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RAI E RICORSO DI INCOSTITUZIONALITA’

(23 Dicembre 2015)

Nella sua analisi riferita alla “riforma RAI” apparsa sul Manifesto del 23 Dicembre, Vincenzo Vita nota con grande precisione:” poco rimane dell’articolo 21 della Costituzione”.
Non è il caso di entrare qui nel merito della negatività di tanti aspetti che questa sedicente “riforma” presenta: essi sono già stati sviscerati in molti interventi assolutamente condivisibili apparsi in rete e sulla stampa.
E’ necessario però porre un interrogativo, proprio partendo dall’affermazione contenuta nel già citato intervento dell’ex-sottosegretario alle Comunicazioni del governo Prodi: acclarato che si è fatto strame del dettato costituzionale non è il caso di pensare a un ricorso all’Alta Corte come già si è fatto per la legge elettorale Italikum?
I termini di affrontamento della delicatissima questione da parte del governo fanno interamente parte di quella logica di consolidamento del regime di cui fanno già parte la “buona scuola” (preside – manager), la riforma costituzionale del Senato, la legge elettorale.
Renzi ha il coraggio di parlare di “super produzione da parte del Parlamento” che, in realtà, attraverso il voto di fiducia (come in questo caso) è ormai limitato al compito di ratifica di dettati provenienti dall’alto: parlamento la cui composizione, come ben sappiamo, è “drogata” dall’esistenza di un super premio di maggioranza, almeno alla Camera dei Deputati. Premio che s’intende confermare con l’Italikum.
Si tratta di temi politici, mentre sul piano dei contenuti della legge di riforma RAI rimarrà la figura abnorme di un amministratore delegato con pieni poteri di nomina (e di conseguenza di stretta osservanza) governativa.
Governo che, con il canone pagato in bolletta e l’assunzione di centralità assoluta di questa figura di a.d., avrà in mano assieme i poteri d’introito delle risorse finanziarie e di nomina.
E’ necessario, dunque, muovere l’opposizione a questo stato di cose su diversi terreni a quello del ricorso di incostituzionalità appare essere del tutto percorribile.
Sarebbe il caso di rifletterci.

Franco Astengo

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