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(17 Giugno 2011) Enzo Apicella

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Trieste, proiezione di "Diario di un maestro"

La poesia di Vittorio De Seta, la buona scuola di Albino Bernardini, la bravura di Bruno Cirino, le utopie post-sessantottesche per un film da gustare con gli occhi, col cuore e con la mente.

(9 Settembre 2015)

paolo cirino

Il Circolo Cinematografico Charlie Chaplin presenta in due serate, il 10 ed il 17 settembre con inizio alle ore 20.30, presso la Casa del Popolo di Sottolongera Diario di un maestro di Vittorio De Seta. Ispirato al libro di Albino Bernardini Un anno a Pietralata, il film racconta, narrandola in prima persona, l’esperienza scolastica vissuta da un giovane maestro napoletano, Bruno D’Angelo (interpretato dal compianto Bruno Cirino) che, fresco di nomina, assume l’incarico in una scuola della periferia di Roma, nel quartiere Tiburtino III. Al maestro viene affidata una quinta elementare formata da ragazzi difficili, ripetenti, molti dei quali abituati a disertare la scuola. D’Angelo si mette alla loro ricerca e in questa occasione ha modo di conoscere i disagiati contesti familiari in cui essi vivono. Resosi conto che i metodi tradizionali di insegnamento non hanno alcuna presa sugli allievi, il maestro avvia una sperimentazione pedagogica fatta di «dialogo-ricerca», in sintonia con le metodologie dell’attivismo pedagogico propugnate da Freinet e Dewey e con i più illustri precedenti di didattica progressista in Italia (da don Milani a Gianni Rodari e Mario Lodi). L’esperimento del maestro di Pietralata urta però la suscettibilità degli altri insegnanti e soprattutto quella del direttore, uomo di antica formazione, ligio alle «circolari del Ministero», che definisce le iniziative del maestro troppo personali e in netto contrasto con i metodi tradizionali. Tuttavia il maestro non rinuncia e la sua attività didattica si fonda sull’ esperienza, configurandosi come laboratorio di vita. I problemi di attualità, le vicende quotidiane, il contesto familiare e i suoi disagi animano il lavoro della classe. I problemi della borgata, ed in particolare quello della casa, così come le questioni sociali, diventano occasione per acquisire valori, per imparare regole e codici comportamentali. Ma questa «scuola di vita» secondo il direttore non è in grado di formare gli alunni preparandoli ad affrontare gli esami di licenza. Il maestro è costretto a rinunciare al proprio metodo d’insegnamento e avverte un senso di sconfitta, perciò abbandona la scuola e torna al suo paese dove trascorre qualche giorno in famiglia riflettendo su quanto è accaduto. Rendendosi conto delle responsabilità che si è assunto, comprende quanto sia importante l’opera iniziata e quanto affetto egli nutra per i suoi ragazzi, di conseguenza si ripresenta nella scuola romana. L’accoglienza affettuosa degli alunni lo rassicura e lo incita a proseguire per una scuola che li renda uomini liberi, indipendenti, nuovi. Nella realtà dei fatti l’esperimento condotto a Pietralata dal vero protagonista, Albino Bernardini, provocò un ampio dibattito che coinvolse grandi studiosi tra cui Tullio De Mauro e Lucio Lombardo Radice. De Seta ne ricavò un film per la TV, realizzato con tecniche sperimentali e interpretato da veri ragazzi di borgata. La sua messa in onda, nei primi mesi del 1973, appassionò dodici milioni di telespettatori ed ebbe il merito di sottoporre a processo una scuola incapace di rinnovarsi e di confrontarsi con i problemi concreti della vita. Narrando della scuola il regista De Seta in realtà fa opera, se pur in modo estremamente poetico, di denuncia sociale: lo sfruttamento e il lavoro minorile, l’analfabetismo, la disoccupazione, il problema degli alloggi popolari. Dal punto di vista specificamente didattico il film ebbe il merito di illustrare efficacemente metodi didattici rivoluzionari per l’epoca, (oggi ampiamente condivisi a parole, ma tuttora in conflitto con richieste scolastiche di tipo nozionistico finalizzate al voto e con l’utilizzo sanzionatorio del voto di comportamento), quali l’elaborazione di saggi di scrittura collettiva, la lezione fuori dalle aule per consentire il contatto diretto con l’ambiente di vita e l’autodisciplina.

Entrata con tesserino sociale valevole un anno e disponibile ad ingresso sala. La Casa del Popolo si trova in via Masaccio 24, laterale di s.da per Longera all'altezza del primo capolinea della 35.

Circolo Cinematografico Charlie Chaplin

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