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Lo scandalo e il ladrocinio del debito greco

(7 Febbraio 2015)

loscandaloeilladrocinio

di Vicenç Navarro (*)

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una campagna mediatica volta a terrorizzare il votante greco perché non votasse la coalizione di partiti di sinistra conosciuta come Syriza.
Una campagna che possiamo vedere anche qui, in Spagna, dove l’obiettivo è spaventare l’elettorato spagnolo, sottolineando il disastro che rappresenterebbero per questo paese i partiti di sinistra come Podemos o Izquierda Unida (che sono considerati omologhi a Syryza in Grecia) se vincessero le prossime elezioni alle Cortes spagnole, che avverranno a fine anno.
Gran parte di questa campagna mediatica è consistita nell’equivocare le intenzioni di quelli che vengono considerati avversari o nemici, che devono essere distrutti. Uno di questi equivoci è stato dire che se Syriza vinceva le elezioni, questo partito non avrebbe pagato il debito pubblico, facendo sì che i mercati finanziari smettessero di prestare denaro alla Grecia con il conseguente collasso finanziario che avrebbe costretto il paese a uscire dall’euro.
Con questa valanga di falsità si ignorano molti fatti che dovrebbero essere conosciuti per capire meglio il problema del debito greco e la risposta di Syriza.
Vediamo, in primo luogo, come si è generato il debito greco.

Perché la grande crescita del debito pubblico greco
La Grecia ha visto crescere il suo debito pubblico in modo molto rapido, da circa il 100% del PIL quando è iniziata la Grande Recessione al 174% dell’anno 2014. Vi è stata una leggera flessione nell’anno 2012 dovuta alla ristrutturazione del debito pattuita tra i creditori ed il governo greco, ma nel 2013 ha continuato a crescere fino ai livelli attuali.
Ora, quando analizziamo la situazione del debito pubblico di uno Stato, è importante considerare non solo l’entità del debito pubblico, ma anche il costo che rappresenta per lo Stato il pagamento del suddetto debito pubblico e chi ne è il proprietario.

Se guardiamo ognuno di questi dati vedremo che, anche quando il volume del debito pubblico è aumentato, il volume degli interessi che lo Stato greco paga per il debito, in realtà, si è abbassato: da un 7% del PIL nell’anno 2011 al 4,3% nell’anno 2014. Questa cifra è, in verità, inferiore a quella del Belgio e dell’Italia (che è circa del 5-6% del PIL). La Spagna, con un debito pubblico inferiore a quello greco (circa il 100% del PIL), destina il 3,5% del PIL al pagamento degli interessi sul debito (un po’ meno della Grecia), il che continua ad essere sorprendente perché quello che costa allo Stato spagnolo pagare gli interessi del debito è solo leggermente inferiore a quanto costa alla Grecia nel momento in cui, di fatto, la Spagna ha una percentuale molto più bassa di debito pubblico rispetto alla Grecia. Come è possibile?

La risposta a questa domanda è che i proprietari del debito pubblico della Grecia non sono più le banche private (soprattutto tedesche e francesi, ma anche spagnole) ma lo sono diventati la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale e gli Stati dell’Eurozona, compresa la Spagna (attraverso il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria, FEEF).
Oggi la maggior parte del debito pubblico greco è posseduto da istituzioni pubbliche, cioè: il FEFF (formato da 17 paesi della UE, tra cui la Spagna, per un 60%), il Fondo Monetario Internazionale (FMI, per un 10%) e la Banca Centrale Europea (BCE, per un 6%).
In Spagna, tuttavia, secondo dati del Tesoro Pubblico, la maggior parte del debito pubblico è di compratori stranieri (il 48%). Il resto lo posseggono le banche spagnole (30%), compagnie di assicurazione private (7%), fondi pensione privati (7%) e un 8% la Previdenza Sociale.

Perché la Troika ha comprato il debito pubblico greco posseduto dalle banche private?
In Grecia questo cambio da privato a pubblico ha significato una trasformazione nell’evoluzione del debito. Le condizioni di pagamento accordate sarebbero state molto più difficili da raggiungere se le negoziazioni per la ristrutturazione del debito stesso fosse state dai primordi con le banche private. Non è stato così. Sono state fatte con la Troika. In quei negoziati è stato permesso un abbassamento degli interessi, un’estensione delle scadenze di pagamento del debito pubblico e la consegna dei benefici direttamente al governo greco, invece che alla BCE.
Questi cambiamenti spiegano la caduta del costo del pagamento degli interessi sul debito. Questi cambiamenti si sono potuti realizzare facendo sì che la proprietà del debito pubblico passasse da mani private a quelle pubbliche attraverso l’acquisto da parte della BCE, del FMI e degli stati europei dei titoli pubblici detenuti dalle banche private.
Questo acquisto di debito pubblico ha anche generato un aumento del volume del debito ed ha risposto alla necessità di salvare le banche private (tedesche, francesi e spagnole, tra le altre) che erano strapiene di debiti pubblici.
Così, quando sembrava che lo Stato greco stesse per collassare, la Troika intervenne per evitare il danno alle banche private, comprando debito pubblico e facilitando il pagamento del debito da parte dello Stato greco.
Come dice bene il direttore aggiunto del Financial Times, il sig. Martin Wolf, i fondi della Troika impiegati nell’acquisto di debito pubblico dalle banche private, non erano “per aiutare la Grecia, ma per aiutare il settore finanziario privato ad abbandonare la Grecia” (intervista al giornale ARA, 1.1.2015).
La radice dell’enorme problema del debito pubblico era, e continua ad essere, il sistema bancario europeo e le norme di governo della Banca Centrale Europea. La BCE compra debito pubblico dalle banche private ad un prezzo altissimo, conseguenza della regola che la BCE non possa comprare (secondo la sua normativa) debito pubblico direttamente dallo Stato greco. E a maggior scandalo, le banche private avevano ottenuto liquidità per comprare il debito greco niente meno che dalla stessa BCE, ad interessi bassissimi.
Più che uno scandalo, è un ladrocinio e del parassitismo del pubblico da parte del privato. E quanto prima lo chiamano “salvataggio della Grecia”, mentre si tratta di un salvataggio del sistema finanziario privato europeo, che va dalle banche private greche al resto delle banche europee.

Perché il debito greco continua a crescere?
L’acquisto dei titoli pubblici da parte della Troika è stato un enorme salvataggio della banca privata a prezzi esuberanti. E’ questa la causa della continua crescita del debito pubblico greco. Quindi i proprietari del debito sono diventati, dalle banche private, le istituzioni pubbliche visto che l’acquisto dei primi è avvenuto da parte dei secondi. In altre parole, per evitare le perdite alle banche europee, tra gli altri lo Stato spagnolo ha finito per comprare titoli greci per un valore di più di 30.000 milioni di euro attraverso il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria.

Gli economisti “catastrofisti” non hanno detto nulla di questo ladrocinio. Invece spaventano gli spagnoli dicendo che se Syryza vince le elezioni il suo governo non pagherà il debito allo Stato spagnolo, così che ogni cittadino perderà 300 euro, cifra alla quale i catastrofisti sono arrivati dividendo il totale del debito pubblico che lo Stato possiede per il numero degli spagnoli.
In questo calcolo si fa una grande manipolazione, perché c’è il dato fondamentale che ho citato, che è stato nascosto (o probabilmente questi catastrofisti non lo conoscono) , che il denaro prestato allo Stato greco da parte dello Stato spagnolo era, in realtà, parte del pagamento dei famosi salvataggi delle banche periferiche dell’Eurozona (nel caso della Grecia, serviva perché lo Stato potesse pagare le banche private, che erano i maggiori proprietari del debito pubblico). Da qui discende il fatto che oggi il debito greco sia debito pubblico acquisito in gran parte perché la Stato greco potesse pagare le banche private.

Quello che non si dice è che i 300 euro (in realtà 600) che il cittadino spagnolo ha prestato allo Stato greco sono serviti a pagare le banche straniere, comprese quelle spagnole, che possedevano enormi quantità di debito pubblico greco.
I “paganti” sono stati le classi popolari greche, che hanno sofferto enormi tagli della spesa pubblica per pagare gli interessi del debito pubblico, e anche i cittadini di altri paesi; tutti per poter pagare le banche straniere (particolarmente tedesche, ma anche francesi e spagnole). E ora questi catastrofisti cercano di mettere contro i cittadini spagnoli e i cittadini greci, dicendo che se lo Stato greco non paga il debito il cittadino spagnolo perderà 300 euro.

Perché si riproduce un tale sistema di governo dell’euro?
In realtà tutto è tessuto per il beneficio e la gloria della banca privata. Tutto, ripeto.. tutto, avrebbe potuto essere risparmiato se la Banca Centrale Europea fosse stata una banca Centrale invece di essere una lobby della banca, soprattutto tedesca. L’ipertrofia del debito pubblico greco si deve fondamentalmente al fatto che la BCE non ha aiutato gli Stati (come avrebbe fatto qualunque Banca Centrale)proteggendoli dalla speculazione dei mercati finanziari comprando loro il debito pubblico. Sembra che, alla fine, la BCE lo farà, anche se non direttamente ma indirettamente comprando debito pubblico dalle banche private sul mercato secondario.
Perché ha tardato tanto? Ma perché alle banche private la situazione è andata più che bene. E agli Stati periferici e alle classi popolari è andata più che male.

Il governo Syriza ha ragione
Come risultato di quanto sopra detto, è logico che un nuovo governo greco chieda un’inchiesta per sapere come, quando e chi ha generato il debito; un’inchiesta, naturalmente, che non solo è permessa ma è anche richiesta ora dalle normative della UE e del Parlamento europeo, secondo le quali tale inchiesta la si esige quando si deve effettuare una ristrutturazione del debito.
E’ stata proprio la Troika a non rispettare la norma nell’ultima ristrutturazione del debito, visto che l’inchiesta avrebbe dimostrato l’illegalità delle condizioni che la stessa Troika aveva imposto alla Grecia.
E’ giusto e necessario che vi sia la richiesta di un’inchiesta sul debito insieme alla rinegoziazione del debito.
Anche colui che fu il direttore della ristrutturazione del debito greco nel 2012, il sig. Charles Dallara, è d’accordo su questo. Le sue recenti dichiarazioni sono, di fatto, favorevoli alla proposta di Syriza.
Ma tutto questo non appare sui media, che si stanno mobilitando per impaurire la popolazione, sia in Grecia che in Spagna.
In realtà la Troika non potrebbe porre le condizioni che impose alla Grecia dato che, come ha segnalato Eric Toussaint, le sue condizioni violano sia il Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea che la sua carta Sociale, compresa anche la carta dei Diritti Fondamentali della UE.

Un’ultima osservazione. L’enfasi sul debito ha distratto l’attenzione dei mezzi di informazione che non hanno dato sufficiente visibilità ad altri responsabili della crescita del debito, come l’enorme dominio sullo Stato da parte di una struttura oligarchica che ha portato alla rovina la Grecia, come ho scritto in un precedente articolo (vedi “Che succede in Grecia”, Pùblico, 14.1.2015).
Tale debito non si può capire senza la complicità di questa struttura di potere con gli interessi finanziari stranieri, una situazione simile a quanto succede in Spagna.


(*) Ex professore di Economia Applicata all’Università di Barcellona. Oggi professore di Scienze Politiche e Sociali all’università Pompeu Fabra di Barcellona.
da: surysur.net; 4.2.2015

Traduzione di Daniela Trollio - Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

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