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Foto troppo spaventose

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(4 Maggio 2011) Enzo Apicella
La Casa Bianca sta “valutando” se diffondere le immagini di Osama Bin Laden morto: “Le foto sono troppo cruente”

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(Il nuovo ordine mondiale è guerra)

La menzogna è la lingua franca della politica internazionale

(27 Maggio 2015)

samanthapower

Samantha Power

Il rabbino Rin Ben Artzi ha dichiarato che “Dio ha mandato l’ISIS contro le nazioni che vogliono distruggere Israele”. Fin dall’antichità, la verità era detta da pazzi, o creduti tali. Così negli scritti di Chuang Tze, così nella tragedia greca, così in Shakespeare. Anche nelle altre religioni abramiche ci sono esaltati dello stesso calibro, per esempio, per Padre Gabriele Amorth, l’ISIS è Satana. (1) Ma le dichiarazioni del Rabbino Artzi hanno uno sfondo di verità, perché rivelano l’alleanza di fatto di Israele e dell’ISIS, che circola indisturbato vicino ai confini israeliani e si guarda bene dall’attaccare i “nemici sionisti”. Israele interviene per abbattere aerei siriani e per bombardare infrastrutture.
Tra Tel Aviv e Palmira c’è una distanza minore che tra Milano e Roma, eppure una potenza atomica, dotata di razzi intercontinentali, con un esercito sempre rifornito di armi “all’ultima strage”, che si vanta di essere l’unica democrazia del Medio Oriente, non ha mosso un dito. Eppure Palmira è vicina alla Giordania - alla quale si può giungere anche attraverso la Siria – e, a sentire i media ufficiali, ad essere minacciato sarebbe Israele. Ma il governo di Netanyahu, pronto a rappresaglie sanguinose se arriva un petardo da Gaza, non si preoccupa della vicinanza dell’ISIS, perché sa a chi è legato, quali sono i suoi veri obiettivi.
Con Palmira in mano all’ISIS, i Grandi d’occidente perdono la faccia. Obama, Cameron, Hollande e il chiacchierone Renzi hanno assistito inerti alla caduta di Palmira. Con i satelliti si possono fotografare persino le targhe delle auto, quale problema c’era ad individuare i veicoli durante lo spostamento del deserto e ad attaccarli con i droni? Ma questi sono utilizzati solo per colpire chi dà fastidio ai regimi reazionari amici degli USA, come tribù indocili al gioco. E, spesso, gli operatori che li guidano da migliaia di chilometri, forse inzuppati di troppo whisky, scambiano per reparti guerriglieri gruppi di amici che festeggiano un matrimonio o celebrano un funerale.
Tornando all’avanzata dell’ISIS, per i grandi d’occidente si può parlare solo di connivenza o d’incapacità, anche se si può scommettere sulla prima. Riguardo alla caduta di Ramadi, Obama disse: “Non credo che stiamo perdendo... non c’è dubbio che ci sia stata una sconfitta tattica, anche se Ramadi è stata vulnerabile per molto tempo, prima di tutto perché queste non sono le forze di sicurezza irachene che abbiamo addestrato o armato».(2) In realtà, l’esercito iracheno, addestrato da USA e paesi volenterosi, si è dileguato al primo apparire dei jihadisti, abbandonando le armi.
Da Ramadi è possibile minacciare Bagdad, perché da lì passano le linee ferroviarie che raggiungono la Siria e la Turchia, e l’Eufrate che permette l’irrigazione di tutta la regione. Passa anche la ‘Highway 10′, la strada che, attraverso il deserto, giunge al Mediterraneo a Homs in Siria o in Giordania. Guardando la cartina, si capisce quanto artificiale sia la divisione della regione compiuta dall’accordo Sykes –Picot, fatto sulla pelle degli arabi, che stavano combattendo a fianco dell’Intesa contro l’impero turco. E si capisce quanto deleteria fosse l’azione di personaggi romantici come Laurence d’Arabia, e come allearsi in guerra con gli imperialisti non impedisca di essere trattati da vinti. Presi assieme, Siria, Libano, Giordania, Israele e i territori occupati hanno una superficie paragonabile a quella dell’Italia, con una popolazione assai inferiore. Nessun confine naturale reale – come le Alpi, i Pirenei – è alla base dei confini statali artificiosi che, ancora in buona parte del novecento, venivano superati continuamente dalle tribù nomadi, nonostante le feroci repressioni colonialiste.
Le lotte in corso sono certamente legate allo scontro tra Iran e sauditi, sionisti e il solito occidente. Ma i media, parlano di guerra tra sunniti e sciiti, e così non solo respingono l’analisi marxista delle guerre, respingono pure le spiegazioni politiche illuministiche, tornano indietro a compulsare Corano e Bibbia e corrono ad abbracciare il fantasma di Abacuc. Non vedono che questi presunti religiosi hanno fatto esattamente come gli americani appena arrivati in Iraq: per prima cosa hanno occupato i pozzi di petrolio.
Quale sia il reale peso dei bombardamenti occidentali, è riassunto in una frase di Hassan Nasrallah : « Gaza è stata molto più bombardata in 22 giorni che il Daesh in un anno ». Si aggiunga che “350 consiglieri militari americani hanno iniziato da pochi giorni ad addestrare in Turchia e Giordania 4 mila ribelli siriani accuratamente selezionati da turchi, sauditi e qatarini, cioè gli sponsor dello Stato Islamico oggi sostenitori della nuova alleanza islamista che a fine marzo prese il controllo di Idlib, nel nord della Siria. Si tratta dell’Esercito della Conquista (Jaish al-Fatah) composta da un ampio ventaglio di milizie islamiche; salafiti, Fratelli Musulmani e gli uomini di al-Qaeda del Fronte al-Nusra.” (3) Cosa impedisce ai ribelli, ufficialmente inquadrati nei “moderati”, di passare all’ISIS, non appena finito l’addestramento?
In un altro articolo, lo stesso autore aggiunge: “Verrebbe da chiedersi se questa “Coalizione” non sia altro che una sorta di ambigua cortina fumogena a meno che, in alternativa, non si voglia considerare che l’ISIS disponga di una potenza militare che soverchia quella occidentale e quella di tutti i suoi alleati nella regione, che oltretutto sono tra i Paesi più ricchi al mondo.” (4)
Illuminante è la dichiarazione dell’ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, Samantha Power. Intervistata da PBS (Public Broadcasting Service), , ha dichiarato:"La convinzione intima del presidente Obama è che è impossibile trattare in maniera durevole il problema dell’Emirato islamico, fino a quando non si è risolto il problema di Assad". In effetti, ha proseguito "Una delle ragioni per le quali dei combattenti terroristi stranieri affluiscono in Siria, è che vogliono combattere Assad, che lo vedono lanciare degli attacchi con barili esplosivi e al cloro. Non si possono separare i due aspetti". (5) E Assad, rifornito di armi modernissime dalla Russia, dovrebbe servirsi di simili mezzi artigianali? Il personale diplomatico degli Stati Uniti non sembra poi tanto brillante nelle sue spiegazioni!

Ma ci sono speranze, se non di pacificazione, almeno di tregua? Gli accordi tra Washington e Teheran sul nucleare possono essere considerati un primo passo verso uno sviluppo più pacifico in tutto il Medio Oriente? Assolutamente no. E’ comprensibile che in Iran ci sia manifestazioni di gioia tra la popolazione, dato l’assedio in cui le potenze occidentali, Israele e le monarchie reazionarie arabe hanno chiuso il paese, ma troppo spesso il desiderio di pace delle folle è rimasto deluso. Perciò, quanto più vengono distribuiti riconoscimenti, premi Nobel per la pace, strette di mani tra i “Grandi”, tanto più occorre essere diffidenti e accentuare la lotta contro il militarismo e la guerra.
Quando una tregua momentanea viene concessa alle operazioni militari, è soltanto perché si è trovato un altro modo per asservire, per rinforzare le catene dei lavoratori e delle masse sfruttate. Ogni accordo ha clausole segrete, se le conoscessero le popolazioni che sono l’oggetto di questo mercato si ribellerebbero. Purtroppo oggi non c’è una rivoluzione, come quella bolscevica, che sveli i documenti segreti della diplomazia, e non c’è da fidarsi eccessivamente delle rivelazioni che spie o agenti “pentiti” periodicamente sfornano. E gli stessi documenti segreti sull’ISIS, desecretati in questi giorni, non devono essere presi per oro colato. Perché il governo americano, proprio nel momento in cui molti, chiesa compresa, lo accusano di non far niente per salvare le popolazioni aggredite dell’ISIS, se non addirittura di collaborare con il califfato, non blocca la pubblicazione di documenti che confermano queste accuse? Troppo spesso il potere mescola con alcune verità le menzogne, per renderle più credibili, e c’è da chiedersi perché li hanno reso pesi pubblici dopo così poco tempo, mentre sulla morte dei Kennedy, quella di Bin Laden e sull’11 settembre ci presentano ancora le indigeribili versioni ufficiali.
Ma il governo USA, e gli stati satelliti, dimostrano d’infischiarsi, non solo dei documenti compromettenti, ma anche dei trattati che hanno firmato con tanta pompa. Con Gorbaciov avevano convenuto di non spostare a oriente i confini dell’alleanza atlantica, e ora finanziano i nazisti ucraini. L’Italietta, mille volte meno forte degli USA ma altrettanto infida, non contenta di aver violato vergognosamente il trattato di amicizia con la Libia partecipando ai bombardamenti, pretende addirittura di guidare un’operazione militare devastante, col pretesto di combattere gli scafisti. La “repubblica per antonomasia”, quella francese, spende i suoi ultimi residui di credibilità in un opera di fiancheggiamento della monarchia saudita, mentre continua a fornire di armi l’ISIS, direttamente o indirettamente, non importa. Tra l’altro, nelle zone occupate dal califfato, nelle scuole si è abolito lo studio della lingua francese. Hollande è riuscito a fare disastri persino nel campo della francofonia!
Il primato dei tradimenti, comunque, tocca ad Obama, che ha tradito Mubarak, poi Morsi, e, neppure nella sceneggiata sulla morte di Bin Laden, come rivela Seymour Hersch, ha rispettato gli accordi con i pakistani. Non ci vuol molto a dire che il governo americano violerà anche questi accordi con l’Iran, anzi li ha già violati, rivelando prematuramente molti particolari tecnici, che daranno argomenti agli avversari dell’accordo.
Meyssan fa l’ipotesi che i negoziati si concretino in un nuovo accordo Sykes –Picot, o che all’Iran venga assegnato nuovamente il compito del guardiano del Golfo, naturalmente in forma subordinata agli USA. E’ probabile che sia questa l’intenzione di Obama, ma non bisogna dimenticare che si tratta di un’anatra azzoppata, e che un’opposizione, anche solo per motivi elettorali, è inevitabile.
Al tempo dello scià, l’esercito iraniano era molto potente, e aveva pochi rivali nella regione. Oggi, nell’area abbiamo una potenza atomica (Israele), una monarchia saudita che ha finanziato la produzione di atomiche in Pakistan, e che probabilmente le acquisterà, e la Turchia, con grandi ambizioni finora frustrate.
Meyssan sostiene che “gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare la strategia del caos che attuano dal 2001”. Non credo sia possibile. Anche se lo volesse Obama, è difficile che lo vogliano i repubblicani o la corrente di Hilary Clinton. Per pacificare questi paesi sarebbe necessario una sorta di piano Marshall, una sovrabbondanza di capitale non fittizio come nel secondo dopoguerra. Questi territori, secondo me, non saranno in pace e gli USA non potranno spostare il grosso delle loro forze armate nell’Estremo Oriente per contenere la Cina, come sta dicendo Obama. C’è un forte interesse a mantenere la regione nel caos. Finché possono comprare petrolio sottocosto dai territori curdi o da quelli del califfato, finché possono inondare il Medio Oriente con miliardi di dollari in armi, lasciando qualche grossa briciola ad Inghilterra, Francia e Italia (La Germania vende soprattutto in Polonia e nei paesi vicini , anche se ha affari in Arabia Saudita), avranno interesse a mantenere il disordine.
L’atteggiamento della Casa Bianca, può essere riassunto nella dichiarazione : “«Non ci possiamo strappare i capelli ogni volta che c’è un intoppo nella campagna contro l’Isis» (The New York Times, 20 maggio). Arthur Neville Chamberlain non avrebbe parlato diversamente.

NOTE
1) “Rabbino sionista Nir Ben Artzi: l'Isis e' alleato di Israele” (IRIB) – Sabato, 31 Gennaio 2015.
Israeli Rabbi: “God has sent ISIS against nations that want to destroy Israel.” Konusuna Ait Etiketler.
Padre Gabriele Amorth: “L’ISIS E’ SATANA in Dichiarazione Shock di Padre Amorth sull’Isis…” "La luce di Maria", 8-4.2015.
2)“Obama: non stiamo perdendo la guerra con l’ISIS” , Spondasud, 21 maggio 2015.
3) Gianandrea Gaiani, “ I nostri amici dello Stato Islamico”,Analisi difesa, 21 maggio 2015.
4) Fabio Ragno, “L’invincibile” Stato Islamico verso la Giordania”, Analisi difesa, 26 maggio2015.
5) “Washington prevede di mantenere il sostegno all’Emirato islamico dopo la firma dell’accordo con l’Iran”
Rete Voltaire , 6 maggio 2015

Consultati anche:
Aldo Madia, “Come far vincere il Califfato sunnita. Per Ramadi gli Usa imposero all’Iraq l’arretramento delle milizie sciite coordinate da quelle iraniane”,Remo Contro Newsletter, 26 maggio 2015.
Nazanín Armanian, “Obama y la tensión entre Irán y Arabia Saudita”, Punto y seguido, 11 may 2015.
“Sull’Isis si sbriciolano anche gli Stati Uniti. Non solo Siria e Iraq, il califfato divide anche Washington: Obama ammette che lo Stato Islamico è frutto dell’invasione Usa dell’Iraq. In Siria Assad definisce i confini di intervento con la Casa Bianca abbattendo un drone.” Nena news, 19 mar 2015.
“SIRIA. L’Isis occupa l’ultima frontiera con l’Iraq. Accuse ad Ankara: “Consegnò armi agli islamisti””, Nena News, 22 mag 2015.

Michele Basso

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