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Usciamo di casa

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(28 Settembre 2012) Enzo Apicella
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Fincantieri. Rendiamo più incisiva la lotta!

(2 Luglio 2015)

fincantierimarghe

Rendiamo più incisiva la lotta per respingere i diktat di Bono & Co.!
Eleggiamo alla RSU solo i delegati e i lavoratori che sono stati forti e coerenti davanti agli attacchi e ai ricatti aziendali!
Non appoggiamo i galoppini del padrone!


Lavoratori/lavoratrici della Fincantieri e degli appalti,
oggi riprende la “trattativa” a Roma e iniziano le votazioni per il rinnovo della RSU a Marghera.

L’abbiamo detto più volte: a Roma c’è una finta trattativa nella quale l’azienda pretende a tutti i costi di imporre l’allungamento (gratuito) degli orari; la riduzione dei salari (togliendo tutto o parte dell’attuale premio di produzione); l’estensione del 6×6; l’ampliamento degli appalti con la riduzione dei costi degli appalti, e l’ulteriore riduzione di salari e diritti dei lavoratori degli appalti; il chip nelle scarpe o nel casco per controllare i movimenti dei lavoratori; penali per gli scioperi spontanei.

Gli scioperi di questi mesi in tutti i cantieri d’Italia provano che la grandissima maggioranza dei lavoratori è contro questo diktat. Ma per imporre al padrone il ritiro del suo piano di attacco la lotta deve diventare più incisiva, ci vogliono un coordinamento stretto tra i cantieri e uno sciopero congiunto di tutti i cantieri che dica: no agli aumenti di orario e ai tagli del salario, sì a nuove assunzioni e all’aumento dei salari (sempre più insufficienti); no a qualsiasi nuova “flessibilità” che peggiori la condizione operaia, sì alla difesa della salute degli operai; no all’espansione degli appalti e delle relative mafie, sì al pieno riconoscimento delle rivendicazioni e dei diritti degli operai degli appalti; no alle misure di controllo e di polizia, sì alla libertà di organizzazione operaia nei cantieri, ritiro dei trasferimenti punitivi! Un’azione del genere sarebbe un messaggio lanciato a milioni di lavoratori che come noi, e anche più di noi, sono sotto attacco dei padroni e del governo Renzi, e come noi e più di noi, dai lavoratori greci a – qui in Italia – gli operai della logistica, stanno dando prova di voler e poter resistere.

Per respingere il diktat di Bono & Co. c’è una sola via: riprendere e rilanciare la mobilitazione diretta, in prima persona, della massa dei lavoratori della Fincantieri e degli appalti. Niente e nessuno può sostituirla. Ma proprio per rafforzare la resistenza agli attacchi padronali, è utile eleggere una nuova RSU fatta da operai e lavoratori che in questi anni sono stati forti e coerenti davanti agli attacchi e ai ricatti aziendali, e sanno bene cosa sono la dignità e i bisogni della classe lavoratrice. Una nuova RSU dalla quale restino fuori i galoppini del padrone.

Sappiamo che la direzione del cantiere ha indicato a FIM e UILM quali individui (capi reparto e simili) andavano candidati ed eletti perché vuole un sindacato e una RSU servili, come e più di quella attuale a maggioranza FIM e UILM, che ha concesso all’azienda tutto quello che l’azienda ha voluto; che ha limitato al massimo la discussione con i lavoratori e anche la semplice informazione ai lavoratori; che non ha dato alcuna solidarietà ai lavoratori colpiti dalla rappresaglia aziendale. Un sindacato e una RSU del genere servono al padrone, non ai lavoratori!!

Diamo tutto il nostro sostegno, invece, a quegli operai, a quei lavoratori che negli scioperi del 2013 hanno sbarrato la strada all’azione aziendale sulla “flessibilità” (6×6), anche quando tutte le strutture sindacali le volevano accettare. A quegli operai, a quei lavoratori che anche in questi mesi sono stati in prima fila, con coerenza e fermezza, nell’organizzare la resistenza all’aggressione padronale. A quegli operai, a quei lavoratori che hanno fiducia nelle ragioni e nella forza della classe che vive del proprio lavoro! Stiamo e restiamo attivamente al loro fianco! Solo uniti si vince!

Marghera, 1 luglio

Comitato di sostegno ai lavoratori della Fincantieri

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