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Guerre e politicanti falsari

(23 Aprile 2015)

warpoliticant

ANSA

Durante l'infausta guerra di Libia del 2011 la Lega era al governo. Quella guerra, che con altri conflitti simili è una delle cause fondamentali della fuga di centinaia di migliaia di profughi, fu voluta da Sarkozy, da Cameron, da Obama, dalla Clinton, da Napolitano, e dalle monarchie assolute di Arabia Saudita e Qatar. Tra i più chiassosi propugnatori Ignazio Benito Maria La Russa e Franco Frattini, mentre i media fingevano di prendere sul serio le foto di un normale cimitero presentate come fosse comuni, le favole del bombardamento di Tripoli da parte di Gheddafi, nonostante le smentite dell'Arcivescovo di Tripoli, o le storielle del Viagra dato ai soldati per spingerli a violentare le donne.
Umberto Bossi, Roberto Calderoli, l'animalista Michele Vittoria Brambilla, non schiodarono le terga dalla poltrona ministeriale per protestare contro la guerra, e rimasero al loro posto pure Giorgia Meloni e Daniela Santanchè (Sottosegretaria al programma di governo)-
Il governo Berlusconi, violando spudoratamente il recente trattato d'amicizia con la Libia, che vietava l'utilizzo delle basi italiane per l'attacco a Tripoli (firmato da Berlusconi e recepito nel nostro ordinamento con la firma sua e di Napolitano), autorizzò pure il bombardamento della Libia da parte della nostra aviazione, cercando di presentare il tutto come una pura operazione di ricognizione.
La guerra non ha portato la democrazia, come ci dicevano i falsari, ma Al Qaeda e l'ISIS, e circa 1700 bande ingovernabili, su un territorio grande come Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Svizzera messe insieme. Ora, i responsabili della precedente catastrofe pretendono di apportare il rimedio. Matteo Felponi, contestato in tutta Italia e pure al parlamento europeo per il suo assenteismo da record e Daniela Santabarbara , questi statisti da talk show, questi demagoghi strafottenti, non hanno rimedi da offrire. Non sono la soluzione, fanno parte della malattia. Berlusconi, Napolitano, Bossi, Calderoli, Meloni, Santanchè, i ministri di allora, i giovani virgulti come Salvini, e loro manutengoli dei media sono i responsabili della succursale italiana, che, per conto di Washington e di Wall Street , hanno portato la guerra in Libia, spalancando le porte dell'inferno.

Michele Basso

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