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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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VIVA IL 70° ANNIVERSARIO
DELLA GLORIOSA VITTORIA SUL NAZISMO!

(10 Maggio 2015)

L’8 Maggio 1945 la Germania nazista, costretta in ginocchio dall’Armata Rossa, dalla lotta antifascista dei lavoratori e dei popoli, riconobbe la sconfitta e dichiarò la resa incondizionata. La bandiera rossa sul Reichstag manifestò la capitolazione dei nazisti, sancì la fine della II Guerra mondiale in Europa e segnò una enorme differenza, in termini positivi, per l’intera umanità.

La lotta per la liberazione e i popoli dal giogo fascista fu lunga e difficile. L’Unione Sovietica sopportò il peso di gran lunga maggiore di una guerra dura, sanguinosa, che per dimensioni, accanimento e numero di vittime non è paragonabile alle precedenti. Una guerra che fu preparata dalle forze della reazione imperialistica.

Il paese del socialismo costituiva a un insuperabile ostacolo per l’espansione dei paesi imperialisti e un formidabile esempio da seguire per i proletari degli altri paesi. Perciò venne sempre considerato dagli imperialisti e dai nazifascisti un nemico da abbattere.

Il nazifascismo fu l’arma che l’imperialismo mondiale scatenò contro l’Unione Sovietica, patria dei lavoratori di tutto il mondo, contro il movimento operaio e le organizzazioni della classe operaia.
L’andata al potere delle belve fasciste, il terrorismo e le brutalità da esse praticate sono la dimostrazione che la borghesia monopolistica è pronta a qualsiasi barbarie per salvaguardare lo sfruttamento capitalistico e i suoi privilegi.

Nella loro immane impresa vittoriosamente conclusasi, la classe operaia e i popoli sovietici, dovettero affrontare grandi sacrifici e privazioni per difendere il socialismo, la libertà e l’indipendenza. La Germania e altri paesi fascisti, tra cui l’Italia mussolinana, quando invasero l’Unione Sovietica devastarono il paese, distrussero città, fabbriche e opere pubbliche, perpretarono bestiali crimini di guerra.

La Repubblica dei Soviet pagò il più alto tributo di vite umane: circa 27 milioni di morti, fra vittime militari e civili. Ma la micidiale macchina bellica nazista nulla potè contro l’eroismo, la fermezza ed il patriottismo dei soldati e dei partigiani sovietici, coscienti della posta in palio per l’intera umanità. In effetti, gli alleati delle potenze capitalistiche occidentali svolsero un ruolo più attivo nel conflitto, aprendo un secondo fronte in Europa, solo quando divenne evidente che l’esercito sovietico era in grado di sconfiggere da solo le forze della Germania nazista e dei suoi vassalli.

La vittoria sul fascismo condusse alla liberazione di una serie di paesi e di popoli dalla schiavitù nazifascista, all’instaurazione di regimi di democrazia popolare in diversi paesi dell’Europa. Grazie a queste vittorie si aprirono nuove brecce nel sistema capitalista-imperialista, fu creato il campo socialista e si stabilirono migliori rapporti di forza fra il proletariato e la borghesia a livello internazionale. La libertà, le conquste democratiche, gli elementi di benessere e di civiltà che abbiamo conosciuto in questi 70 anni sono per molti aspetti il portato di quella vittoria storica, verso la quale siamo tutti debitori.

La vittoria contro la bestia nazifascista e il ruolo che in essa ebbe l’Unione Sovietica non sarebbero stati possibili senza la fedeltà agli ideali del socialismo, ai principi del marxismo-leninismo e all’internazionalismo proletario che animavano il Partito, la classe operaia e i popoli dell’URSS, senza la straordinaria decisione e dedizione alla lotta dei comunisti, della classe operaia e dei popoli sovietici, senza la capacità politica e militare del Partito, dell’esercito e dello Stato sovietico con alla testa il compagno Stalin. Il movimento antifascista, contrariamente a quanti sostengono una sua versione falsificata venne organizzato in tutti i paesi e fu animato e diretto dai comunisti.

Fu la degenerazione revisionista, che dilagò dopo il XX Congresso del PCUS, a bloccare la marcia in avanti del proletariato e dei popoli e a restaurare il capitalismo. Quello che è crollato nel 1991 non era più da tempo uno Stato di dittatura del proletariato, socialista, così come il PCUS non era più un autentico Partito comunista. La Russia odierna è un rapace stato imperialista, dominato da potenti monopoli finanziari, in conflitto con l’imperialismo USA e dei loro vassalli europei che lo stanno stringendo d’assedio con la NATO, preparando le condizioni per nuovi conflitti imperialisti.

Oggi, a 70 anni da quella memorabile vittoria, la preparazione della guerra di rapina sul piano esterno e la reazione politica sul piano interno sono divenuti elementi fondamentali della politica della borghesia imperialista. Questi fenomeni inevitabili nel capitalismo, si acutizzano nei periodi di crisi economica capitalista che aumentano le contraddizioni interimperialiste, ponendo all’ordine del giorno una nuova ripartizione del mondo fra le varie potenze imperialiste e capitaliste. Queste pericolose tendenze riguardano chiaramente anche il nostro paese, dove il governo Renzi avanza nel suo progetto di trasformazione reazionaria dello Stato e nei piani di guerra imperialista al carro della NATO.

In differenti paesi del mondo è evidente la comparsa e lo sviluppo del fascismo come espressione degli interessi dei settori più reazionari, sciovinisti e aggressivi del capitale finanziario, dei monopoli dell’apparato militar-industriale e del settore energetico, come manifestazione di gruppi razzisti, xenofobi e fondamentalisti. Le manifestazioni fasciste oggi si esprimono nell’aggressioni perpetrate contro i lavoratori, i giovani e i migranti da parte di bande paramilitari, razziste e xenofobe, così come nella lotta politica elettorale, dove in alcuni paesi raggiungono risultati significativi strumentalizzando il malcontento esistente. In Ucraina i fascisti, eredi dei responsabili della morte di milioni di comunisti, slavi, ebrei, omosessuali nei campi di sterminio, sono andati al potere con un colpo di Stato appoggiato apertamente dagli USA e dall’UE. I fascisti sono oggi una minaccia per la democrazia e la libertà dei lavoratori e dei popoli, che non va sottovalutata.

Il fascismo viene favorito dalla politica di collaborazione con la borghesia e di divisione delle forze operaie promossa dai capi della socialdemocrazia e dei sindacati riformisti; avanza grazie alle pratiche repressive, antidemocratiche e militariste dei governi borghesi. Per i rivoluzionari proletari lo smascheramento, la denuncia e la lotta senza quartiere contro tutte le espressioni del fascismo, da quello classico a quelle più sofisticate come i camaleonti rossobruni, sono responsabilità ineludibili nel processo di organizzazione della lotta rivoluzionaria per il socialismo.

E’ possibile sbarrare la strada all’offensiva capitalista, alla reazione politica, al fascismo, al razzismo, al sionismo, al nazionalismo, alle minacce di guerra, con il fronte unico di lotta del proletariato, da realizzare in ogni fabbrica, in ogni zona, in ogni paese, per la difesa dei propri interessi economici e politici, per l’abbattimento del capitalismo. Su questa base va creato un ampio fronte antimperialista e antifascista (i due processi non sono separati, ma si intrecciano nella viva dialettica della lotta di classe), che veda la partecipazione delle ampie masse popolari e dei loro organismi. Nel nostro paese questo fronte, o coalizione popolare, deve esigere l’uscita dell’Italia dalla NATO e dall’UE, la chiusura delle basi USA e NATO, il ritiro immediato di tutte le missioni militari all’estero, la drastica riduzione delle spese militari e l’aumento di quelle sociali, e si esprimerà per l’appoggio alle lotte di liberazione sociale e nazionale dei popoli oppressi dall’imperialismo.

La vittoria dell’8 maggio dimostra che l’imperialismo, la guerra di rapina e la reazione più feroce delle classi dominanti possono essere sconfitti dalla lotta decisa e fino in fondo dei lavoratori e dei popoli, sotto la guida del Partito comunista. Solo con la distruzione dell’imperialismo, solo con l’edificazione della società socialista a livello mondiale, solo con l’unità internazionalista dei lavoratori, sarà possibile eliminare le cause del fascismo e delle guerre imperialiste, conquistare la libertà e la democrazia dei lavoratori, la pace e la solidarietà tra i popoli.

La storia dimostra che solo con autentici partiti marxisti-leninisti che dirigono la lotta si può abbattere l’imperialismo e la reazione, si può vincere la battaglia per la emancipazione dell’intera umanità. E’ questo un insegnamento fondamentale ed estremamente attuale per i comunisti e i rivoluzionari delle attuali generazioni, per le avanguardie del proletariato. Anche nel nostro paese è indispensabile che sorga il prima possibile un vero Partito comunista del proletariato, quale unione degli elementi avanzati del proletariato con il movimento comunista (marxista-leninista).

Chiamiamo dunque gli operai d’avanguardia, i proletari che resistono e lottano contro l’offensiva capitalista, i sinceri comunisti, i giovani rivoluzionari, gli antifascisti conseguenti, a distaccarsi in modo deciso, netto e definitivo dal riformismo, dal revisionismo e dall’opportunismo, ad abbandonare le residue illusioni democratico-borghesi e dal cretinismo parlamentare, ad unirsi alla nostra attività per contribuire alla formazione del Partito Comunista del Proletariato d’Italia.

Questo è l’onore migliore che possiamo rendere alla memoria degli eroici soldati dell’Armata Rossa e ai partigiani che hanno combattuto e vinto il nazismo!

Viva l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin!
Viva la classe operaia e i popoli che lottano per la loro emancipazione sociale e nazionale!
Morte all’imperialismo e al fascismo!
Viva il Socialismo e il Comunismo!

Maggio 2014

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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