">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Indignados

Indignados

(16 Ottobre 2011) Enzo Apicella
15 ottobre 2011. 900 manifestazioni in 80 paesi

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Memoria e progetto:: Altre notizie

Conflittualità e mobilitazione

(14 Novembre 2014)

Proprio in questi giorni nelle due più grandi città italiane Roma e Milano, le periferie hanno preso ad ardere in maniera molto pericolosa. I motivi e gli obiettivi superficiali dell’esplosione violenta della protesta è la presenza di forti concentrazioni di immigrati ai quali viene addossata, dai residenti di origine italiana, la responsabilità del degrado a cui quelle periferie sono soggette. Pur prendendo atto del difficile processo integrativo, peraltro mai seriamente avviato tra le diverse culture ed etnie presenti in quei luoghi, non possiamo ignorare che, nella contestazione violenta si sono inseriti elementi razzisti provenienti dalle organizzazioni della destra e dall’estrema destra politica italiana, avvalendosi di tutti quei metodi di guerriglia di consolidato utilizzo. Contemporaneamente non possiamo ignorare che i promotori di queste proteste sono in molti casi cittadini che per anni sono stati i portavoce delle richieste rivolte alle amministrazioni locali con le quali sollecitavano la ristrutturazione dei luoghi, la resa degli stessi vivibile nel decoro e nella sicurezza, senza ricevere serie e adeguate risposte da chi preposto era ed è a risolvere i problemi che i cittadini denunciano.
Il senso di quanto sta accadendo credo vada ben oltre il contingente e non può ne deve essere oggetto della peregrina politica simile a quella di quei gruppetti privi di visibilità che riescono a creare confusione ed intolleranza approfittando proprio di momenti di tensione.
La crisi colpisce e colpisce essenzialmente le fasce deboli, quei gruppi sociali, quelle classi oggi prive di solidi riferimenti capaci di indirizzare la nascente protesta e il conseguente conflitto nella giusta direzione di lotta per il mantenimento dei propri diritti e della propria dignità. Quel vuoto politico lasciato dalla sinistra italiana, è oggetto d’interesse da parte di forze populiste o reazionarie, che individuano in esso il trampolino di lancio verso le stesse avventure che la storia del secolo scorso rese possibile.
La latente conflittualità, le cui avvisaglie incominciano a spuntare, può e deve essere intercettata dalla sinistra e indirizzata nella giusta direzione per evitare derive di novecentesca memoria. Oggi, pur con tutti i limiti e le contraddizioni, le uniche strutture che si sono prese il compito di mantenere nei rapporti interclassisti la necessaria conflittualità, sono quell’organizzazione che negli anni passati hanno rifiutato le politiche della ricerca funzionale al miglioramento dei rapporti di classe, continuando a praticare opposizione antagonista alle politiche concertative; mi riferisco proprio ai Sindacati di Base. Pur prendendo atto della realtà, bisogna ammettere che non è certo compito delle strutture sindacali utilizzare lo scontro di classe per definire i rapporti di forza politici di un paese, se così fosse il sindacato, verrebbe meno alla propria funzione e necessariamente dovrebbe cambiar pelle per divenire partito politico.
I recenti fatti di Roma e Milano o di qualche altra marginale città, pur nella loro brutalità e meschinità, sono il contraddittorio segnale del cambiamento in atto, sono il segnale che il limite di sopportazione è stato raggiunto e superato e che se non giustamente indirizzato nell’alveo naturale del conflitto di classe può degenerare creando pericolose derive. Da qui la necessità di individuare un soggetto che abbia, le capacita e le strutture necessarie a gestire l’insieme ed elaborare una piattaforma politica che permetta l’uscita dalla crisi economica prima e dalla deriva autoritaria che sta calando inesorabilmente nel nostro paese. I prossimi scioperi quello di oggi indetto dai Sindacati di Base ed il prossimo, quello del 5 dicembre proclamato e indetto dalla CGIL, potrebbero essere il momento d’individuazione e verifica della possibilità di cambiamento e salto di qualità di quella conflittualità latente che in questo momento è purtroppo incanalata in altre strade. Saremo noi Comunisti in grado di afferrare il vero senso delle novità che si stanno affacciando alla finestra politica italiana e conseguentemente incantierare quando di progettuale fin’ora abbiamo ipotizzato? Questa è la sfida con la quale misurarci.

Vincenzo Facciolo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie dell'autore «Franco Astengo»

4999