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ROMA, RESOCONTO DELL'INCONTRO DEL 12 MAGGIO CON L'ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI E DELLA SALUTE

(19 Maggio 2015)

danese

L'Assessora Danese, assente all'incontro

Si è svolto il 12 maggio 2015, utilizzando la giornata di mobilitazione nazionale con scioperi e manifestazioni, su impulso del raggruppamento “OPERATRICI E OPERATORI SOCIALI IN LOTTA” che ha il sostegno di Cobas, USI e Cub, Usicons, preannunciato da alcuni giorni, un incontro con l’Assessorato alle Politiche Sociali e della Salute di Roma Capitale. L’incontro era la prosecuzione del primo contatto e incontro avuto il 5 febbraio. Dopo l’approvazione del Bilancio 2015 a Marzo con il pesante aggravio della riduzione in un anno (anziché due anni, imposizione dell’Assessora al Bilancio Scozzese) del “piano di rientro comunale” concordato con il MEF, nonché con la situazione nel terzo settore, con bandi di gara annullati in autotutela o in proroga per gli effetti delle inchieste definite di “Mafia Capitale” e la situazione in generale grave dal punto di vista occupazionale, salariale (ritardi e mancati pagamenti regolari di stipendi, salari, retribuzioni) e di peggioramento materiale delle condizioni di lavoro e di servizio, anche in termini di non applicazione delle misure a tutela di salute e sicurezza sul lavoro, che coinvolge Enti, associazioni onlus, cooperative e consorzi nei servizi socio sanitari, assistenziali ed educativi in città (situazione segnalata e indicata anche nella riunione avuta la mattina del 12 da delegazione Usi alla Prefettura di Roma, quale Ufficio territoriale di Governo, assieme ad altre questioni di rilievo cittadino e uno degli obiettivi dello sciopero per la città di Roma, di cui si farà un resoconto a parte dell’incontro ottenuto), avere un secondo passaggio e incontro con l’Assessorato era diventata questione rilevante, nell’ambito dell’intervento cittadino e delle forme di collegamento o sostegno alle singole situazioni e settori del complesso, variegato e intricato “terzo settore”, per la massa enorme di attività, servizi e progetti ormai non più svolti da personale pubblico, ma ancora di rilevanza pubblica.
La tenacia della delegazione che si era autorganizzata e “autoconvocata”, ha permesso che si svolgesse l’incontro con il capo segreteria dell’Assessora Danese De Luca, il quale si è scusato per l’assenza dell’Assessora (che il 5 febbraio aveva dato disponibilità nel precedente colloquio, a seguire anche personalmente il confronto, un attestato di stima e serietà nei nostri confronti come interlocutori credibili), impegnata in altri incontri istituzionali fuori sede e per la …concomitante visita della delegazione dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) di Cantone all’Assessorato, che ha fatto slittare i tempi di incontro (ndr, abbiamo per un momento temuto che gli effetti di questa visita …fossero di portata più grave di un semplice ritardo…ma di natura definitiva…). Si è entrati subito nel merito di un incontro che è durato oltre un’ora e mezza, di aggiornamento e prosecuzione di quello del 5 febbraio, con uno scambio di riflessioni e notizie alla luce degli aggiornamenti.

L’Assessorato, ha illustrato gli atti che sono in corso di attivazione, per la competenza delle deleghe attribuite, da portare alla discussione e approvazione dell’intera Giunta Capitolina, come atti collegiali e di indirizzo politico dell’Amministrazione Marino e non solo come pensiero dell’Assessorato.

Il primo degli atti è una proposta di Delibera di Giunta, effetto della sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato quella del TAR del Lazio promossa da diverse cooperative sociali accreditate, relativa alla modifica e sostituzione per le tariffe sui servizi della D.G.C. 355/2012 della Giunta Alemanno (Belviso), che tante critiche e osservazioni aveva suscitato da parte di tutte le “parti sociali”.

La Deliberazione predisposta deve andare in Giunta Capitolina nei prossimi giorni, per ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato, sarà previsto un adeguamento delle tariffe, secondo i parametri dell’ultimo CCNL Cooperative Sociali (ndr, tabelle del 10 aprile 2013 relative all’ultimo CCNL), a partire dal mese di Maggio 2015. Gli atti successivi (determinazioni dirigenziali di stazioni appaltanti cioè Dipartimenti e Municipi), applicativi della nuova D.G.C., dovranno quindi uniformarsi per la parte economica ai parametri tariffari del CCNL, riducendo ed eliminando le difformità ancora esistenti (specie in alcuni Municipi) sulle tariffe e sui budget complessivi per i servizi “strutturali” (Assistenza domiciliare ad anziani SAISA, disabilità SAISH, minori SISMIF, servizio assistenza nelle scuole con AEC…) e sugli altri tipi di servizi e progetti ormai consolidati, per dare uniformità anche in questa fase di proroghe di servizi e attività (molti fino a giugno 2015) e di bandi di gara da effettuare.

A questa Deliberazione di Giunta Comunale sostitutiva e modificativa per le tariffe della D.G.C. 355/2012, l’Assessorato anche come revisione della D.G.C. 90, per la questione altrettanto spinosa dell’ACCREDITAMENTO, ha predisposto un testo di Memoria di Giunta, che non sia soltanto un documento “tecnico”, ma che sia la codificazione di LINEE GUIDA e quindi linee politiche di indirizzo e di orientamento, da parte dell’organo politico “esecutivo” del programma del sindaco Marino. Tale memoria se e quando approvata dalla Giunta Capitolina, avrà un percorso di almeno 6 mesi (fino a Dicembre 2015, quindi cercando di far coincidere la tempistica con stanziamenti e finanziamenti per tutto il settore sociale, assistenziale, educativo con il Bilancio di previsione 2016) di “fase transitoria”, per avere una riflessione approfondita, sui processi e sui metodi di accreditamento di servizi e attività, con gruppi di lavoro a tema, un percorso collegiale e aperto ai contributi e alle osservazioni, nell’ottica al termine di questa fase di riflessione collettiva, di transitorietà e di verifica, del superamento dei bandi di gara.

Tale situazione, che fino ad oggi è stata la questione maggiormente controversa per i suoi effetti penalizzanti e negativi a danno di chi lavora e dei beneficiari dei servizi e attività, aggravata anche dalle inchieste di “MAFIA CAPITALE”, è stata fatta rilevare con esempi concreti dalla delegazione di Cub, Cobas e Usi, con un uso distorto delle disposizioni normative a partire dal Decreto Legislativo D. Lgs. 163/2006, codice degli appalti, applicando ai servizi socio assistenziali criteri e parametri tipici del settore edilizio di opere pubbliche e non quelli dei servizi sociali e assistenziali…tanto per fare un esempio comprensibile a tutti-e, dei danni che si producono da parte di “stazioni appaltanti” in assenza di chiare linee guida e indirizzi politici trasparenti e certi.

Sulla memoria da portare in Giunta, di revisione della Delibera 90, è in fase di acquisizione il parere del Direttore del Dipartimento (ora è il Dott. Stefano Giulioli), che ha giustamente posto dei rilievi per avere un rispetto della tempistica e dell’operatività concreta ed efficace di tale atto di indirizzo politico, che poi dovrà avere come prevede la normativa sugli Enti Locali (T.U.E.L. 267/2000 e modificazioni), anche i pareri di regolarità del Segretariato Generale comunale e della Ragioneria Generale, una volta tradotta la Memoria di Giunta in atto Deliberativo (oltre, come hanno fatto rilevare per tutte e due i provvedimenti illustrati dall’Assessorato, avere i pareri delle Commissioni Consiliari Permanenti competenti, dell’Assemblea Capitolina, quali organi di orientamento, indirizzo e vigilanza dell’organismo elettivo di Roma Capitale…).

La FINALITA’ di tale Memoria di Giunta e degli atti conseguenti operativi, oltre a superare la questione “bandi di gara”, è quella secondo quanto rappresentato dall’Assessorato, di operare su una GESTIONE SU UN PROGETTO, sul quale i soggetti accreditati dovranno lavorare e intervenire per la sua realizzazione, slegandoli dalle difficoltà di cambi frequenti con affidamenti, appalti e convenzioni e le conseguenze negative che si sono verificate in passato a Roma Capitale, metodo e operatività da utilizzarsi per i SERVIZI STRUTTURATI, escludendo quindi i “progetti sperimentali” e i “progetti innovativi”.

Gestione su progetto che deve essere commisurato, secondo quanto dichiarato dall’Assessorato, al REALE FABBISOGNO dell’utenza, COMPATIBILMENTE CON LE RISORSE DISPONIBILI. Un tasto dolente, ha fatto rilevare la delegazione di lavoratori e lavoratrici, perché con il Bilancio di Roma Capitale 2015 e l’applicazione in un solo anno contabile al posto di due del “piano di rientro”, le risorse economico-finanziarie sono state materialmente ridotte di circa 35 milioni di Euro, nonostante le dichiarazioni pubbliche di tutta la Giunta e del Sindaco, di aver dato priorità e non aver ridotto finanziamenti per servizi sociali, scuole e opere – lavoro pubblici ai Municipi.

L’Assessorato invita la delegazione a rendersi parte attiva nel processo di riflessione della fase transitoria semestrale, chiedendo l’invio di materiali e documenti, utili per un approfondimento da parte di chi lavora nei vari servizi e attività, impegno al quale il raggruppamento OPERATRICI E OPERATORI SOCIALI IN LOTTA e i sindacati Cub, Cobas e Usi non intendono sottrarsi, sia per quanto riguarda la D.G.C. sostitutiva della 355/2012, sia la questione dei processi di accreditamenti e del sistema degli appalti. La delegazione di lavoratori e lavoratrici, anzi ribadisce che è proprio il SISTEMA DEGLI APPALTI (convenzioni, affidamenti…) di SERVIZI E OPERE PUBBLICHE il meccanismo che va non solo monitorato e controllato (in termini di efficacia, efficienza, trasparenza e razionalità) ma CAMBIATO, anche ponendo la questione spinosa ma non eliminabile per la Capitale d’Italia, alle soglie del Giubileo Straordinario e della parte romana dell’Expo milanese in corso, della RI – PUBBLICIZZAZIONE di alcuni servizi.

L’assessorato ammette che anche il c.d. “codice Sabella”, sugli appalti predisposto e approvato su impulso dell’Assessore alla Legalità, integrativo del D. Lgs. 163/2006, ha dato finora maggiori difficoltà per la sua applicazione e ottemperanza pedissequa, nel complesso dei servizi sociali, perché la sua applicazione letterale non è equilibrata rispetto alle opere pubbliche in genere, però la materia è interna al confronto e alla verifica politica di Giunta Capitolina, anche per gli effetti della futura entrata in vigore in Italia, a partire da Luglio 2015, della nuova DIRETTIVA DELL’UNIONE EUROPEA in MATERIA DI APPALTI, che in ogni caso non solo sul territorio nazionale ma nelle città metropolitane e specie a Roma, senza un coordinamento coerente tra Governo centrale, Parlamento e Conferenza Stato Regioni Aree e Città Metropolitane, quindi con gli Enti Locali, produrrà effetti di grande portata, perché direttamente esecutiva e con profonde modificazioni rispetto alle disposizioni e alle pratiche effettive attualmente usate nelle Pubbliche Amministrazioni.

Tale situazione, come ha segnalato la delegazione del raggruppamento OPERATRICI E OPERATORI SOCIALI IN LOTTA e Cub, Cobas e Usi, sta avendo ripercussioni negative per importanti settori, da scolarizzazione rom, sinti, camminanti, alla gestione e appalto dei campi e villaggi attrezzati, alle Case di Riposo e ai centri diurni, non ultimo il bando di gara per il “portierato sociale” delle Case di Riposo comunali, dove il personale non è stato più riconosciuto come “operatore sociale”, secondo il parere del Segretariato Generale comunale (pur svolgendone le funzioni da anni), il servizio viene ora in sede di bando di gara di imminente pubblicazione, inquadrato come OPERA PUBBLICA e non come servizio e criteri, tariffe e applicazione del codice degli appalti sono equiparati a quelli di OPERE EDILI e il personale, di fatto sarebbe come quello dei portieri di stabili e fabbricati (ndr Cub e Usi, si stanno attivando per provare a modificare tale meccanismo discriminatorio e penalizzante, che metterebbe a repentaglio anni di lavoro, occupazione e salari di chi lavora in questo appalto, anche in sede di vigilanza consiliare). Si è accennato anche il caso della Farmacap e le sue implicazioni sia come intervento di Giunta, che per le ricadute lavorative, occupazionali e di intervento nelle periferie su importanti servizi alla cittadinanza (farmacie comunali, asilo nido e spazi educativi, servizio sociale ad anziani), come uno dei casi emblematici di aziende pubbliche colpite da politiche e scelte nazionali e locali di “razionalizzazione” e contenimento di spese e costi, senza valutazione complessiva e attenta, dell’impatto di tali operazioni economiche, per chi ci lavora, per il futuro dei servizi e attività e per la cittadinanza.

A.E.C. e servizi di assistenza e integrazione scolastico educativa: l’Assessorato informa che allo stato attuale, risulta una carenza annuale quantificata in circa 600.000, 00= Euro, che nei mesi scorsi, è stata tentata una interlocuzione con l’Assessore competente Masini, anche sulla spinta di richieste di dirigenti scolastici e presidi in apposito incontro (ndr la competenza dell’Ente Locale è quella di garantire l’assistenza specialistica nelle scuole comunali e statali fino all’obbligo scolastico, con proprio personale e con personale di cooperative od enti accreditati, allo stato attuale a Roma restano circa una cinquantina di dipendenti comunali, ruolo chiuso e ad esaurimento nella dotazione organica comunale e circa 900 Aec di cooperative ed enti accreditati, sul territorio dei 15 Municipi e die vari circoli didattici). Da un lato si è evidenziato, in questo incontro Assessori- dirigenti scolastici, il fattore di una richiesta “eccessiva” di Aec nelle scuole, anche su casi non direttamente di competenza del servizio di integrazione scolastica ma per rispondere ad altre esigenze e bisogni, che richiederebbero un intervento socio-sanitario-educativo più ampio e complessivo di servizi in rete (che attualmente, a parte qualche progetto, non è esistente e consolidato) e integrativi (NON SOSTITUTIVI, come è stato rilevato dalla delegazione di lavoratori e lavoratrici, dell’intervento pubblico e scolastico), dall’altra si è evidenziato che i carichi di lavoro e i parametri, non sono più rispondenti alle necessità di una scuola in via…di trasformazione.

Oltre a questo incontro, non ci sono attualmente stati ulteriori margini di dialogo e di intervento interassessorile sulla questione.

La delegazione ha rilevato e segnalato, non solo casi concreti di situazioni dove il numero di alunni-e con disabilità di vario genere, in singole sezioni e classi, è concentrato da far pensare ad una “prova generale tecnica” del ritorno alla mostruosità didattica e umana delle “CLASSI DIFERENZIALI”, ma che i criteri di utilizzo del personale adibito per le funzioni di A.e.c. (Assistente educativo culturale, così sul territorio romano e provinciale è chiamata da 30 anni, la figura professionale che dovrebbe svolgere le funzioni di assistenza specialistica ad alunni-e con disabilità, mentre per l’assistenza di base dovrebbe esserci personale non docente formato, di ausilio a docenti di classe e di sostegno), orami sono diventati non rapporto 1:1 nei casi qualificati come gravi, 1:3 per i casi non gravi, ma 1:5 a causa delle politiche di “contenimento di costi”, di accorpamento di istituti, di mancanza di aggiornamento sui casi degli alunni-e da parte degli organismi competenti, con l’aggravio di svolgere funzioni di assistenza di base da un lato e di sostituzione nella giornata scolastica, dei compiti degli insegnanti di sostegno e in ottica non di lavoro collegiale, integrato come dovrebbe essere il funzionamento normale di ogni struttura educativa e scolastica, ma in una funzione individualizzata e parcellizzata, “i casi” appunto.

Inoltre si è segnalato che in caso di CAMBI DI APPALTO (citato il Municipio IV ex V di Roma Capitale), fatti IN CORSO DI ANNO SCOLASTICO, il personale è transitato sì da cooperative uscenti (presenti sul territorio da molti anni) alle cooperative e A.T.I. subentranti, ma con contratti a tempo determinato, part time, fino a giugno 2015, con il rischio concreto di “disoccupazione” nei mesi estivi, con risorse disponibili non sufficienti a garantire la stabilizzazione a tempo indeterminato (sempre con part time misto multiperiodale da settembre a giugno, se va bene…) o un corretto impiego della forza lavoro ancora a tempo determinato con gli effetti dannosi e penalizzanti delle norme del DDL Poletti (ndr D.L. 34/2014, convertito in Legge 78 del 16 maggio 2014), che non è per quanto rilevato dalla delegazione di lavoratori e lavoratrici, pienamente rispettoso della normativa comunitaria (Direttiva 70/99, quella sulla quale il Governo italiano è stato condannato dalla Corte di Giustizia Europea con sentenza del 26 novembre 2014, riferita ai contratti del personale della scuola statale). Situazione che si intreccia con le varie competenze di diversi Assessorati, che richiederebbe per evitare che questo precedente diventi la pratica ordinaria e una “cattiva prassi”, un intervento collettivo e di cambio di passo migliorativo che attualmente lavoratori e lavoratrici e sindacati conflittuali, autorganizzati non stanno verificando come modalità positiva e costruttiva.

Verso le 17.20 l’incontro ha termine, l’impegno è di trasmettere nei tempi tecnici necessari, documenti e osservazioni dalla delegazione all’Assessorato e alle CCP competenti, sui vari aspetti affrontati e illustrati dall’Assessorato, di richiedere prossimamente la presenza dell’Assessora Danese per un confronto più ampio, pur ringraziando per la disponibilità e le capacità del capo segreteria con il quale si svolgono proficui scambi di notizie e riflessioni, nonché di proseguire il lungo lavorio di informazione, collegamento e intervento sulle questioni specifiche.

Prime valutazioni: l’incontro è stato proficuo e interessante, ormai si è aperto un canale stabile di confronto e il percorso denominato “OPERATRICI E OPERATORI SOCIALI IN LOTTA”, con Cobas, Cub, Usi e Associazione Usicons, che lo sostengono dal punto di vista organizzativo e logistico, è considerato un punto di riferimento anche per l’Assessorato. Queste strutture tengono il punto e proseguono il loro percorso sia di elaborazione che di sostegno alle lotte e vertenze.

Ci sta ancora molto da fare e serviranno presto i necessari RAPPORTI DI FORZA nelle cooperative, enti, onlus e sui territori, il consolidamento di collegamenti di una ampia e articolata “coalizione sociale e lavorativa”, che eviti l’ulteriore peggioramento di condizioni di lavoro, salariali, occupazionali e di vita.

LA LOTTA PROSEGUE, la questione cittadina è posta, non siamo disposti a rimanere passivi e rassegnati, ma servirà una maggiore presenza, partecipazione e capacità di intervento attivo di lavoratori e lavoratrici, quasi diecimila a Roma nei servizi sociali, assistenziali, educativi e di integrazione, oltre ai circa cinque mila nei servizi socio sanitari, per SPOSTARE A NOSTRO FAVORE E NELL’INTERESSE PUBBLICO, GLI EQUILIBRI, ribaltare tendenze negative, finalizzate a rendere definitivo questo settore come uno degli ambiti “di mercato”, sottoposto ancora al profitto, allo sfruttamento della forza lavoro e alla mercificazione di servizi e attività, preda ancora di gruppi di potere, di pressione anche criminale, che le attuali inchieste giudiziarie hanno solo scalfito.


Roma 18 maggio 2015

Raggruppamento OPERATRICI E OPERATORI SOCIALI IN LOTTA di Roma
sostenuto da Cobas, Cub, Usi, Usicons

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