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Dichiarazione CONUML sul 21 gennaio

(21 Gennaio 2015)

A 94 ANNI DALLA FONDAZIONE DEL PARTITO COMUNISTA D’ITALIA (PCd’I), SEZIONE DELL’INTERNAZIONALE COMUNISTA, RIAFFERMIAMO LA PIENA VALIDITA’ E ATTUALITA’ DELLA SUA NATURA E FUNZIONE STORICA DI CLASSE E RIVOLUZIONARIA CONTRO I SUOI FALSIFICATORI REVISIONISTI E OPPORTUNISTI!

Il PCd’I fu fondato in una fase storica di straordinario fervore rivoluzionario, che dilagava in tutta l’Europa dopo il trionfo della gloriosa e imperitura Rivoluzione Socialista d’Ottobre in Russia e dopo la fondazione della Terza Internazionale Comunista, avvenuta a Mosca all’inizio del mese di marzo 1919 per volere di Lenin e Stalin. Compito storico del PCd’I era quello di preparare e portare a termine la Rivoluzione Socialista in Italia, appena dopo la grande esperienza di lotta del proletariato industriale italiano, che in particolare nel nord del paese e più specificamente in Piemonte nel biennio 1919-1920 dette luogo all’occupazione e alla gestione operaia di importanti fabbriche, tra cui gli stabilimenti Fiat di Torino.

Sotto la guida dell’Internazionale Comunista fu fondato il Partito Comunista in vari paesi europei per organizzare e guidare le lotte del proletariato verso l’esplosione e la vittoria della rivoluzione socialista, con la conquista del potere politico da parte dei lavoratori dell’industria, delle campagne e dei servizi. Circa un secolo fa le condizioni di lavoro e di vita del proletariato di tutti i paesi non erano sostanzialmente diverse da quelle attuali, con elevate percentuali di disoccupati, sfruttamento disumano del lavoro e retribuzioni di fame; però allora, in confronto ad oggi, vi era una più chiara coscienza di classe e una più elevata propensione all’organizzazione, alla militanza e alla lotta di classe e rivoluzionaria per la conquista del potere politico, la costruzione della nuova e superiore società socialista e l’edificazione di quella comunista.

Il PCd’I nacque dalla confluenza di gruppi e correnti collocati sul terreno del marxismo rivoluzionario, che accettarono le 21 condizioni di ammissione all’Internazionale Comunista, e dalla scissione del partito socialista inquinato da socialdemocratici, revisionisti e opportunisti. Come in tutti i Partiti Comunisti, compreso in quello bolscevico dell’Unione Sovietica, vi furono le lotte interne tra i coerenti marxisti-leninisti e i revisionisti-opportunisti di destra e di “sinistra”, per la difesa dei principi e della strategia e della tattica vittoriosa del marxismo-leninismo, per la costruzione del Partito quale reparto di avanguardia della classe operaia, per la sua bolscevizzazione, per avvicinare l’obiettivo della rivoluzione socialista e della costruzione della società socialista nel nostro paese. Questo perché solo un partito di tale fattura politica e rivoluzionaria può condurre la classe lavoratrice alla vittoria nella rivoluzione, alla costruzione del socialismo e poi al comunismo.

Purtroppo anche nel PCd’I, con Togliatti e altri traditori e rinnegatori della causa del socialismo, prevalse in seguito la linea sciagurata del revisionismo, affermatosi ufficialmente col XX congresso del PCUS – con la scellerata “via italiana al socialismo” e la trasformazione del partito da classista a interclassista - dell’opportunismo, del riformismo, della collaborazione di classe, e successivamente dell’eurocomunismo e della sottomissione alla NATO e all’imperialismo americano ed europeo. Sino a trasformarsi nell’attuale partito borghese liberale, clericale, capitalistico e imperialistico cosiddetto democratico, guidato dall’ex democristiano e uomo di fiducia del sistema bancario e finanziario nazionale e internazionale Matteo Renzi. Un partito che ha completamente rinnegato e infangato il suo passato, che ha disconosciuto la sua origine, che ha tradito persino la lotta antifascista, la Resistenza, la Guerra di Liberazione e la stessa Costituzione borghese del 1948, che pure contribuì a redigere e approvare.

Con la modifica della stessa Costituzione in modo presidenzialista e decisionista, l’abolizione del Senato elettivo, l’introduzione del sistema elettorale di secondo grado, che si sostituisce al voto dei cittadini, deputati eletti non dal voto popolare ma per nomina dei partiti che detengono il potere, con la nuova legge elettorale che abolisce del tutto il sistema proporzionale e che con lo sbarramento elettorale e il premio di maggioranza nega ai partiti più piccoli di entrare con una propria rappresentanza in parlamento, Renzi, d’accordo con Berlusconi, sta letteralmente trascinando l’Italia verso un regime e un potere politico istituzionale reazionario, che prepara l’avvento di un nuovo regime fascista, in cui a decidere e a governare non è il popolo, ma i settori più reazionari, più imperialisti e guerrafondai del capitale finanziario.

Una svolta autoritaria e reazionaria dove vengono negati diritti e possibilità di vita dignitosa alle masse lavoratrici e popolari, dove lo sfruttamento del lavoro nelle aziende diventa sempre più violento e repressivo della personalità umana, dove si annulla d’imperio finanche la funzione reale degli stessi sindacati borghesi e riformisti, dove si riducono alla fame le masse lavoratrici e popolari per arricchire ulteriormente la dannata classe capitalistica in nome di un debito di Stato costruito ad arte per tale scopo e dove il potere, attraverso le proprie forze eversive, diventa sempre più repressivo delle lotte e delle organizzazioni del movimento operaio e comunista del nostro paese. Un partito, quello “democratico”, che a partire dalla rinuncia alla via rivoluzionaria e dall’affermazione del corso di destra, revisionista e opportunista seguito dal gruppo dirigente togliattiano già nell’ultima fase della Guerra di Liberazione antifascista, ha rinnegato la funzione storica del PCd’I trasformandosi, una tappa dopo l’altra, in un nemico dichiarato degli interessi e della prospettiva di liberazione dallo sfruttamento del proletariato italiano.

Altra infamia nei confronti del PCd’I è la sua denominazione utilizzata arbitrariamente da decenni da organizzazioni revisioniste e opportuniste per ingannare la classe lavoratrice e carpirne il consenso politico ed elettorale, sicché sino ad oggi non è stato possibile costruire in Italia un forte Partito Comunista di classe e rivoluzionario che assolvesse il compito storico del PCd’I. La formazione oggi di un forte Partito Comunista in Italia passa necessariamente attraverso la sconfitta proprio del revisionismo e dell’opportunismo, che sciaguratamente abbondano nelle fila del movimento operaio italiano. Tale obiettivo è possibile raggiungerlo solo attraverso l’emancipazione di classe e rivoluzionaria, ovvero marxista-leninista, della classe lavoratrice, la cui prevalenza oggi è ideologicamente e politicamente prigioniera della cultura borghese-riformista, clericale e capitalistica, mentre sindacalmente è intruppata nei sindacati collaborazionisti e in numero minore nei sindacati di base, in genere privi di una prospettiva politica di classe e rivoluzionaria.

Così come è determinante, con un adeguato lavoro teorico e politico, far capire ai lavoratori operai e intellettivi dei partiti revisionisti e opportunisti esistenti in Italia che se vogliono uscire veramente dal disgraziato sistema capitalistico, costruire la prospettiva rivoluzionaria socialista, conquistare il potere politico alla classe proletaria e costruire la società socialista, devono rapidamente abbandonare tali organizzazioni per unirsi ai marxisti-leninisti, militare e lottare per un autentico e coerente partito comunista di natura e strategia marxista-leninista. Per fare questo occorre ritornare allo studio dei testi del marxismo-leninismo, del pensiero e l’opera dei nostri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin, occorre acquisire la coscienza delle lotte rivoluzionarie socialiste condotte dal proletariato nazionale e internazionale a partire dalla pubblicazione, nel 1848, del Manifesto del Partito Comunista, redatto da Marx ed Engels, e occorre essere conseguenti nella pratica e imparare, finalmente, a distinguere i coerenti dai falsi comunisti, questi ultimi sempre pronti a collaborare per la sopravvivenza del decrepito sistema di sfruttamento e di abbrutimento capitalistico.

Il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML), rigorosamente costituito sulla base dei principi e della strategia del marxismo-leninismo, è nato, con le prime adesioni del Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista e Piattaforma Comunista, proprio con l’obiettivo di unire tutte le forze sinceramente e coerentemente marxiste-leniniste oggi esistenti in Italia, allo scopo di formare un unico e forte Partito Comunista di classe e rivoluzionario per lavorare all’obiettivo della rivoluzione socialista e della costruzione della società socialista nel nostro paese. Un appello che in questa ricorrenza rivolgiamo nuovamente e con forza ai sinceri comunisti e all’intero proletariato italiano per uscire dalle tragedie quotidiane dell’attuale ordine sociale.

Il sistema capitalista-imperialista, basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla divisione della società in classi contrapposte e in costante conflitto tra loro, sul carattere sociale della produzione e sull’appropriazione privata della ricchezza prodotta, sulla rovina e l’impoverimento delle masse lavoratrici e il saccheggio sistematico dei popoli, sta vivendo una profonda e prolungata crisi di sovrapproduzione di merci e capitali. E’ oramai decrepito e vive la sua fase storica di decadenza, preludio della rivoluzione socialista. E’ immerso in una crisi generale che procedendo nel suo continuo aggravamento genera condizioni di vita popolare sempre più drammatiche e insopportabili, crescenti pericoli di guerra, terrorismo, devastazioni ambientali, ignoranza e oscurantismo. L’evoluzione della crisi dimostra che il capitalismo è maturo per essere abbattuto e sostituito dal socialismo. Vi sono tutte le condizioni materiali affinché ciò avvenga rapidamente, ma occorre la volontà soggettiva della classe operaia, guidata da un forte e coerente Partito Comunista Marxista-Leninista perché ciò avvenga attraverso la rottura rivoluzionaria col sistema economico e con l’organizzazione statale esistenti.

Il CONUML è nato e lavora per questa svolta storica. La rivoluzione socialista è una necessità del momento come lo era nel 1921, quando fu fondato il PCd’I. Solo con essa il proletariato italiano potrà liberarsi dalle catene secolari dello sfruttamento padronale, dalla precarietà del lavoro e dalle apprensioni sociali della vita quotidiana conquistandosi un’esistenza dignitosa per la quale vale la pena vivere, libera da patemi e umiliazioni d’ogni genere. Il CONUML, forte degli insegnamenti del marxismo-leninismo, continuerà il suo lavoro politico sull’esperienza del PCd’I, della gloriosa Rivoluzione Socialista d’Ottobre, della dittatura del proletariato, della costruzione del socialismo in Unione Sovietica e in altri paesi, dell’internazionalismo proletario, della lotta al nazifascismo condotta eroicamente dai popoli dell’Unione Sovietica e dai Partiti Comunisti di tutto il mondo, della lotta senza quartiere contro il trotskismo, il revisionismo di tutte le specie dei principi del marxismo-leninismo, l’opportunismo, l’economicismo e tutte le deviazioni socialdemocratiche, riformiste e borghesi dai principi di classe e rivoluzionari della lotta comunista per il socialismo.

Il CONUML fa proprie le ragioni che furono alla base della fondazione del PCd’I il 21 gennaio 1921 a Livorno e le addita al proletariato italiano per la sua lotta rivoluzionaria di oggi. Denuncia e condanna con estrema severità tutte quelle organizzazioni politiche italiane che hanno sistematicamente usurpato e utilizzato opportunisticamente quel nome glorioso e fa appello ai comunisti e a tutti i lavoratori emancipati a unirsi presto in un unico, forte, coerente e rivoluzionario Partito Comunista, rigorosamente fondato sui principi del marxismo-leninismo e sul pensiero e l’opera di Marx, Engels, Lenin e Stalin, che con la sua ideologia d’avanguardia, il suo programma rivoluzionario, la sua linea ed azione politica tra le masse, prepari e guidi il proletariato e i suoi alleati alla rivoluzione e alla conquista del potere politico.
E’ questo il modo migliore per ricordare la fondazione del PCd’I e per recuperarla al lavoro rivoluzionario di oggi in vista della Rivoluzione e della costruzione del Socialismo in Italia e nel mondo.

Roma, 21 gennaio 2015.

COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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