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SEI MINIME CONSIDERAZIONI SULLE UNIONI CIVILI

(30 Gennaio 2016)

Preferisco le unioni civili ai barbari conflitti.
Preferisco le unioni civili alle brutali persecuzioni.
Preferisco le unioni civili alle incivili divisioni.
*
Mi perdoni chi crede che tra le istituzioni umane ve ne siano di "naturali" anziché culturali: tutte le ideologie naturalistiche (che in quanto ideologie sono esse stesse quanto di meno "naturale" possa esserci) denegano alla radice il senso e il fine degli umani istituti.
Mi perdoni chi crede che la famiglia patriarcale sia il luogo del bene assoluto: è invece sempre il luogo dell'oppressione e dell'umiliazione, e sovente della schiavitù e dell'orrore.
Mi perdoni chi crede che la famiglia nucleare sia la forma storica principe della convivenza e della solidarietà: e' invece la meno consistente nella storia della cultura umana.
*
Non mi appassiona ricordare cose ovvie, ma le relazioni d'amore sono un fiore così delicato che ogni cura deve essere posta affinché non subiscano offesa.
Non mi appassiona ricordare cose ovvie, ma so bene che una legge, anche se non può garantire la felicità, può almeno proteggere da molte violenze.
Non mi appassiona ricordare cose ovvie, ma trovo oscena e abominevole la pretesa che alcune relazioni d'amore valgano meno di altre, che alcune persone abbiano meno diritto di altre ad amare e ad essere amate.
*
Dal modesto mio punto di vista una legge civile sulle unioni civili che renda meno precarie e più serene le vite di tante persone, è una cosa buona.
Dal modesto mio punto di vista ogni riconoscimento di diritti e di doveri che promuove rispetto e solidarietà e garantisce dignità e sicurezza per tutte le persone è una cosa giusta.
Dal modesto mio punto di vista la protezione giuridica della vita, delle dignità e dei diritti di tutte le persone è veramente cosa buona e giusta.
*
Tutto mi ha insegnato il femminismo, ed in primo luogo ad oppormi alla violenza che è in me.
Tutto mi ha insegnato il femminismo, ed in primo luogo ad oppormi alla violenza che e' intorno a me.
Tutto mi ha insegnato il femminismo, ed in primo luogo a rispettare gli esseri umani in quanto esseri umani; a riconoscere che tutte le persone sono allo stesso tempo diverse l'una dall'altra ed eguali in dignità e diritti; a cogliere nelle ideologie e nelle pratiche del maschilismo e del patriarcato la prima radice di ogni altra violenza; a sapere quindi che occorre opporsi al maschilismo e al patriarcato ed a tutte le oppressioni, così come occorre opporsi al razzismo e ai totalitarismi ed a tutte le persecuzioni, così come occorre opporsi alla guerra e al terrorismo ed a tutte le uccisioni.
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E per concludere: trovo speciosi e intrinsecamente contraddittori gli argomenti di chi vuole impedire una legge civile sulle unioni civili, e sento che in taluni atteggiamenti sprezzanti e in taluni apodittici proclami vi è in ultima analisi una volontà punitiva nei confronti di chi non si conforma a norme e strutture e condotte violente lungamente dominanti che tanto dolore hanno imposto a innumerevoli innocenti.
E per concludere: a chi cita a sproposito l'articolo 29 della Costituzione della Repubblica suggerirei di leggere con la dovuta attenzione quell'articolo come anche i due successivi, come anche gli articoli 2 e 3 della Carta: nulla vi è in essi che si opponga a una legge civile sulle unioni civili, ed anzi un'adeguata comprensione di quegli articoli a una legge civile sulle unioni civili persuade ed esorta.
E per concludere: mi associo pertanto anch'io all'invito da più parti rivolto al Parlamento ad approvare al più presto una legge civile che le unioni civili riconosca e tuteli: più diritti e doveri, meno abusi e umiliazioni; più rispetto e protezione, meno violenza e solitudine; più amore e solidarietà, meno odio e persecuzioni; più civiltà, meno barbarie.


Viterbo, 29 gennaio 2016

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

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