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In democrazia c'è sempre una speranza

In democrazia c'è sempre una speranza

(7 Maggio 2010) Enzo Apicella
Elezioni in Inghilterra. In democrazia c'è sempre una speranza

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Roma, per una mobilitazione generale
contro il bilancio comunale 2015

(11 Febbraio 2015)

Nelle prossime settimane l'Assemblea capitolina sarà chiamata a discutere il bilancio previsionale 2015 di Roma Capitale, licenziato dalla Giunta il 30 dicembre.

E' evidente come questo bilancio risulti essere figlio dei vincoli imposti dal patto di stabilità interno, dalla spending review e più in generale dalle politiche di austerità e dall'inserimento del pareggio di bilancio nell'art. 81 della Costituzione. Si tratta delle conseguenze del decreto “Salva Roma”, tramite il quale si è trasformato l'Ente Locale nel terminale attuativo dei vincoli monetaristi cancellando di fatto la sua missione originaria, ovvero essere un presidio della democrazia di prossimità e dei diritti dei cittadini.

Gli enti locali hanno però il potere e il dovere di ribellarsi a un attacco sistemico che punta a far scomparire la loro funzione pubblica, sociale, e democratica. Per farlo, però, è necessario coinvolgere i cittadini. La giunta capitolina ha invece approvato questo provvedimento in sordina, nessun documento è stato reperibile per le prime settimane, nessuna ricerca di un confronto con quelle realtà che da anni animano il tessuto sociale di questa città. Anzi, ogni settimana funzionari zelanti fanno partire lettere di sgombero per liberare quel patrimonio con il quale si intende fare cassa, consegnandolo alla speculazione privata. Un patrimonio che, gestito socialmente, costituisce invece una risorsa.

Si tratta di un bilancio “lacrime e sangue”, di tagli indiscriminati e aumenti delle tariffe, in cui sull'altare dell'equilibrio di bilancio si sacrificano i servizi pubblici e i diritti di tutte e tutti. Con il ricatto del debito s'intende spianare la strada alle privatizzazioni a partire dalla gestione dell'acqua, alla riduzione del welfare, dagli asili alla cultura, ai licenziamenti collettivi dei lavoratori e delle lavoratrici di moltissime aziende partecipate.

Si tratta di un bilancio che delinea un'idea di città completamente cieca e sorda rispetto a quella che i movimenti sociali, i lavoratori e le lavoratrici, le cittadine e i cittadini, attraverso la lotta, le mobilitazioni e gli strumenti di partecipazione dal basso stanno delineando da anni, anche attraverso delibere d'iniziativa popolare.

Risulta evidente come Roma sia una città sempre più alla deriva, depredata da poteri occulti, mafiosi e fascisti, sempre più divisa tra periferie all'abbandono e un centro in balia della mercificazione, esplosiva per le contraddizioni fatte emergere dalla crisi economica e sociale, soggiogata da una gestione clientelare che trasforma le emergenze sociali, da quella abitativa a quella dell'accoglienza, in una nuova occasione per facili affari.

Non intendiamo lasciare in mano alle solite lobbies economico-finanziarie ciò che ci appartiene.

Per questo invitiamo i cittadini e le realtà sociali, che si battono per la tutela dei beni comuni e per un nuovo modello di città, contro le politiche di austerity, a partecipare il 12 febbraio alle 17.30 ad una riunione cittadina, che si svolgerà al Rialto presso la sede del Coordinamento Romano Acqua Pubblica, in cui confrontarsi sulle decisioni che interessano il destino di Roma. Non vogliamo permettere che si ripetano le stesse devastanti ricette che hanno messo in ginocchio l'intero paese e perpetrato la crisi.

Vogliamo costruire insieme una mobilitazione generale e diffusa volta a contrastare questo disegno feroce, rilanciando un nuovo modello di città che guardi al godimento dei beni comuni e del welfare locale, attraverso la riappropriazione sociale e la gestione partecipativa dei servizi pubblici e del patrimonio.

Rete per il Diritto alla Città

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