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Ustica. Monumento all'assassino ignoto

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Abruzzo Engineering: Matteo Renzi e l'inquietudine kafkiana

Matteo Renzi come Papa Francesco?

(14 Giugno 2015)

Anch'io sono un padre. Un genitore che sta crescendo tra mille difficoltà i propri figli assieme ad altri milioni di padri dispersi da una spudorata e vile solidarietà di facciata.

"La sera che partì mio padre noi s'era alla finestra a guardare, guardare per vederlo andare, andare neanche tanto lontano" (https://www.youtube.com/watch?v=aiuq9DWX7pc).

Comincia così a cantare Enzo Jannacci la canzone dedicata a suo padre. Anch'io sono un padre. Un genitore che sta crescendo tra mille difficoltà i propri figli assieme ad altri milioni di padri dispersi da una spudorata e vile solidarietà di facciata. Le colpe di una politica che forse avrebbe dovuto badare molto meno ai propri affari, un po' di più a quelli del Paese.

Anch'io sono un padre. E come padre sono più importante di un presidente del Consiglio dei Ministri, ché però siccome anche lui è un papà ha la stessa mia d'importanza. E così gli darò del tu. Matteo, sì tu, Matteo Renzi, questa volta a invitarti in Abruzzo non saranno i soliti personaggi onnipresenti in TV o sui rotocalchi patinati e sui giornali e sul web e che dove ti giri te li ritrovi stampati con l'inchiostro con i pixel (guarda la foto: https://www.dropbox.com/s/iz4mcrw7603f1ly/IMG_201506164_043706.jpg?dl=0).

Leggi in fondo a questo articolo. C'è il mio nome e lo trovi pure sull'elenco telefonico di Teramo. Prova a fare come Francesco. Chiamami. Però, ascolta, se vuoi farlo, fallo in fretta. E il perché te lo domando, invece di spiegartelo: "Non ti piacerebbe conoscere cosa ci fanno qui in Abruzzo con le tue raccomandazioni sulle riduzioni di spese riguardo alle società partecipate?".

Clicca su Google "Abruzzo Engineering" e poi prendi un treno o l'auto o muoviti come ti pare e vieni all'Aquila puntuale alle h 14:00, lunedì prossimo 15 giugno 2015. Poi, noi due ci incontreremo. Tu ci sarai perché ti ho invitato io e io ci sarò perché avrò in mano questo telegramma:

"La S.V. è convocata il 15/06/2015 ore 14 presso sede comune l'aquila Via Filomusi Guelfi in relazione alla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla scrivente ai sensi degli Artt. 4 e 24 L.223/91. Si terrà assemblea e si procederà nel rispetto delle norme alla sottoscrizione dei verbali di conciliazione così come previsto dall'accordo sindacale siglato a seguito dell'esame congiunto la Sua presenza formalmente richiesta e conseguentemente l'eventuale assenza potrà esservi solo per documentato certificato motivo. Abruzzo Engineering SCPA" (Leggi l'originale: https://www.dropbox.com/s/4g4d1gd9pusemn4/12062015_telegramma_ae.pdf?dl=0).

Se mastichi un po' di orientamenti di giurisprudenza del lavoro avrai già capito, Matteo, l'inutile spreco del vezzo linguistico esibito telegraficamente quasi a volere coartare e a pretendere l'obbligatorietà della presenza. E non è mica finita qui. C'è dell'altro. Lo trovi sul giornale online "Primadanoi.it".

Una delle tante partecipate cui tu auspichi il contenimento delle spese, la "Abruzzo Engineering S.C.p.A.", già posta in liquidazione volontaria dal dicembre 2010 a causa di un presunto deficit di 19 milioni di euro (c'è chi ipotizza molti milioni in più), si starebbe avviando a una ristrutturazione epocale.

Il governatore Luciano D'Alfonso, il quale ha voluto cortesemente rassicurarmi personalmente sulla vicenda (Leggi la lettera del Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso: https://www.dropbox.com/s/yz42qiq5zdx98f7/doc02995120150223103005.pdf?dl=0) ha imposto e dettato regole chiare sul risparmio prima del rilancio della società per cui (...) i commissari liquidatori e il presidente della Abruzzo Engineering, Carli, si sono adeguati inviando una lettera che annuncia i "licenziamenti finalizzati al rilancio". (...)

Nei giorni scorsi c’è stato un incontro tra sindacati e azienda durante il quale sarebbero state stabilite le condizioni nel dettaglio da attuare per mantenere fede all’accordo con la Regione. Insomma, stringere la cinta dei pantaloni. Soprattutto a quelle povere decine e decine di "sfortunati" lasciati in cassa integrazione ininterrottamente dal 1° gennaio del 2011, fino al 30 giugno 2015.

E giusto per illustrare l’accordo, che i sindacati hanno già chiuso con i vertici dell'azienda, prima dell'invio dei telegrammi o del “cartacanta”, sono partite a raffica telefonate confidenziali verso tutti i lavoratori, compresi quelli "sfortunati", per avvertirli, tra le altre cose, che in caso di assenza non giustificata e documentata "potrebbe scattare il licenziamento per giusta causa".

Altra "bizzarria" giurisprudenziale che potrebbe, sempre la "bizzarria" più severamente definita da un avvocato come mera "bricconata", indurre qualcuno, "costretto nel limbo da oltre 5 anni da una politica inconcludente", in un insolito e non desiderato senso d'inquietudine kafkiana.

Comunque, Matteo, se lunedì c'incontreremo a L'Aquila apprenderemo insieme i provvedimenti concordati con i sindacati e dell'aspettativa non retribuita. Quest'ultima, un toccasana per i cassintegrati quinquennali; un insetto fastidioso per chi in cassa ci sta da soli 5 mesi.

(...) A preoccupare di più i dipendenti sono le “conciliazioni individuali” di cui non si conoscono ancora tutti i particolari degli accordi ma in molti temono di essere messi davanti a una “scelta” con una unica possibile opzione: firmare. (...) (http://www.primadanoi.it/news/cronaca/559921/Abruzzo-Engineering--Assemblea-generale-.html).

Sai, Matteo, ti confesso che questa società a definirla "insolita" si rischia di inficiare l'istituto linguistico dell'eufemismo. Vada come vada, ti aspetto e ti saluto con una battuta di François Mauriac:

"Non mi ucciderei... no, ma mi metterei a bere sempre voltato dalla parte del muro".

Domenico Attanasii

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