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Contestare l’agenda

(16 Novembre 2015)

naomi klein

Naomi Klein

Ancora una volta il capitalismo è riuscito con un massacro da seguire in diretta Tv a stornare l’attenzione della popolazione mondiale dai problemi reali che l’umanità ha da risolvere a quelli prodotti da situazioni che come minimo sono il risultato di una condiscendenza da parte di chi doveva invece prevenirle.
Da notare che la coscienza della catastrofe ambientale è ciò che più allarma il capitalismo mondiale. Nel senso che ogni volta che l’opinione pubblica mondiale arriva a organizzarsi per far sentire la propria voce, succede qualcosa di sconvolgente. Giá nel 2001 all’epoca di Bush i movimenti per salvare la vivibilità della Terra avevano raggiunto una mole altissima di consenso e appoggio: già si dovevano applicare le risoluzioni di Kyoto che avevano come obiettivo ridurre le emissioni di gas serra per mantenere i cambiamenti climatici almeno sotto controllo. Il crollo delle torri Twin a New York servì a cambiare l’agenda. Il punto non era più garantire un futuro all’ambiente ma diventò quello di “non mettere in discussione il livello di vita degli americani”, così come si espresse Bush. Da allora la “lotta al terrorismo” è stata sempre al primo punto dell’agenda. Naturalmente non è solo la questione del clima in cima alle preoccupazioni del capitalismo ma la crescita di movimenti di massa che possano pretendere un cambiamento in senso sociale della politica è per esso insopportabile. La repressione a Genova poco prima delle Twin era già una indicazione di cosa si preparava il potere capitalista mondiale.
Naomi Klein nel suo libro “This change everything”, pubblicato in Italia con il frivolo titolo “Una rivoluzione ci salverà” ogni volta che tira conclusioni dalla descrizione delle situazioni di scempio all’ambiente e alle popolazioni vittime dello scempio, non può fare altro che osservare che il problema è il capitalismo. L’obbiettivo del profitto da conseguire costi quel che costi non potrá mai conciliarsi con la salvaguardia dell’ambiente. Al contrario è proprio l’estrattivismo, cioè la rapina della terra e dei suoi componenti, siano essi gas,petrolio,minerali, che permette ancora la sopravvivenza del modo di produzione capitalista. E Naomi Klein considerà appunto, in questo contesto, che è necessario non solo neutralizzare le corporation, ma è necessario cambiare modo di vita. Anche se si riuscisse a produrre energia rinnovabile per riscaldarsi e per le esigenze quotidiane,per far funzionare le grandi fabbriche che producono i macchinari che preparano i prodotti che ci sembrano indispensabili, sarebbe necessaria energia pesante. inquinante. Per cui si tratta di rivedere tutto il funzionamento della vita a cui il capitalismo ci portati con le buone, con le cattive o con il plagio. Ristrutturare la esistenza in modo compatibile con la difesa della natura è un compito necessario per l’umanità, nel quale non c’é posto per il capitalismo. É in questo senso che è importante rendersi mentalmente indipendenti dalla propaganda, dall’impatto emozionale delle stragi e ristrutturare l’agenda ponendo all’ordine del giorno non i punti dettati dal capitalismo ma i punti che partano dalla difesa degli interessi della popolazione fino alla costruzione di un nuovo modo di vita.


15/11/15

Nicolai Caiazza

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