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L'astensionismo figlio della Bolognina

(25 Novembre 2014)

astefiglio

Renzi fa un manifesto postdemocratico quando afferma che quello che conta è il potere conquistato dal PD in quattro regioni durante il suo regno e non la quantità di votanti che considera secondaria. Con queste parole dettate certo anche dalla necessità di fare il tosto difronte al fallimento della politica italiana ed al suo rigetto da parte della popolazione si cela una verità inquietante che riguarda non solo la gente che è andata a votare ma anche chi è andato a votare e perchè lo ha fatto.

Il voto di ieri è figlio della Bolognina ed è firmato da Occhetto Reichlin Veltroni insomma da tutto il gruppo dirigente del PD anche se oggi è per varie ragioni alla opposizione di Renzi. Alla Bolognina il PCI decise di traghettare nel mondo post URSS il partito ed il suo apparato lasciando a terra in un primo tempo la sua base elettorale fatta di lavoratori e poi usandola contro se stessa per accelerare ed accentuare il traghettamento. IL PCI si spogliò della sua natura ideologica politica e morale di partito comunista e si accinse ad una marcia che ora è ventennale per diventare non socialdemocratico ma "democratico" cioè un partito della borghesia e del capitalismo. Basta guardare il governo di Renzi e la sua composizione per comprendere tutta la portata ed il valore della transustanziazione avvenuta da partito del proletariato a partito degli imprenditori che contende alla destra il suo blocco sociale.

Un importante teatro di questa imponente opera di demolizione è l'Emilia oggi ricoperta dalle macerie di quella che fu la civiltà di una regione rossa illuminata dalla solidarietà e dalla cultura durate quasi mezzo secolo. Una civiltà fatta di piena occupazione, di buoni salari, di buona amministrazione, di cooperative che erano un modello alternativo alle imprese private. La cultura socialista emiliana era tanto forte e pressante da indurre gli imprenditori ad accettarla. Molti ricchi imprenditori emiliani accettavano di buon grado le regole di un socialismo che dava benessere ai lavoratori ed assicurava prosperità alle aziende ed alla intera regione.
Questa cultura, la cultura del socialismo è scomparsa perchè non solo il PD non è più comunista ma le Coop ed i Sindacati hanno cambiato le loro anime assieme ad esso. Oggi la Coop ha soci in Soros ed in LiGresti ed esprime un Ministro del Lavoro come Poletti livido e determinato a spogliare con cattiveria i diritti dei lavoratori come fornero Fornero e Sacconi. La CGIL ha collaborato fino in fondo a questa transustanziazione applicando anche al suo interno come fanno le Coop ai propri dipendenti le regole della legge Biagi ed assecondando con astuzia un ventennale processo di degrado del diritto al lavoro a cominciare dalla cessione della scala mobile e dagli accordi di contenimento delle retribuzioni sotto il livello di crescita del costo della vita degli accordi di concertazione fatti con Ciampi. Lo sciopero del 12 dicembre raccoglie la protesta e lo sconcerto dei lavoratori per la Job Act ma senza contrastarla radicalmente Il tempo dello sciopero è posteriore a quello delle decisioni del governo e non potrà cambiarle.Non si tratta di un errore di tattica ma di una strategia che di fatto diventa un consenso mascherato. Lo stesso era avvenuto con le gravissime leggi precedenti come la legge Biagi la legge Fornero che ha cambiato, quest'ultima, profondamente il regime previdenziale italiano. La legge che ha creato l'inferno degli esodati e che sposta di quasi dieci anni in avanti l'età pensionabile abbassando sensibilmente l'assegno con meraviglia di tutta l'Europa è stata varata senza combattere. Monti se ne è vantato pubblicamente e si è preso gli applausi della BCE del FMI e della Trilaterale.

Le persone che non sono andate a votare in Emilia ed in Calabria sono vittime di questo smottamento a destra. PD, CGIL, Coop sono diventati altra cosa di ciò che erano stati per quaranta anni. Questo cambiamento ha generato una situazione sociale che per i lavoratori è quasi al confine del terrore. Il potere del padronato è diventato enorme. I salari si sono abbassati, il lavoro è diventato pesante a volte pesantissimo, i servizi sociali del welfare sono diventati carissimi, la pubblica amministrazione ha perso la sua anima sociale ed è diventata strumento del nuovo potere del capitalismo. Non si fanno più da anni case popolari, scuole, asili ma solo grandi opere pubbliche basate sul cemento che hanno arricchito speculatori e corsari della politica. La corruzione si è accompagnata allo spretamento dei politici che sono diventati oligarchi.
Non sono andati a votare coloro che vivono di salari sotto la dittatura del capitale in tutte le sue forme e che sono minacciati dalla Job Act del poco che ancora rimane-.
Sono andati a votare i "salvati". Si tratta della borghesia dei ceti imprenditoriali medio alti che traggono profitto dell'accanimento del sistema contro i lavoratori. Non hanno votato "i sommersi".
Si tratta di milioni di persone che avevano cercato di trovare una alternativa in Grillo e sono rimasti delusi e che non riescono a trovare un Partito Comunista in grado di difenderle. Il problema non solo della sinistra ma della democrazia italiana è trovare un partito capace di essere discontinuo dalla Bolognina. Un partito in cui la fortuna della sua classe dirigente deve coincidere con la fortuna dei lavoratori e che deve soffrire con loro quando questi soffrono.

Pietro Ancona

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