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Arabia inaudita

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(19 Giugno 2011) Enzo Apicella
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BNL - Da Piazza Albania al Consorzio BPI, passando per una serie di ignobili
minchiate

E’ dello scorso venerdì la notizia dell’occupazione, da parte del
movimento romano per la casa durante lo “sciopero sociale” nazionale,
del complesso BNL di Piazza Albania.

(19 Novembre 2014)

Si è trattato di una occupazione simbolica durata solo una decina di ore. Il complesso, in via di ristrutturazione da parte di Bnp Paribas
Real Estate per realizzarci una struttura residenziale extra-lusso, la cosiddetta Domus Aventino, non ha al momento le pareti esterne né quelle divisorie interne ma solo il vecchio “scheletro” e non è quindi abitabile né “occupabile”.

Per il futuro, e non soltanto per quanto riguarda lo stabile di Piazza Albania, non poniamo limiti alla provvidenza ed alla estrema fantasia e determinazione dei movimenti sociali romani.

L’operazione di ristrutturazione ed il cambio di destinazione d’uso da
uffici ad abitazioni prevedono comunque, almeno negli accordi raggiunti col Comune di Roma che ha concesso questo cambio di destinazione, il fatto che le facciate del complesso vengano alla fine ripristinate come
erano nel progetto originario del palazzo/uffici che risale agli anni cinquanta del secolo scorso.

Una rapida visita al sito internet di Bnp Real Estate che pubblicizza l’operazione immobiliare ci provoca però francamente qualche dubbio in proposito. Le immagini degli appartamenti pubblicizzati dal di dentro prevedono infatti intere pareti a vetro che fanno comunque a pugni con le facciate originarie che prevedevano normali finestre, e quindi non ci
meraviglieremmo affatto che possano presto nascere contenziosi di varia natura.

E comunque è evidente, come dice anche il comunicato emesso dagli “occupanti simbolici” di venerdì scorso, che si tratta della classica operazione di speculazione edilizia, oltretutto in un contesto
urbanistico, quello della piazza ed dell’intera zona, largamente degradato nei decenni, quindi una sorta di presunto “diamante” inserito però in una specie di fogna, a partire dalle due orribili pompe di benzina presenti nella piazza e dall’allucinante livello medio di traffico quasi di tipo autostradale, per non parlare poi dell’assoluto
degrado delle zone verdi e delle stesse rovine romane adiacenti.

Lo stesso sito internet parla trionfalisticamente di “un grosso successo di vendite nonostante il periodo di crisi”, successo forse anche dovuto allo “strano” prezzo relativamente basso per una residenza di lusso nel
centro storico di Roma. Ma invece alcune offerte “a tempo”, una specie di ulteriori “promozionali” in stile “divani della Ferilli” pubblicizzate nello stesso sito, suscitano qualche legittima perplessità su questo presunto enorme successo di vendite.


Comunque noi non siamo né urbanisti né architetti, siamo lavoratori della Bnl e del Gruppo Bnp, per cui, pur esprimendo la nostra totale solidarietà al movimento romano per la casa cui ci sentiamo vicinissimi
( ed alcuni di noi ne fanno anche parte in modo militante), il nostro principale interesse sulla vicenda è di tuttaltro tipo.

Quando Bnl cominciò a dire che voleva evacuare Piazza Albania, si parlò
di una operazione di vendita alla FAO, la cui sede è nelle vicinanze, e che la stessa FAO, una volta ottenuto il cambio di destinazione d’uso, avrebbe poi provveduto a realizzarci una “foresteria” per i propri dipendenti esteri che stazionavano temporaneamente a Roma per lavoro.

Poi dopo altro tempo Bnl raccontò che si sarebbe trattato di semplice affitto alla stessa FAO al medesimo scopo e che comunque sarebbe stata sempre la FAO a provvedere alla ristrutturazione dell’immobile.

La sensazione, dopo una serie di fatti, che la dirigenza Bnl abbia sempre preso per i fondelli sindacati e lavoratori è decisamente forte.

Infatti, dopo aver trasferito in gran parte ad Aldobrandeschi ed in
misura minore a Crescenzo del Monte tutti i colleghi che operavano in Piazza Albania, dopo aver smantellato in epoca successiva l’Agenzia 19 ed anche la struttura del Fondo Pensioni allocata nella adiacente Via di Santa Prisca, tornata questa alla fine nei suoi antichi locali di
proprietà dello stesso Fondo a Piazza dei Navigatori, è uscito fuori questo mega-progetto di edilizia residenziale di lusso, cosa ben diversa dalla eventuale “foresteria FAO”, e così complesso e sofisticato nella realizzazione da non poter essere stato inventato dall’oggi al domani e quindi certamente vecchio di svariati anni ed altrettanto certamente già
noto nelle “segrete stanze” quando invece si raccontavano ignobili minchiate a sindacati e lavoratori Bnl.

Per cui c’era probabilmente sin da subito il disegno della mega-speculazione edilizia così come quello collaterale di stipare come sardine i lavoratori Bnl romani, soprattutto in quel di Aldobrandeschi.

E ben difficilmente questo “stipamento” potrà essere presto alleviato, come pure provarono a raccontare i vertici Bnl, dall’uso del nuovo complesso in costruzione di Tiburtina, dove, a causa dei
prevedibilissimi problemi relativi alla famosa “acqua bullicante” che scorre sotto il terreno ( del resto a brevissima distanza in linea d’aria, sulla Via Prenestina, è recentemente venuto alla luce un vero e
proprio lago di acqua sulfurea di 10.000 metri quadrati) siamo praticamente ancora alle fondamenta ed i tempi di realizzazione tendono ad allungarsi di brutto.

E comunque quel palazzo, quando sarà ultimato, è destinato ad ospitare tuttaltri servizi e strutture.


Ma, sempre visti i fatti successivi, viene da pensare che lo “stipamento” di tutti i back offices in Via Aldobrandeschi non sia stato suggerito solo da una operazione di “risparmio” o soltanto per dare poi luogo alla speculazione su Piazza Albania.

Bensì soprattutto per concentrare, insieme “ammucchiati” appassionatamente e dopo aver drasticamente ridotto anche il servizio pulmanns, in un unico posto tutti i lavoratori romani da loro destinati allo scorporo del Consorzio BPI, progetto anche questo che non può certo essere stato inventato dall’ oggi al domani ma che certamente ha avuto
anni di gestazione sempre nelle famose “segrete stanze”.

Che dire ? Diciamo, ad esempio, che se avessimo avuto un sindacato VERO,
con la stessa determinazione e capacità di inchiesta, ad esempio, del movimento romano per la casa, certe “magagne” si sarebbero potute comprendere prima e magari oggi non ci troveremmo come siamo.

Ed invece il nostro FALSO sindacato gliele ha fatte passare tutte impunemente.

Crediamo, pur senza abbandonarsi alla rassegnazione ed alla disperazione, ci sia quindi tanto da meditare.

Roma, 18 Novembre 2014

InfoAut Bnl

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