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(23 Ottobre 2012) Enzo Apicella
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    Attentato contro i socialisti in Turchia

    Colpite brigate di solidarietà con Kobani nella città di Suruc, bomba provoca decine di morti e di feriti.

    (21 Luglio 2015)

    Traduzione dell'articolo di Nick Brauns apparso sul quotidiano comunista tedesco "die Junge Welt"

    controsocialist

    Decine di morti ammazzati e all’incirca cento feriti nell’esplosione di una bomba nella città di Suruç nel sudest della Turchia. La maggior parte delle vittime sono giovani socialisti che volevano raggiungere e oltrepassare il confine con la Siria, distante solo dieci kilometri, per dare man forte alla città di Kobani.
    Il governatore della provincia di Sanliurfa (nel sudest dell’Anatolia), Izzettin Küçük, parla di un attentato suicida e riferisce che finora i morti sono 28. L’agenzia di stampa kurda Firat riporta fino a 50 vittime. “Non possiamo dare una cifra esatta dei morti, poiché molti corpi sono stati squartati dallo scoppio della bomba” spiega Dilek Öcalan, deputata del partito di sinistra filo-kurdo HDP. Più di cento feriti sono stati trasportati negli ospedali della zona.
    L’attentato è avvenuto nel giardino del centro culturale Amara gestito dall’amministrazione comunale dell’HDP, dove erano riuniti in conferenza stampa circa 300 membri della Federazione delle associazioni giovanili socialiste (SGDF) proveniente di Istanbul, Ankara, Izmir e Diyarbakir. Volevano portare come brigate di solidarietà, nell’ambito della campagna “abbiamo difeso Kobani insieme – insieme la ricostruiremo” il loro aiuto pratico per cinque giorni nella città per l’80 % distrutta dai combattimenti, durati mesi, contro i jihadisti dello Stato Islamico.
    L’attentato non è stato ancora rivendicato, sebbene si dia per certo lo Stato Islamico come esecutore. Il quotidiano Hürriyet Daily News riferisce speculazioni secondo le quali una diciottenne seguace dell’ISIS si sarebbe infiltrata tra i giovani.
    In contemporanea all’attacco a Suruç, i miliziani dello Stato Islamico hanno tentato di far saltare in aria con un veicolo carico di esplosivo una postazione di controllo nelle vicinanze di una scuola a Kobani. Gli attentatori sono stati bloccati dalle Unità di Difesa del Popolo (YPG); due combattenti kurdi hanno perso la vita nell’operazione.
    L’attentato a Suruç coincide con il terzo anniversario della costituzione dei tre cantoni ad amministrazione autonoma nel nord est della Siria, da molti kurdi celebrata come la Rivoluzione del Rojava. Il governo turco ha espresso nei giorni scorsi più volte la propria preoccupazione riguardo l’istituzione di uno stato kurdo al di là del confine con la Turchia – un piano che in verità non è perseguito dai kurdi siriani. Inoltre Ankara ha definito lo YPG una pericolosa “organizazione terroristica” comparabile all’ISIS.
    Il ministro dell’interno Sebahattin Öztürk ha promesso di trovare i responsabili dell’attentato. Eppure fino ad ora l’AKP (partito del governo e di Erdogan) ha sempre concesso allo Stato Islamico di varcare il confine turco per attaccare i cantoni amministrati autonomamente dai kurdi e le forze governative siriane. Come se non bastasse, i servizi segreti turchi (MIT) hanno fornito armi e munizioni ai miliziani jihadisti.
    Nel caso dell’attacco di oggi è dunque legittimo chiedersi quanto sapessero le autorità. Recentemente è stato reso noto di come le forze di sicurezza turche abbiano tenuto sotto sorveglianza un seguace dell’ISIS che a giugno ha piazzato due bombe ad un comizio elettorale dell’HDP in Diyarbakir senza impedirgli però di portare a termine la sua missione assassina.
    “Il seme insanguinato del supporto alle bande del terrorismo islamista per mano del regime dell’AKP è una pianta carnivora ben visibile nell’attentato di oggi” dichiara Sevim Dagdelen, portavoce nel parlamento tedesco per le relazioni internazionali del partito della Linke. Il governo tedesco dovrebbe ritirare all’istante le forze armate federali dalla Turchia, per smettere di sostenere il presidente Recep Tayyip Erdogan nella sua guerra contro i kurdi e la sinistra.
    20 luglio 2015

    Traduzione di Trevis Annoni

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