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Lezioni e prospettive del NO greco

(8 Luglio 2015)

Nonostante lo strangolamento economico e le ingerenze delle potenze imperialiste, nonostante le manovre della borghesia greca e la campagna di intossicazione dei mezzi di manipolazione di massa, il popolo greco ha rigettato con uno schiacciante NO il programma di austerità e i ricatti della Troika.
Nel referendum la classe operaia, i giovani disoccupati, le donne degli strati popolari, i pensionati alla fame, stanchi di essere taglieggiati dalle “autorità europee”, hanno sconfitto politicamente l’apparato dell’oligarchia finanziaria, messo in crisi la sua egemonia, ponendo un cuneo nel meccanismo di spoliazione internazionale e interno.
Tra gli sconfitti c’è anche il governo di Renzi, che per difendere la sua brutale politica di smantellamento dei diritti dei lavoratori, della scuola pubblica, della spesa sociale, si è apertamente schierato con la banda Merkel-Hollande, rimanendo però escluso dal loro direttorio.
Questo pagliaccio del capitale finanziario ha tentato invano di spostare le masse lavoratrici del nostro paese dalla parte della Troika, ricevendo per risposta un’intensificazione della simpatia e della solidarietà internazionale col popolo greco. Una buona premessa per rafforzare la mobilitazione e dargli la spallata finale nelle fabbriche e nelle piazze.
Salutiamo dunque la vittoria politica ottenuta dalle masse popolari greche, che è anche un successo delle forze comuniste, progressiste e popolari che hanno sostenuto la campagna per il NO.
La decisione di rifiutare il piano della Troika crea condizioni migliori per lo sviluppo della lotta di classe su scala europea. Questa possibilità diverrà realtà solo se si rafforzerà l’organizzazione e la mobilitazione rivoluzionaria degli sfruttati. E’ con questi mezzi che va allargata la crepa creata dal popolo greco.
Lo scontro si farà più duro. I predoni dell’oligarchia finanziaria, dopo aver massacrato il popolo greco, faranno di tutto per negare la sua volontà, punirlo ed evitare che il suo esempio si estenda. Sull’altro lato della barricata la classe operaia e le masse popolari greche hanno dimostrato la loro determinazione ed esigono l’attuazione delle loro rivendicazioni urgenti.
Dietro la vittoria del NO vi sono anni di lotte. Per avanzare è necessario liberarsi dalle residue illusioni. “Più Europa” e “più democrazia”, “UE” e “solidarietà” sono termini che fanno a pugni fra di loro, a causa della natura imperialista, antidemocratica e militarista di questa istituzione al servizio esclusivo del capitale monopolistico.
Le posizioni della socialdemocrazia servono solo a mistificare la realtà dell’UE e a creare confusione sugli obiettivi politici che sono di fronte alla classe operaia e i popoli oppressi. Solo gli utopisti piccolo-borghesi possono sognare una “Europa sociale e progressista” e “al servizio dei popoli” in regime capitalistico; solo gli opportunisti possono pensare di spezzare il giogo imperialista senza una lotta rivoluzionaria di massa diretta dal proletariato.
La soluzione dei problemi non potrà venire dalla ristrutturazione del debito illegittimo, ma dal suo ripudio, dalla rottura della dipendenza economica, politica e militare dall’imperialismo, dall’espropriazione degli espropriatori e dal passaggio di tutti i mezzi di produzione e di scambio in proprietà sociale. Il debito e la crisi del capitalismo vanno rovesciati sulla testa dei padroni, dei ricchi, dei parassiti, per seppellire questo sistema moribondo, in Grecia come in Italia e nel mondo.

Sviluppiamo la solidarietà internazionale dei lavoratori e dei popoli!
Avanziamo nella lotta contro il governo Renzi e l’UE imperialista!
Rafforziamo l’organizzazione di classe indipendente e rivoluzionaria del proletariato, embrione del Partito Comunista!

8 luglio 2015

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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