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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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    SOGGETTIVITA’ POLITICA E AGENDA

    (10 Novembre 2014)

    Si infittisce l’agenda politica italiana mentre il regime personalistico di Renzi ha ormai indossato gli stivali delle sette leghe del suo consolidamento autoritario, auspicato e reso ogni giorno sempre più pesante da un comportamento irresponsabilmente arrogante della gran parte degli operatori dei mezzi di comunicazione di massa: un caso di piaggeria collettiva fuori da ogni immaginabile previsione.



    Almeno tre sono le prossime scadenze istituzionali possibili: l’elezione del Presidente della Repubblica, l’approvazione della nuova legge elettorale, le elezioni legislative generali anticipate; tutto questo mentre peggiorano a vista d’occhio le condizioni materiali di vita e di futuro delle giovani generazioni, lavoratrici e lavoratori, disoccupati, pensionati, esodati, precari e contemporaneamente salgono dal Paese voci sempre più forti di condivisibile, ma ancora troppo frammentata, protesta.

    Non analizziamo, in questa occasione, tutte le contraddizioni della CGIL e della FIOM e l’incapacità complessiva dei soggetti della cosiddetta “sinistra radicale” (ex-Arcobaleno per intenderci) a raccogliere e sintetizzare sul piano politico almeno una parte del potenziale di conflitto che emerge da tante situazioni di sofferenza: naturalmente, anche sotto questo aspetto, ci sarebbe da distinguere e riflettere ma la sostanza del discorso riteniamo possa essere stato fin qui plausibilmente riassunta.

    La stessa, pur fragile e contradditoria, occasione fornita dall’esito elettorale della Lista Tsipras non ha dato ovviamente sorta ad un ragionamento di prospettiva in relazione alla realtà dello scontro politico e sociale in atto: anche in questa occasione è apparso prevalere il più deleterio politicismo.

    In sostanza, proprio alla vigilia di scadenze fondamentali per la stessa prospettiva democratica del Paese all’interno del quadro di difficoltà ulteriori offerte dalla dimensione europea, manca completamente un soggetto politico comunista, anticapitalista, d’opposizione per l’alternativa in grado di porre la questione decisiva della rappresentanza politica delle complesse istanze di lotta presenti nel Paese, offrendo loro una capacità di analisi e sintesi, di progettualità compiuta, di costruzione di un gruppo dirigente all’altezza del compito storico.

    E' questa una assenza colpevole: appare evidente e da rimarcare come i tentativi di costruire una qualche soggettività che funzioni, almeno, da “motorino d’avviamento” in questa direzione non hanno fornito risultati apprezzabili per misero tatticismo nel migliore dei casi, per vera e propria incapacità di analisi nel peggiore.

    Vale la pena insistere?
    Sì se si ritiene importante la posta in palio nei prossimi mesi e nel prosieguo della vita di milioni di persone con lo spettro dell'ulteriore impoverimento generale e la marginalizzazione di una parte sostanziale della popolazione che verrà resa muta (anche con la forza) persino sul piano dell'agibilità degli spazi democratici.
    Addirittura siamo di fronte alla messa in discussione dello stesso modello politico incardinato nella Costituzione Repubblicana, il che dovrebbe far vibrare e reagire quanti in questi anni ne hanno rivendicato la centralità per la stessa tenuta democratica del sistema.

    C'è da chiedersi come sia possibile che di tutto questo non si sia pienamente consapevoli e coerentemente propositivi.

    Patrizia Turchi e Franco Astengo

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