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Giancarlo De Carlo e l’intrigo del progetto Kalhesa

La testimonianza di un grande urbanista, sui poteri in Sicilia, sullo sfondo dei grandi delitti di Palermo degli anni 1979-1982

(29 Novembre 2014)

giancarlodecarlo

Tra il 1979 e il 1982 nella città di Palermo, mentre una oscura strategia criminale travolge e decapita il ceto dirigente siciliano, due architetti italiani di grande prestigio internazionale, Giancarlo De Carlo e Giuseppe Samonà, e due professionisti locali, sono incaricati dal Comune di redigere un piano di risanamento del centro storico, fatiscente, spopolato, segnato dalle devastazioni dell’ultima guerra. Il progetto di recupero dovrebbe essere imposto da queste scandalose evidenze, ma sin dai primi momenti il cammino è impervio. Soggetti e network potenti, arroccati nella politica e nelle istituzioni, fanno di tutto per impedire ogni movimento. Le problematiche da affrontare sono ridotte a chiacchiere farraginose, parvenze e null’altro, perché tutto resti ancorato all’immobilità che ha garantito, dal dopoguerra, la tenuta del sistema. Si snoda così una partita «epica» ma dall’esito rigidamente fissato, entro cui, insieme ad autorità pubbliche territoriali, lobby e faccendieri, imperversano poteri profondi e insondabili, secolari e curiali, violenti e cristianamente «persuasivi». Rimane invece confusa, perciò irrilevante e frustrata, l’azione di soggetti autenticamente riformatori, impediti dalle loro intime contraddizioni, dalla marginalità, dal loro triste invecchiamento. Tutto questo, sullo sfondo di una città rassegnata, fatalista, indifferente, percorsa dalla miseria, dall’edonismo spavaldo dei ricchi, dagli intrighi, da una diffusa amoralità.
È questa, in sintesi, la trama del Progetto kalhesa, scritto da Giancarlo De Carlo sotto lo pseudonimo di Ismé Gimdalcha e oggi proposto dalle Edizioni di Storia e Studi Sociali, a quasi dieci anni dalla morte dell’autore e a vent’anni dalla prima edizione, che dopo una gestazione difficile, spiegata in premessa, è andata incontro a una lunga rimozione.
De Carlo, uomo della «Nordinia», racconta le viscere di Palermo con realismo, da testimone dei fatti, sulle prime fiducioso di un possibile mutamento ma nel succedersi delle cose sempre più disilluso. Un po’ come i grand tourists dei secoli passati, subisce il fascino dei luoghi e della storia lunga che portano impressa, ma si trova a dare conto di un sistema labirintico e complesso, da postazioni «privilegiate» e da vicino, che gli consentono di riflettere su quanto di disastroso sta avvenendo. Egli usa appunto lo pseudonimo e mette in maschera persone, luoghi e fatti. Ma adotta questo modo di raccontare a ragion veduta, facendo assurgere la città di Kalhesa a simbolo, a luogo di portata universale. Narrando Palermo e la vicenda di un progetto urbanistico che ancora oggi non possiede una storia compiuta, De Carlo racconta in realtà l’Italia, il mondo contemporaneo, l’anima prevaricatrice del potere.

Edizioni di Storia
edizionidistoria@gmail.com

Ismé Gimdalcha, Il progetto Kalhesa, Prefazione di Edoardo Salzano, Edizioni di Storia e Studi Sociali, pp. 214

Edizioni di Storia

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