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Lamezia contro l’omofobia: contestate le sentinelle in piedi

(1 Dicembre 2014)

Questa mattina, a Lamezia, in corso Nicotera, era prevista una veglia delle famigerate sentinelle in piedi. Decine di persone, con megafono, cartelloni e fischietti si sono radunate per contestarle e per ribadire con forza il rifiuto di ogni forma di omofobia. Qui sotto trovate la nota stampa redatta dagli attivisti che hanno dato il "benvenuto" a uno dei fenomeni più reazionari dell'Italia di oggi.

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168 milioni di bambini abbandonati nel mondo da quella che viene definita la famiglia “normale”, una famiglia cioè composta da genitori eterosessuali. Ci è sembrato il dato più opportuno dal quale partire perché denota una verità innegabile: l’eterosessualità non ti rende genitore, non è di per se elemento sufficiente per essere una figura capace di educare ed amare un bambino/a. Semplicemente non basta per evitare sofferenza e abbandono, insicurezze e malesseri. Ed allora cosa serve, ci siamo chiesti. Senza verità in tasca ci siamo posti una domanda complessa. Ma la risposta è stata semplice. Basta l’amore. L’amore che richiede scelte, coraggio, sacrifici, ma che regala sorrisi, emozioni, che è capace di costruire e non di distruggere. E l’amore a chi appartiene? A tutti quelli che sono capaci di amare e di lasciarsi amare. Ed allora non è prerogativa di nessun orientamento sessuale o religioso. E’ una scelta, l’amore, così come è una scelta quella di opporsi ad esso. Di ridicolizzarlo, deriderlo, condannarlo, stabilirne gli standard e chiederne l’omologazione. E’ una scelta quella di rifiutare che la vita possa essere composta da mille sfumature di felicità. E’ una scelta che comporta solitudine e negazione, dolore ed ingiustizia.
E’ una scelta violenta come il silenzio assordante con il quale le Sentinelle in Piedi hanno deciso di aggredire quello che loro ritengono sbagliato, ovvero l’amore in ogni sua forma.
Si sono posti come detentori di verità assolute ed hanno lasciato ai neofascisti di Forza Nuova il compito di cani da guardia, hanno schierato la loro proclamata violenza, la loro sbandierata intolleranza contro un concentramento spontaneo, colorato e pacifico. Hanno più volte cercato la provocazione, con offese alla persona e alla sua dignità, e quando hanno visto che quello non bastava per farci andare via, sono scesi anche alle minacce. Ma i loro musi duri e le braccia conserte hanno incontrato solo sorrisi. Perché noi, a differenza loro, non eravamo contro nessuno. Eravamo solo a favore dell’amore.
Ed allora abbiamo spezzato il loro silenzio spietato, da loro presentato come segno di civiltà ed invece maggiore responsabile del dolore e dell’angoscia nella quale i soggetti da loro discriminati sono travolti e che spesso porta ad un lento ed inesorabile abbandonarsi al vuoto, come dimostrano i sempre più alti numeri di suicidi tra omosessuali.
Abbiamo ricordato loro quanti uomini e donne che hanno segnato la storia siano stati bisessuali o omosessuali. Abbiamo letto le sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani che condanna l’Italia per la sua arretratezza in materia.
Abbiamo fischiato, come il vento, per ricordare che il mondo è complesso ma bellissimo e che ognuno merita la sua felicità. Perché ognuno di noi deve poter essere quello che è.
Eterosessuale, bisessuale, omosessuale, transgender.. non fa differenza. Perché “l’amore ha l’amore come solo argomento.”

Lamezia contro l’omofobia

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