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La lettera di risposta

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(28 Ottobre 2011) Enzo Apicella
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Assistenti specialistici e alla comunicazione: la mobilitazione continua

(7 Novembre 2015)

assistenti specialistici

Roma: gli Assistenti specialistici e alla comunicazione distribuiscono volantini alla presentazione di un libro cui sono intervenuti per indurre il Vice-presidente della Regione Lazio ad incontrarsi con loro.

A Roma, il 2015 ha portato con sé il definitivo fuoriuscire dall'invisibilità di diverse figure sociali, come, ad esempio, quegli Assistenti specialistici e alla comunicazione di cui, in questo sito, ci siamo occupati nel febbraio scorso, in un articolo che cercava di offrire un quadro esaustivo delle loro rivendicazioni. Le quali nascono da una situazione contraddittoria, tipica dell'Italia di oggi: infatti, alla L. 104 del 1992 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) che, garantendo il diritto allo studio per le persone disabili, definiva accuratamente le figure professionali in questione, non ha fatto seguito quella necessaria e minuziosa regolamentazione, cui dovevano provvedere gli enti locali. Eppure parliamo di lavoratrici e lavoratori assolutamente necessari ai fini dell'inclusione scolastica di persone che possono presentare problematiche di vario tipo, che vanno da quelle forme di autismo che comportano disturbi comportamentali – tali da poter essere gestiti solo da chi ha competenze specifiche – alle limitazioni sensoriali a carico dell'apparato visivo e uditivo, che chiamano in causa l'opera qualificata degli Assistenti alla comunicazione. Ora, a fronte della loro evidente insostituibilità, gli Assistenti sono deliberatamente consegnati ad una condizione di incertezza, continuando ad essere assunti di anno in anno attraverso diverse modalità contrattuali precarie (ritenuta d'acconto, CoCoCo, CoCoPro, Partita Iva ecc.) e non risultando quasi mai pagati con puntualità. Del resto, è stato proprio in conseguenza di un grave ritardo nel pagamento degli stipendi che si è determinata la dinamica di lotta che ha determinato la nascita del loro Coordinamento, formato da decine di lavoratrici e lavoratori intenzionati a riappropriarsi di tutto quanto gli è stato sinora negato. Un passaggio non più procrastinabile in considerazione del fatto che, dal 1 gennaio 2015, è venuta meno la Provincia, l'ente addetto ad esaminare e a finanziare i progetti di assistenza definiti dai diversi istituti scolastici, creando una situazione molto preoccupante.

A ben vedere, le previsioni meno rosee hanno trovato conferma nel mese di settembre, quando è risultato chiaro che si era dato un serio taglio al servizio. Cosa che per molti Assistenti ha comportato la perdita dell'occupazione e per altri una drastica riduzione del numero delle ore lavorative. In molte scuole ciò ha portato a situazioni insostenibili, che hanno spinto tanto i presidi quanto i genitori a lamentarsene presso gli enti locali, a partire da quella Città Metropolitana che ha rimpiazzato la Provincia. Di conseguenza, in alcune scuole, in corso d'opera si è verificato un parziale recupero delle ore di servizio cancellate. Il che non ha modificato un quadro sostanzialmente allarmante. Basti pensare al fatto che, tanto i genitori degli studenti disabili quanto gli Assistenti che, per vie parallele, si sono mossi verso gli enti locali per ricevere chiarimenti rispetto a quanto stava accadendo, hanno ottenuto risposte non esaustive. In particolare, gli Assistenti hanno faticato di più a farsi ricevere: per ottenere l'incontro, invero richiesto diverso tempo addietro, con Massimiliano Smeriglio – Vicepresidente e Assessore alla Formazione, Università, Scuola e Ricerca della Regione - lo scorso 22 settembre il Coordinamento ha fatto irruzione alla presentazione di un libro di Gianluca Peciola (Il sindaco Marino e la grande corsa). Ne è derivato un appuntamento all'Assessorato – senza la presenza del suo titolare – in cui ci si è sentiti dire che i tagli non dipendevano dalla volontà della Regione, bensì da quella della Provincia – o ex tale – che, avendo ricevuto meno fondi dal governo, sarebbe stata costretta a scelte dolorose. Però, in un incontro con Gemma Azuni, Consigliera delegata della città metropolitana, quest'ultima – forse per difetto di conoscenza – aveva negato tout court l'esistenza di tagli al servizio.

In questo delicato contesto, va però segnalata la maggiore capacità di mobilitazione degli Assistenti che il 28 ottobre – presso la sede de Il Cielo sopra l'Esquilino, in via Galilei – hanno dato vita ad un partecipato incontro, rivolto anche a genitori, dirigenti scolastici e docenti. Se è vero che i presidi non si sono precipitati all'appuntamento, non si può non sottolineare la presenza di numerosi colleghi mai raggiunti prima, così come di diversi insegnanti, curricolari e di sostegno, che sono anche intervenuti nella discussione. Un docente partecipe delle battaglie contro la "Buona Scuola", oltre a ribadire la necessità di proseguire la lotta contro l'azione devastatrice di Renzi e Giannini, ha espresso sostegno ad una delle idee forza del Coordinamento: il riconoscimento a tutti gli effetti degli Assistenti come lavoratori della scuola e non solo del sociale. Dal canto suo, un insegnante di sostegno dell'Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni ha sottolineato l'importanza del lavoro degli Assistenti, che sono quelli che realmente creano una relazione con lo studente disabile, favorendo pertanto anche una migliore comunicazione col personale docente e con il resto della classe.

Ma la preoccupazione per gli attuali tagli ha spinto a partecipare (e a prendere parola) anche un rappresentante delle cooperative sociali. Al quale gli Assistenti hanno però fatto presente la loro filosofia, legata alla necessità dell'internalizzazione del servizio di cui, in prospettiva, si dovrebbe occupare direttamente il MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca), senza la mediazione di quelle cooperative sociali che, per massimizzare i propri profitti, spesso riducono i lavoratori ad una condizione di precarietà estrema. D'altronde, non sono le sole a muoversi in quest'ottica, come conferma il caso del Centro Regionale Sant'Alessio per i ciechi che “fornisce” gli Assistenti alla Comunicazione per i disabili visivi. Tale struttura, che ha perso la originaria connotazione di Istituto Pubblico di Assistenza e di Beneficenza ma il cui presidente è ancora nominato dal Governatore della Regione Lazio, continua ad applicare forme contrattuali come il CoCoPro pure a chi svolge questo lavoro da 10-15 anni. Peraltro, il Sant'Alessio è addirittura monopolista rispetto al servizio in questione, che gli viene invariabilmente assegnato da lungo tempo, cosicché gli Assistenti che operano in questo specifico settore, per quanto competenti siano, non possono trovare lavoro nelle scuole per altre vie (cioè, come “liberi professionisti” o, a parità di sfruttamento, tramite le cooperative).

Un altro tassello di quel difficile vissuto degli Assistenti, che sta muovendo alla solidarietà la parte più consapevole dei genitori. In effetti, all'assemblea del 28 è intervenuta anche la mamma di un ragazzo autistico, che ha evidenziato quanto la figura dell'Assistente sia essenziale rispetto alla conquista delle "autonomie", coincidenti con quelle che per i più sono le normali azioni della vita quotidiana: un terreno estraneo all'insegnante di sostegno, più concentrato sugli aspetti prettamente didattici. Va detto che la presenza di un buon numero di genitori è una conseguenza del loro attivismo delle ultime settimane, con tanto di costituzione di gruppi strutturati come quello dell'Istituto Sereni. Questo ha reso più facile coinvolgergli anche se, alcuni di loro, tendono ancora a pensare soprattutto in termini di garanzia del diritto allo studio per i propri figli, preoccupandosi meno delle condizioni vissute dagli Assistenti. Ma questi ultimi, dialogando, stanno cercando di far capire che la qualità del servizio può essere assai migliore se il lavoratore risulta gratificato e soddisfatto, superando quella sensazione di insicurezza dovuta ad esempio al fatto che, alla fine di ogni fine anno scolastico, non gli è chiaro se sarà occupato a partire dal settembre successivo.

In sostanza, si tratta di ragionare nei termini dell'unificazione delle lotte. La spinta dei genitori deve fondersi con quella degli Assistenti ed è necessario che questi ultimi – da lavoratori di fatto (anche se non riconosciuti come tali) della scuola – saldino la propria forza a quella degli insegnanti e del personale non docente. In effetti, tra le novità degli ultimi mesi, vi è un rapporto sempre più stretto con i docenti in lotta: gli Assistenti sono stati infatti invitati a partecipare all'assemblea che il Coordinamento precari delle scuole di Roma terrà il 12 novembre all'ITIS Galilei, con l'intento di promuovere nuove forme di contrasto alle misure del governo Renzi. Un passaggio che sarà seguito, pochi giorni dopo, da una protesta davanti alla Regione, da svolgersi assieme alle famiglie e agli insegnanti e volta a chiedere che il servizio continui ad essere finanziato, senza tagli, a partire dal prossimo gennaio. Di più, si intende anche ribadire quanto espresso in una lettera indirizzata, mesi fa, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al quale si chiedeva di spendersi per sanare una condizione lavorativa da troppo tempo fuori da ogni regolamentazione, spingendo anzitutto la Conferenza Stato-Regioni a ragionare sulle uniche parti della l. 104 del 1992 che non sono state mai discusse, né in quella sede né in Parlamento. Ossia, “gli articoli e i commi che parlano specificamente” degli Assistenti Specialisti e alla Comunicazione. In più, la Regione dovrebbe istituire “un corso regionale, valido anche per il territorio nazionale, che certifichi la qualifica di Assistente Specialistico e dell'Assistente alla Comunicazione”. Ma questo primo, pur significativo intervento a livello locale viene inteso dal Coordinamento come una tappa intermedia verso l'obiettivo massimo, che è quello del definitivo riconoscimento in quanto dipendenti del MIUR. Per questo, più in là, si prevede una manifestazione davanti al Dicastero, in Viale Trastevere, così da ricordare alla titolare Stefania Giannini che non si può più continuare a far finta che gli Assistenti non esistano.

Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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