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Insistiamo: costruire un altro mondo rimane il compito storico all’ordine del giorno

Comunicato della maggioranza del CC della Gioventù di Syriza

(3 Settembre 2015)

da neolaiasyriza.gr, traduzione di Giovanna Tinè

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Il fallimento di Syriza e la nostra posizione

Il nuovo “periodo” nel quale è entrata Syriza non è, secondo noi, una ritirata tattica o parziale rispetto ai suoi obiettivi e alle sue dichiarazioni, ma una sconfitta strategica, o, meglio ancora, un fallimento. L’approvazione del terzo memorandum, il sostegno attivo ad esso e la sua trasformazione in orizzonte strategico, l’incondizionato governativismo e la completa marginalizzazione e sprezzo del partito sono le principali ragioni di questo fallimento e del fatto che noi non siamo più in grado né di vedere noi stessi all’interno di Syriza, né di difendere l’obiettivo della prosecuzione di una strategia di sinistra attraverso una Syriza così trasformata. Il fatto che le elezioni siano state indette (con la benedizione dei creditori) prima che avesse luogo il congresso straordinario deciso dal CC di Syriza, chiude ogni discussione circa il rifiuto da parte del partito di percorrere la strada a senso unico del memorandum, alla quale invece essa si avvicina ogni giorno di più. In questo quadro, l’agenda di Syriza in vista delle elezioni – cioè la scelta di chi meglio possa gestire la realtà del memorandum – e il perseguimento di riforme per dare una direzione progressista (?) al memorandum stesso, ci lasciano gelidamente indifferenti da una prospettiva di sinistra.

Inoltre, anche al di là della disastrosa ritirata davanti ai dettami del neoliberismo, la crisi del funzionamento collettivo dell’organizzazione, il disprezzo della democrazia interna e delle decisioni prese dagli organi del partito, di cui è responsabile la leadership del governo, sono tutti fattori indicativi riguardo alla trasformazione in atto. Pertanto noi non sosterremo Syriza alle prossime elezioni, né parteciperemo alle sue liste. Né possiamo continuare l’attività politica nelle sue fila, e dobbiamo quindi trovare il progetto politico necessario per continuare la lotta fuori da Syriza e dalla sua strategia pro-memorandum.

D’altra parte, abbiamo alle spalle un patrimonio significativo. L’insistenza sull’unità della sinistra radicale che era la base costitutiva di Syriza, la partecipazione e l’osmosi con i movimenti sociali che erano le condizioni essenziali per la sua stessa esistenza, la prospettiva di un governo della sinistra che ha dato uno sbocco politico alle lotte del periodo precedente e che ha ispirato le e i combattenti di tutte le generazioni, tutto ciò è prezioso per andare avanti, e quante e quanti hanno, come noi, lavorato duramente in questo contesto non possono e non devono accettare la svolta pro-memorandum di Syriza come qualcosa da cui non si può fuggire.

La nostra critica non è un’auto-giustificazione. Al contrario, una dura e profonda autocritica è necessaria da parte di tutti i militanti di Syriza. Non farla vorrebbe dire non essere credibili. Fin dall’inizio ci siamo opposti sia ai facili riduzionismi che alle logiche antipolitiche sul tradimento, sull’essere venduti, ecc; così come ci opponiamo alla riproduzione di un “governativismo reale” con rivendicazioni di classe completamente attutite, che punti verso la ripetizione di logiche di bancarotta che non aprono alcuna prospettiva per il futuro. Per noi la base dell’autocritica è la decisione della 10° Assemblea del CC della Gioventù di SYRIZA (luglio 2015).

Una fine che non ci piace

Riteniamo che un tale dibattito, e una tale decisione di contestazione e di allontanamento da Syriza, dovrebbero essere oggetto sia una riunione del CC che – ancor più – di un processo politico a livello nazionale che coinvolga tutti i membri della Gioventù di Syriza. A tale scopo domenica 30/8 abbiamo cercato di riunire il CC, in modo che esso si esprimesse riguardo alla sua posizione in vista delle prossime elezioni e alla decisione di condurre immediatamente un processo a livello nazionale sul disimpegno (o meno) delle forze della Gioventù di Syriza dal disegno del partito. Purtroppo, questo non è stato possibile dato che una parte del CC, sia perché indisponibile a presentarsi alla riunione, sia perché dimessasi prima della convocazione dell’organo, ha impedito il raggiungimento del quorum necessario. Per questo motivo siamo costretti a redigere questo documento, che esplicita la nostra posizione riguardo a ciò che sta accadendo, e non invece una presa di posizione pubblica del CC, come era nostra intenzione iniziale.

Allo stesso tempo, siamo convinti che il fallimento (intenzionale) del CC di ieri nel prendere una decisione, porti di fatto alla fine della Gioventù di Syriza come la conoscevamo. Non volevamo questa fine, e sicuramente non volevamo che avesse questa forma. Tuttavia è chiaro che, in questa fase, il contenuto politico radicale dell’organizzazione, la sua tradizione ed eredità di movimento, come pure le preoccupazioni e le opinioni dei suoi membri, non possono conciliarsi con una permanenza in Syriza. In assenza di un processo per definire un cammino comune dei membri della Gioventù di Syriza nel prossimo periodo, e a causa del carattere esistenziale della divergenza di cui sopra – tra cosa è la Gioventù di Syriza e cosa è Syriza ora – la Gioventù di Syriza arriva all’indiscutibile fine di un’epoca.

Tuttavia, una collettività politica non si riduce al suo simbolo, ma risiede nel suo segno politico, nelle sue pratiche, nel suo progetto e nella profondità del suo pensiero politico. Pertanto, le parole “Gioventù di Syriza ” d’ora in poi non corrisponderanno né ad uno spazio vuoto né a qualcosa che è coerente con la ” Syriza reale”. La “fine silenziosa” della Gioventù di Syriza non significa che i suoi interventi e i suoi testi non parleranno più, che i suoi appunti non risuoneranno più di voci, che i suoi festival non canteranno più. Cerchiamo, tutti e tutte, di non cadere in inganno su questa questione.

Cosa faremo d’ora in poi


In queste nuove circostanze e con la pressante necessità politica di prendere posizione sulle prossime elezioni, rimaniamo coerenti con la decisione dell’ultima assemblea del CC della Gioventù di Syriza del 18 e 19 luglio, che ha dichiarato esplicitamente la nostra opposizione all’adozione e all’attuazione del terzo memorandum, in quanto esso “è in contrasto con le nostre origini ideologiche, i nostri impegni elettorali e le nostre decisioni collettive, e cerca di rovesciare un lungo percorso intrapreso da Syriza e di schiacciare il pensiero e la speranza di una strada diversa nell’unico paese dell’Unione Europea in cui la sinistra ha ottenuto una vittoria storica”.

Nella stessa decisione abbiamo anche approfondito le nostre riflessioni su questioni chiave come la nostra posizione nei confronti delle organizzazioni politiche del capitale, come l’Unione Europea e l’Eurozona, dicendo che “dobbiamo constatare che alla fine l’Unione Europea e l’Eurozona funzionano come un neoliberismo istituzionalizzato, che limita e rende asfittici i margini di cambiamento. Dobbiamo ridefinire la nostra strategia internazionalista nell’ottica della rottura e dell’abbandono di queste istituzioni sovranazionali, come richiedono la democrazia e la sovranità popolare, e come condizione per sfidare la strada a senso unico del neoliberismo”.

Infine, abbiamo affermato esplicitamente che “la lotta per un mondo più giusto non era per noi una mera rivendicazione morale, ma un modo per cambiare la nostra vita quotidiana, per trasformare le nostre vite e la società. Continueremo a camminare lungo questa strada tenendo sempre presente che la storia è un campo di possibilità nel quale lottiamo costantemente per realizzare ciò che a tutti può sembrare impossibile”.

Sulla base di quanto sopra, ma anche della nostra esplicita posizione riguardo al non essere in grado, oggi, di sostenere, rafforzare e militare in Syriza, scegliamo di votare liste di sinistra, radicali, anticapitaliste, che siano coerenti con le parole dell’ultima decisione del CC della Gioventù di Syriza sopra menzionate, e che si basino sul rifiuto del concetto di TINA (There Is No Alternative) applicato ai memoranda, per esprimere un “NO fino alla fine”, ma che operino anche in un orizzonte di cambiamenti sociali e politici più ampi. In questo quadro, infatti, daremo battaglia nei luoghi in cui noi giovani viviamo e interveniamo – scuole, università, quartieri, luoghi di lavoro – affinché la gioventù, una gioventù che in schiacciante maggioranza ha sostenuto il ‘NO’ al referendum, scelga la via della resistenza e del rovesciamento, contro scelte anti-politiche o contro l’astensione. Per quanto riguarda in particolare il referendum, la creatività giovanile e il contributo spontaneo alla campagna a favore del NO sono di particolare importanza, e sono elementi in cui possiamo vedere l’evoluzione di questa dinamica sociale e la sua trasformazione.

La lotta ancora attuale per il socialismo

L’orizzonte della nostra azione, però, non si ferma alle elezioni. Inoltre, il nuovo modello politico di azione che cerchiamo non può essere basato (e non vogliamo che lo sia) su una prospettiva tradizionale che restringe il nostro orizzonte politico alle esigenze istituzionali e al raggiungimento di cambiamenti esclusivamente attraverso la via parlamentare. Crediamo che, poiché niente ci sarà regalato, la società debba essere nella posizione di rivendicare tutto, e di conseguenza riteniamo importanti le forme di organizzazione sociale e l’organizzazione del potere dal basso. È in quest’orizzonte di pensiero che la rottura con l’Eurozona e l’Unione Europea assume un segno di sinistra radicale, e contemporaneamente diventa un mezzo per portare avanti una strategia internazionalista dalla parte delle classi lavoratrici europee, lontano da ogni logica di arroccamento nazionale o di uscita dalla crisi attraverso la “competitività”. Riteniamo, inoltre, che i programmi di rivendicazioni e benefici socialdemocratici, così come il puro produttivismo siano superati dalla storia stessa. Abbiamo bisogno di un percorso di rottura e trasformazione in vista della liberazione sociale. Ecco perché reputiamo necessario un dibattito strategico su ciò che ci ha portato fino a qui, senza certezze e senza negare responsabilità, in quanto tale dibattito è una condizione necessaria per la creazione di qualsiasi realtà nuova a sinistra.

Il fatto che i giovani non accettino che non ci sia un’alternativa ai memoranda e alla barbarie capitalista è una scommessa di proporzioni storiche per la società greca e ancora di più per le classi lavoratrici. Non sfugge affatto alla nostra attenzione che il vecchio mondo muore ogni giorno intorno a noi. La crisi e il declino del capitalismo diventano sempre più profondi, i poteri politici diventano sempre più autoritari acutizzando la propria crisi, ed ogni giorno che passa, ovunque nel mondo, si moltiplica il numero di coloro che il capitalismo non può integrare, coloro che si ribellano contro sfruttamento e oppressione, coloro che gettano i semi di un altro modo di produzione, di un’altra società.

I giovani, le classi lavoratrici, le donne, i migranti e i rifugiati, la comunità LGBT, potenzialmente costituiscono il nutrimento di una maggioranza sociale davvero rivoluzionaria. In questo contesto, la nostra preoccupazione principale nel prossimo periodo sarà di costruire l’organizzazione della resistenza collettiva in modo che questa possa costituire davvero un pericolo per i rapporti di forza esistenti. Pertanto, per quanto ci riguarda, insisteremo sul fatto che la costruzione di un altro mondo rimanga il compito storico “all’ordine del giorno”.

Dunque, ricomporre le forze della sinistra radicale/anticapitalista – condizione necessaria per rafforzare, espandere e aggiornare il progetto del socialismo del 21° secolo – è per noi un obiettivo chiave nel prossimo periodo. Le nostre preoccupazioni centrali rimangono l’aggregazione di larghe masse giovanili ad un progetto del genere, l’esistenza e la generalizzazione di un fronte di resistenza di movimento e politico contro la barbarie della via senza uscita dell’austerità, ed anche l’egemonia di una cultura di “anticapitalismo creativo” con le conoscenze e le competenze dei giovani nel mettere in discussione l’inevitabilità del capitalismo. In questo contesto intendiamo sperimentare nuove forme di organizzazione, meno gerarchiche od obsolete, mettendo alla prova noi stessi e le conoscenze e l’esperienza che abbiamo acquisito nella nostra partecipazione alle lotte sociali.

Come abbiamo espresso anche nella Dichiarazione Costitutiva della Gioventù di Syriza “[..] in tutti i principali momenti storici, sia a livello nazionale che livello internazionale, la gioventù ha aperto la strada: dall’EPON[i] e dalla lotta contro la dittatura, fino alle battaglie del periodo successivo alla dittatura e ai movimenti contemporanei. Dal maggio ‘68 fino alle moderne rivolte in Tunisia, Egitto, Turchia e altrove. Qui, però, non siamo alla ricerca di eroi, né di belle storie da raccontare quando invecchieremo. I grandi momenti storici del movimento giovanile in Grecia ci danno la convinzione. Il nostro patrimonio collettivo di conoscenze, competenze ed esperienza ci dà la forza. Questi giorni sono giorni buoni. Sono giorni in cui, proprio perché non abbiamo nulla da perdere, possiamo rivendicare tutto. Noi non chiediamo il rilancio delle promesse non mantenute del neoliberismo. Vogliamo essere coinvolti in un progetto che ci supera e che per questo ci soddisfa: il progetto della costruzione del nostro mondo, del mondo della dignità e della solidarietà”. Su questa strada continueremo.

(*) Questo testo è rivolto a tutti i membri della Gioventù di Syriza che, qualora lo condividano, possono sottoscriverlo. Sulla base di esso ci proponiamo di organizzare riunioni locali, ma anche un processo a livello nazionale, da realizzarsi dopo le elezioni, sul tema di come continuare la nostra lotta nel contesto che in queste righe abbiamo descritto a grandi linee, partendo dal dato di fatto della fine del Gioventù di Syriza come la conoscevamo.

Inoltre, con questo testo, vogliamo parlare a realtà e persone che si pongono domande simili, a persone che si sono allontanate da Syriza, al mondo della sinistra radicale e anticapitalista che vuole superare le debolezze del passato per cambiare il presente, ai collettivi all’interno dei movimenti e, naturalmente, all’ampio potenziale di chi combatte, in particolare tra i giovani, che ha sostenuto il NO e contesta la via senza uscita dei memoranda. Attraverso l’azione politica di opposizione e ricomposizione, con l’importante eredità del passato, ma anche attraverso una profonda autocritica, andremo avanti verso le lotte e le vittorie che meritiamo.

Firmatari:

Vareltzis Dimitris

Velegrakis Giorgos

Gavrilidis Vagelis

Ganiaris Nikolas

Giannopoulos Giannos

Giannopoulos Sokratis

Damdouni Ioanna

Zarkadoulas Akis

Zachiotis Alexandros

Kalimnios Kostas

Kapoutsis Leonidas

Karagianni Efi

Katerinis-Linardos Michalis

Kosifologou Aliki

Kotaras Pothos

Matsouka Anastasia

Balomenakis Dimitris

Bantios Iasonas

Benekos Giorgos

Bening Kostis

Bliachoutas Giorgos

Bouka Erika

Boukouvalas Giorgos

Moraiti Anastasia

Panteleakos Ilias

Papatzani Eva

Patsika Efi

Poulakis Marios

Prodromou Danai

Roggas Vasilis

Santamouris Petros

Siaili Dimitra

Stavrakakis Christos

Tsoutsis Kostantinos

Tirovolas Stefanos

Chronopoulos Ilias

[i] Organizzazione Giovanile Panellenica Unitaria, istituita nel 1943 durante l’occupazione tedesca. L’EPON era parte del Fronte di Liberazione Nazionale (EAM) [n.d.t.]

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