile “avanguardia sociale”) in occasione dello sciopero generale indetto dall’USB è stato quello di non aver posto questa questione: dell’opposizione politica , tra l’altro dopo mesi di disquisizioni sul rapporto tra soggetto politico e soggetto sindacale.
    Il vuoto politico presente nel sistema italiano nel suo versante di sinistra è davvero rilevante e potrebbe pregiudicare tutti gli sforzi relegando la protesta nell’ambito della subalternità e dell’ambiguità della CGIL, in un quadro del tutto illusorio di ricostituzione di un fantomatico centrosinistra senza comprendere i caratteri di assoluta novità che si stanno presentando sul piano politico: quelli di un regime totalitario (magari legittimato da un esito elettorale “truccato” attraverso la messa in opera di una formula di tipo plebiscitario) con l’assoluta “via libera” al dominio dei padroni.
    Senza un’opposizione coerente, rigorosa, capace di aggregare l’insieme dei soggetti di lotta pur presenti nel Paese attraverso una proposta adeguata di costruzione di soggettività il rischio è quello del precipitare definitivo in un regime autoritario di imposizione capitalistica.
    Su questa analisi deve essere chiesta una chiara opinione da parte degli esponenti di quella parte di sinistra comunista, anticapitalista, d’opposizione e d’alternativa che sta cercando forme organizzative incerte, assolutamente al di sotto della necessità dell’ora, tendenti a imitare modelli di “apertura” al confronto che si riducono, alla fine, a esprimere Associazioni il massimo della cui attività consiste nella raccolta di firme.
    Le leggi della politica sono impietose: il vuoto viene sempre riempito magari, come in questo caso appare assai probabile, dal peggio di un arretramento storico.

    Franco Astengo

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