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(24 Gennaio 2016)
Sono trascorsi almeno 12 anni dalla prima segnalazione all'Amministrazione comunale di Cascina sulla necessità di aprire un'uscita di emergenza su un lato del fabbricato che ospita vigili e altri uffici comunali, per dotare il palazzo di una seconda via di entratauscita e fuga . In questi anni niente è stato fatto....
Parliamo di un ente locale nella provincia di Pisa con meno di 200 dipendenti e una Giunta ormai monocolore del partito democratico dopo l'uscita di idv, socialisti e federazione della sinistra, parliamo di un lavoratore che per avere denunciato pubblicamente alla asl l'assenza di sicurezza si trova ora con un procedimento disciplinare in arrivo e la minaccia di una sospensione fino a sei mesi , ovviamente senza retribuzione alcuna.
Il lavoratore è un ispettore della polizia municipale.
La storia è propedeutica del sistema di relazioni all'interno della pubblica amministrazione, del codice di comportamento utilizzato ad arte per trasformare la denuncia pubblica e l'impegno civile in colpa, in danno recato alla immagine della amministrazione, per trasformare il senso civico in materia di provvedimenti sanzionatori e un domani favorire la repressione economica da parte della Magistratura contabile
Parliamo di un Ente locale che non ha risposto a numerosi solleciti scritti di un dipendente, letteralmente ignorato le note del lavoratore anche grazie alla paralisi e compiacenza verso gli amministratori propria del sindacato negli enti locali sempre piu' chiuso nella perdente difesa della propria produttività (che il Ministro Madia per altro si accinge a svuotare con i prossimi decreti attuativi)
La comunicazione del dipendente sulle normative di sicurezza nel palazzo che ospita la polizia municipale e altri uffici è stata reiterata ma amministratori e dirigenti, pur informati da note scritte, hanno scelto di non rispondere .
A seguito dell'esposto alla asl e di un successivo sopralluogo è scattata la richiesta di aprire un procedimento disciplinare a carico del lavoratore. I ritardi, le inadempienze e le responsabilità degli amministratori comunali, ma anche di alcune figure apicali del Comune che eseguono alla lettera i dettami della politica- vengono cosi' interamente scaricati su un lavoratore , l'applicazione dei codici disciplinari avviene sempre a senso unico e questa volta per coprire carenze in materia di sicurezza
A seguire un approfondimento sulla figura del preposto alla sicurezza (il lavoratore è stato nominato preposto e a detta degli amministratori questa figura dovrebbe esimersi dal denunciare pubblicamente inadempienze interpretando la filiera della sicurezza nei luoghi di lavoro come funzionale agli amministratori, anche se questi di sicurezza e salute non vogliono parlare)
Pensiamo esistano centinaia di casi del genere che passano sotto silenzio per paura e rassegnazione lasciando soli lavoratori e lavoratrici in balia di provvedimenti disciplinari e intimidazioni. Per questo bisogna rompere il muro del silenzio soprattutto ora che il dipendente pubblico viene dipinto come una caricatura della disonestà e dell'inefficienza.
COMUNE DI CASCINA.
BASTA CAPRI ESPIATORI
Le vigente normativa di tutela della salute e della sicurezza pone a carico dei lavoratori e, in particolare dei preposti, dei precisi doveri, tanto che il Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs.81/08) prevede specifici obblighi sanzionabili in merito, obblighi dei quali gli amministratori e i dirigenti comunali dovrebbero essere a conoscenza.
Per quanto riguarda i lavoratori l’articolo 20 del testo Unico sancisce l’obbligo sanzionabile penalmente per il quale essi devono “segnalare immediatamente
al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d) [attrezzature, dispositivi di sicurezza, dispositivi di protezione individuali], nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza”.
Per quanto riguarda i preposti, in virtù della loro posizione di coordinamento dei lavoratori a loro sottoposti, la normativa è ancora più "pressante" imponendo all’articolo 19 del testo Unico l’obbligo, sempre sanzionabile penalmente, di “segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro”.
E’ evidente che il mancato intervento da parte del datore di lavoro, o dei dirigenti, per la efficace e definitiva risoluzione delle problematiche segnalate da lavoratori e preposti li pone in una situazione di corresponsabilità ovvero di complicità con i vertici aziendali e di responsabilità penale e civile a seguito di lesioni ai lavoratori dovute ai mancati adempimenti.
In una tale situazione, il lavoratore che ha segnalato puntualmente e formalmente a datore di lavoro e dirigenti il mancato adempimento agli obblighi di legge su salute e sicurezza sul lavoro (che costituiscono reati penali) e che ha reiterato tali segnalazioni senza ricevere nessuna risposta da parte dei vertici aziendali, si trova costretto a richiedere l’intervento degli organi di vigilanza (il Dipartimento Salute e Sicurezza della ASL o, a seconda dei casi, i Vigili del Fuoco).
Se l'amministrazione comunale ha intenzione di sanzionare e aprire un procedimento disciplinare a carico di un lavoratore che ha avuto il senso civico di metteresi in gioco a tutela della salute e sicurezza di tutti i colleghi, sappia che non staremo a guardare
cobas pubblico impiego
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