">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Al Quirinale (2)

Al Quirnale...

(20 Aprile 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

ORGANIZZARE L'OPPOSIZIONE: ATTENTI ! RENZI CERCA L'INCIDENTE PER CONSOLIDARE IL PROPRIO REGIME AUTORITARIO

(4 Novembre 2014)

Sono molto allarmato: reitero a tutti i soggetti della sinistra comunista, anticapitalista, d’opposizione e d’alternativa un pressante invito a trovare al più presto la strada per realizzare produttivamente un’adeguata prospettiva di organizzazione politica.

Gli avvenimenti di questi ultimi mesi, con particolare riferimento proprio a quelli più recenti, mi hanno suggerito una riflessione molto particolare che cercherò di esporre in una maniera del tutto sintetica in quest’occasione, utilizzando anche la prima persona singolare proprio per sottolineare il carattere del tutto personale dell’analisi.
E’ mia precisa convinzione, infatti, che in Italia (in una situazione del tutto specifica rispetto al contesto europeo) si stia affermando un regime autoritario quale compimento di una lunga fase avviata, alla fine degli anni’90, dopo l’implosione dei grandi partiti di massa, l’adozione del sistema elettorale maggioritario, l’adozione di metodi di elezione diretta di Sindaci e Presidenti di Provincia, l’affermazione definitiva del fenomeno della personalizzazione della politica.
Il punto attuale è quello del compimento del progetto di “Rinascita Nazionale” stilato dalla P2 di Licio Gelli nel 1975 (a proposito: perché il “Corriere della Sera” non ha più ripreso l’editoriale di qualche settimana fa scritto dal suo Direttore, dove si denunciava chiaramente “l’odore stantio della massoneria”?).
Il documento del 1975 è stato pienamente realizzato per quel che riguarda il ruolo dei corpi intermedi, con particolare riferimento ai sindacati, alle forze economiche e dell’informazione: informazione in questo momento pressoché totalmente asservita, in maniera davvero straordinaria per compattezza, ai voleri del nuovo potere dominante.
Nuovo potere dominante incarnato, secondo i dettami del “potere personale”, da questo personaggio interpretato dal Presidente del Consiglio e Segretario del PD che ha svelato la maschera molto rapidamente: un disvelamento che sta coinvolgendo una parte rilevantissima dei quadri politici di questo Paese che ne stanno assumendo le sembianze e la concezione del potere appresentandosi a una fase di dominio sulle istituzioni e la società. Un dominio che reclama la cancellazione della dialettica democratica e del ruolo dei consessi elettivi, riducendo la partecipazione politica a forme di assenso plebiscitario.
Naturalmente, in un Paese complesso e dalle variegate tradizioni e sensibilità politiche come l’Italia, quest’operazione non può avvenire da un giorno all’altra e semplicemente attraverso la cooptazione di un nuovo “establishment”.
Occorre mettere a tacere il cuore di una possibile operazione: ovverosia chi, all’interno di un mondo del lavoro ormai tartassato in maniera incredibile da decenni di malgoverno di centrodestra e di centrosinistra, osa ancora pretendere un confronto, avanzare delle richieste sul piano delle condizioni materiali di vita e della stessa democrazia.
Esiste dunque un’opposizione che va sconfitta ed emarginata per arrivare all’affermazione piena di una svolta autoritaria che ristabilisca il primato dei padroni, riduca il mondo del lavoro a poltiglia corporativa, costringa i giovani a mendicare la propria sopravvivenza al di fuori da un quadro di riferimento posto sul piano dei diritti sociali e politici rendendoli totalmente assenti sul piano della rivendicazione di classe.
Tutto questo è facilitato dall’ignavia e dalla complicità di parti rilevanti dei componenti del sistema politico a sinistra, rivelatisi del tutto incapaci nel leggere i processi reali così come questi stanno avanzando e molto spesso accecati da un deleterio trasformismo: questo dato vale anche per molti che, formalmente si collocano all’opposizione, stando nel sindacato e nei giornali ma, nella sostanza, finendo con il propugnare una sorta di “accomodamento” nelle pieghe del regime oppure vagheggiando impossibili ritorni a formule politiche del passato o a tentativi di “condizionamento” dall’interno che risultano davvero velleitari e impossibili, data e non concessa la patente di onestà intellettuale attribuibile a chi sta cercando (o facendo finta ) di portarli avanti.
Tutto questo non basta però per affermare definitivamente l’orgia del potere assoluto che si sta realizzando: serve qualcosa di più, serve l’incidente (come hanno dimostrato le provocazioni di Renzi nel corso del comizio svolto agli industriali a Brescia) per provocare una forte reazione di destra.
Una reazione di destra fondata sulle cariche della polizia per rendere praticabile un progetto di sostanziale assolutismo, anche attraverso l’approvazione di una legge elettorale assolutamente antidemocratica, del tipo di quella utilizzata dai fascisti nel 1924.
Serve l’incidente per rovesciare quella che fu la logica del Luglio’60 quando le cariche della polizia a Genova e in tutta Italia, fino ai morti di Reggio Emilia suscitarono l’indignazione popolare e fecero cadere il governo Tambroni in piazza.
Oggi “l’incidente” avrebbe, stante le condizioni economiche e sociali, l’effetto opposto: quello del rintanarsi della società italiana nell’idea della “legge” e “ordine” e del potere da consegnare ai padroni: certo non ci sono più il PCI e il PSI di allora, ed è profondamente cambiata e indebolita la CGIL in una società post-industriale nella quale diseguaglianze, precarietà e paura appaiono come i connotati dominanti.
A questo punto è necessaria l’opposizione, sociale e politica, ma appare del tutto indispensabile e urgente che l’opposizione politica si organizzi attraverso la formazione di una soggettività adeguata al momento storico, provvedendo a una propria identità, autonomia, capacità organizzativa e di aggregazione.
Mi trovo costretto a ribadire, ancora una volta, questo concetto-base relativo al soggetto politico che mi pare francamente del tutto trascurato anche laddove si sta lavorando per portare avanti una coerente iniziativa di opposizione a questo Regime.
Nelle prossime settimane avremo importanti iniziative di lotta alle quali far corrispondere il massimo possibile di mobilitazione.
Mi pare però troppo forte il rischio , alla fine, tutto si sfilacci in una sottovalutazione complessiva.
Per questo motivo reitero a tutti i soggetti della sinistra comunista, anticapitalista, d’opposizione e d’alternativa un pressante invito a trovare al più presto la strada per realizzare produttivamente una adeguata prospettiva di organizzazione politica.

Franco Astengo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «"Terza Repubblica"»

Ultime notizie dell'autore «Franco Astengo»

5796