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A proposito di alcune infami calunnie

(14 Aprile 2015)

Prendiamo la parola per denunciare una gravissima e infame manovra da parte di qualche ex militante del nostro Partito.

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La manovra è consistita nel mettere in circolazioni voci denigratorie nei riguardi di alcuni nostri membri, in particolare verso i compagni più in vista. Nulla – registrando anche da questo punto di vista la perdita di senso politico – ci è stato da loro risparmiato: paura, viltà, tradimento, opportunismo personale, fino all’accusa di legami con forze dello Stato borghese. Tali calunnie sono state diffuse tra militanti di altre organizzazioni comuniste, di “movimento” e persino nel campo dei rapporti internazionali della Tendenza Comunista internazionalista (TCI).

Si è trattato di una vera e propria campagna di diffamazione, sistematica, studiata, caratterizzata da due “criteri metodologici”:

1) Le infami accuse non sono mai state avanzate pubblicamente, alla luce del sole. Sapendo di mentire, i diffamatori hanno preferito le modalità più subdole e torbide, il sussurrato, il pettegolezzo.

2) Non è mai stato prodotto uno straccio di prova. Ma visto che è chi accusa ad aver l'onere di produrre delle prove, è la stessa assenza di evidenze concrete a testimoniare l'infamia di questi individui e delle loro manovre.

É significativo notare inoltre come tali calunnie infamanti siano state mosse solamente dopo che questi elementi sono usciti dall'organizzazione. Sembra ormai che, dopo l'uscita dalla nostra organizzazione, per qualche ex compagno l’attacco denigratorio contro il Partito Comunista Internazionalista (e contro tutta la TCI) sia diventata la principale ragione politica, se non di vita.

Si tratta, insomma, della politica da chiesucola che abbiamo sempre disprezzato: invece di verificare la propria impostazione nella prassi questi preferiscono – in assenza di altro spessore – legittimarsi buttando fango su di noi e sui nostri militanti, dando così fiato ai rancori mai sopiti ed alla propria miseria politica e umana.

Nella storia del nostro Partito una cosa così grave può trovare il suo corrispettivo – fatte le debite proporzioni – solo durante la seconda guerra mondiale, quando i militanti internazionalisti erano nel mirino degli sgherri togliattiani, che giustificavano la loro azione persecutoria, fino all'omicidio politico, accusandoci di “essere al servizio della Gestapo”.

Questa la nostra denuncia, pubblica e alla luce del sole, di una manovra che ha il chiaro segno della provocazione politica al fine di innestare meccanismi di sospetto e creare difficoltà – se non proprio sabotare – al nostro lavoro politico.

Il Partito Comunista Internazionalista saprà respingere con tutti i mezzi anche questa infamia pervenuta da chi è più abituato a nuotare nel mare torbido della provocazione che nella chiarezza dei propri intendimenti politici, e come sempre proseguirà il suo lavoro per la costruzione dell'alternativa rivoluzionaria e comunista a questo sistema e per la costruzione del partito rivoluzionario di classe.

I militanti del Partito Comunista internazionalista (Battaglia Comunista)

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