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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Assistenti all’autonomia e alla comunicazione in Personale Scolastico ATA

Il senso di una petizione e la risposta ai suoi critici

(13 Aprile 2016)

Nel mondo degli Assistenti Educativi Culturali e degli Assistenti Specialistici e alla Comunicazione, si sta proponendo con sempre maggiore forza il tema dell'internalizzazione d'un servizio cruciale, da cui dipende la garanzia del diritto allo studio per le persone disabili. Sulla strada attraverso cui giungere a questo obiettivo, il dibattito è vivace ed articolato. Alcuni Assistenti all'autonomia e alla comunicazione - che di recente hanno dato vita all'associazione nazionale Asacom - propongono l'assunzione in quanto personale ATA. Una opzione che ha suscitato un'ampia discussione e diverse critiche, alcune riportate anche in questo sito. Nel contributo qui pubblicato, gli interessati rispondono in forma articolata alle obiezioni che hanno sin qui incontrato.

assistentinata

In una prospettiva di riqualificazione del servizio di assistenza scolastica specialistica, per adeguarlo alla nuova realtà sociale e in previsione dell'integrazione dei disabili sensoriali e psico-fisici gli Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione riunitisi in gruppo nazionale chiedono l’inserimento della figura professionale di Assistente all’Autonomia e alla Comunicazione all’interno del Personale Scolastico ATA, Area B, in tutte le scuole di ogni ordine e grado[1].

L’osservazione più seria fatta a questa proposta è stata relativa all’aspetto economico. Le altre osservazioni sono state:

1. Non si può togliere la competenza agli Enti Locali. Falso, si può fare ed è già stato fatto in passato.

2. I genitori non avranno la continuità. Falso, è il primo punto nella petizione, per sentenza del Consiglio di Stato la continuità dev'essere garantita.

3. L'autonomia dei presidi trasforma il personale ATA in tuttofare... falso, ci sono contratti collettivi del lavoro da rispettare, mansioni e ruoli, se entri come tecnico fai il tecnico, se sei collaboratore scolastico fai il collaboratore scolastico. ecc.

Quello che lascia perplessi che tra tutte le opposizioni nessuno abbia visto i meriti della proposta, quasi ne fosse priva. Non si vede che se venisse accettata in un solo colpo si risolverebbe

1. il precariato disastroso in cui versa una categoria di lavoratori sconosciuta.

2. i problemi di inclusione e la violazione del diritto allo studio degli studenti con disabilità.

3. il barbaro uso che gli enti locali fanno dello strumento delle esternalizzazioni dei servizi essenziali delle persone, in questo caso di minori in situazione di fragilità sociale.

Quello che lascia perplessi è che si preferisce rincorrere una proposta di legge, la legge 2656 sugli Educatori e Pedagogisti, che non sarebbe in nessuna maniera risolutiva di problemi legati alla contrattualizzazione e alla modifica di gestione dei servizi, vertendo esclusivamente sull'aspetto di definizione dei profili professionali. A parte che dentro quella legge noi Assistenti all’autonomia e comunicazione non siamo contemplati, non essendo appunto, educatori.

O che si invochi una pretesa di internalizzazione al Miur di cui però non si dà indicazione più precisa.

La criticità seria che nessuno sta notando è invece l'aspetto economico, il togliere tanti soldi alle Regioni e ai Comuni. E l'aumento della spesa in termini di dipendenti da destinare all'istruzione.

Ma essendo che i diritti inviolabili della persona non sono negoziabili, abbiamo pensato che questa criticità sia superabile grazie all'appoggio della società civile.

La scuola può essere di tutti grazie alla collocazione di una figura indispensabile come l'assistente ad personam all'interno del comparto scuola, perché sia con gli studenti da settembre a giugno; le famiglie possono avere figure specialistiche che accompagnano i ragazzi nel loro percorso.

Non ci sono criticità legate alla formazione, da noi lasciata alle Regioni che dovrebbero acquisire il profilo professionale di ben cinque figure dedicate all’assistenza agli studenti disabili: sordi, ciechi, sordociechi, con disturbi dello spettro autistico, con disabilità psico-fisiche. Una formazione standardizzata nei percorsi, da cui anche la nostra elaborazione dei percorsi formativi di tutte e cinque le figure.

Non ci sono criticità se non quelle economiche, però superabili, e quelle culturali attraverso l’acquisizione del concetto che gli Assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono parte fondamentale del processo di integrazione degli studenti con disabilità e parte fondamentale di ogni scuola che voglia dirsi veramente inclusiva.

Il documento già inviato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali è disponibile al download nella sezione file del gruppo di sostegno alla petizione:
https://www.facebook.com/groups/199353443775004/files/

Petizione: https://www.change.org/p/miur-mai-pi%C3%BA-soli-assistenti-all-autonomia-e-alla-comunicazione-tutto-l-anno-scolastico

[1] (Tecnici del reinserimento e dell’integrazione sociale ovvero di tecnico per l’assistenza ai giovani disabili nell’ambito del compartimento scuola; ISTAT 3.4.5.2.0; QEQ l.3)

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