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Buon compleanno Marx

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(5 Maggio 2009) Enzo Apicella
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    Comunicato del CONUML sul 1 Maggio

    (30 Aprile 2016)

    PER UN PRIMO MAGGIO DI CLASSE E RIVOLUZIONARIO CHE PREPARI UN NUOVO ASSALTO AL POTERE CAPITALISTICO!

    La classe operaia e l’intellettualità marxista leninista si riapproprino della loro funzione storica di classe rivoluzionaria per liberare l’umanità intera dalla tragedia sociale del capitalismo e dell’imperialismo, si riprendano dallo sbandamento subentrato alla distruzione del Partito bolscevico e del socialismo in Unione Sovietica e negli altri paesi socialisti e di democrazia popolare realizzato nel secolo scorso ad opera scellerata e immonda del revisionismo e dell’opportunismo e si preparino per il nuovo e vittorioso assalto al potere economico, finanziario e politico della classe borghese, che sta, con la forza della repressione legislativa e poliziesca, progressivamente peggiorando le già difficili condizioni di vita del proletariato di tutti i paesi.
    Sopravvivendo il potere borghese e clericale e vivendo la classe lavoratrice operaia e intellettiva un’esistenza drammatica di insicurezza sociale, di sacrifici e privazioni il 1° Maggio non può essere considerato una giornata di festa, come cercano di farla passare i servi del potere economico e politico capitalistico, ma solo un significativo giorno di lotta per la liberazione della società umana dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo!
    1° Maggio di lotta di classe al governo Renzi e ai suoi alleati di centrodestra e centrosinistra, alla sua controriforma elettorale fascista, alla sua oligarchica demolizione persino della Costituzione democratico-borghese promulgata il 1° gennaio 1948 in seguito alla lotta antifascista, alla Resistenza e alla guerra civile di Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo e al suo feroce attacco alle già disastrose condizioni di vita dei lavoratori italiani occupati, disoccupati, pensionati e senza reddito!
    1° Maggio di lotta senza frontiera, cioè internazionalista, contro la classe padronale!

    Dopo l’esperienza del “comunismo primitivo”, dove il lavoro era svolto in comune e anche i suoi prodotti erano consumati in comune, in maniera egualitaria, con la divisione sociale del lavoro e la comparsa della proprietà privata, accompagnata dalla prepotenza e dalla violenza dei più forti, la società fu divisa in classi sociali contrapposte, quella padronale sfruttatrice e dominatrice e quella lavoratrice sfruttata e oppressa. Da allora la classe padronale ha usato ogni forma di repressione, di guerra e di sterminio di popoli interi per mantenere la sua supremazia, mentre la seconda ha dovuto lottare strenuamente per non morire assassinata, di fame o di malattia. Di qui la nascita della lotta di classe, che terminerà solo con la fine della società divisa in classi contrapposte e in lotta tra loro. Epiche sono state le lotte del proletariato di tutti i paesi della Terra per liberarsi dalle catene della schiavitù, dello sfruttamento e della miseria. Dallo schiavo e gladiatore romano Spartaco agli operai di oggi dell’Ilva e di tante altre grandi e piccole fabbriche disseminate sul territorio nazionale passando per la lotta armata a difesa della Comune di Parigi del 1871, per la Rivoluzione Russa del 1905, per la gloriosa e vittoriosa Rivoluzione Socialista Sovietica d’Ottobre in Russia del 1917, per la lotta contro il fascismo, il nazismo e la monarchia in Italia e per la vittoria dell’Unione Sovietica sul nazi-fascismo in Europa.
    Dopo millenni di lotte proletarie, prime utopistiche e poi scientifiche con l’avvento del marxismo-leninismo, finalmente con la Rivoluzione Socialista Sovietica d’Ottobre la classe lavoratrice russa operaia, contadina e intellettiva conquista il potere politico e con il governo della dittatura del proletariato, l’esproprio della proprietà terriera, la nazionalizzazione delle banche, delle industrie e dei trasporti, la collettivizzazione dell’economia e la democrazia socialista, avvia la costruzione della grande Unione Sovietica, che sino alla metà degli anni ’50 del secolo scorso non temeva confronti con l’economia capitalistica. La superiorità dei rapporti di produzione socialisti – già minati, ma non ancora demoliti dai revisionisti che avevano usurpato il potere dopo la morte di Stalin - manda il primo uomo nello spazio, il compagno Jurij Gagarin, garantisce assistenza, istruzione, lavoro, casa, pensione e ferie a tutti i cittadini sovietici. Il proletariato sovietico sprona i lavoratori dei paesi ancora capitalistici a lottare per la conquista di migliori condizioni di vita. Anche il Italia, come in tutti gli altri paesi capitalistici occidentali, la classe operaia scende in piazza, sfida la repressione padronale e poliziesca, si pone all’avanguardia delle masse lavoratrici e popolari in lotta e realizza importanti conquiste sociali, a partire dallo Statuto dei Lavoratori, dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato, dalla cosiddetta scala mobile, dagli aumenti salariali, dalle pause lavorative nel processo produttivo delle azienda, dalla pensione dignitosa, dall’assistenza sociale, dal diritto alla casa, eccetera.
    L’Unione Sovietica e l’intero mondo socialista sono crollati non perché abbiano fallito nel progetto di costruzione della società socialista e di edificazione di quella comunista, ma per l’azione dell’imperialismo congiunta all’opera dannata, traditrice e rinnegatrice dei revisionisti e degli opportunisti che hanno mantenuto aspetti esteriori del socialismo nel Partito e nello Stato, per ingannare la classe lavoratrice, e anche per l’incapacità del proletariato dei paesi socialisti di difendere con ogni mezzo necessario le conquiste sociali realizzate e oggi ne paga le tragiche conseguenze con la fine del lavoro, del salario, della casa, dell’assistenza, delle ferie e della pensione sicuri e garantiti sin dalla nascita di ogni individuo. La stessa cosa è avvenuta in Italia, dove la classe lavoratrice, abbandonata dall’ex Partito Comunista Italiano (PCI) e dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil), diventati progressivamente un partito e un sindacato alleati degli interessi della classe capitalistica italiana, non ha saputo reagire adeguatamente e in gran parte è rimasta persino prigioniera di quelle organizzazioni oramai di supporto al capitalismo, oggi sciaguratamente rappresentate dal PD renziano e dalla Camusso, e non ha saputo difendersi le conquiste realizzate con dure lotte, sacrifici e perdita di vite umane.
    L’origine del 1° Maggio risale alle dure lotte operaie per le otto ore tra il 1882 e il 1886 negli Stati Uniti, dove la polizia, schierata a difesa degli interessi dei padroni, sparò sugli operai uccidendone e ferendone molti. Dunque, anche questa ricorrenza non ce l’ha regalata nessuno, ma è stata il risultato di millenni, secoli e decenni di lotta operaia e di repressione padronale e dei governi suoi alleati. Il nemico di classe, padroni e governi loro sostenitori, cercano costantemente, con la stampa, la televisione, la radio, la propaganda religiosa e la formazione scolastica, di normalizzare la classe lavoratrice cercando di farle abbandonare la lotta di classe, di convincerla che “la vita sulla Terra è sempre stata com’è oggi e che non potrà mai cambiare”, di indurre le masse popolari alla sfiducia e alla rassegnazione all’esistente. Lo stato di violenza mafiosa e camorristica e di corruzione politica e istituzionale della società italiana è il risultato più eloquente della corrotta società capitalistica.
    Noi comunisti, materialisti, che analizziamo, valutiamo e discerniamo scientificamente gli avvenimenti storici e gli accadimenti quotidiani sappiamo che l’Umanità non morirà così com’è oggi, cioè schiava di un manipolo di capitalisti e imperialisti e di oligarchi politici come Renzi e i suoi amici nordamericani e europei. Il destino del mondo è nelle mani della classe operaia e dei popoli, che quando saranno pronti, e speriamo molto presto, butteranno giù dalle poltrone del potere monarchi e presidenti del consiglio, così com’è già avvenuto in passato e continuerà ad avvenire sino alla costruzione di quel mondo nuovo e superiore, cioè la società prima socialista e poi comunista, auspicato dalla classe sfruttata sin dagli arbori dell’Umanità. La storia vissuta ce lo ha insegnato e i grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin ci hanno fatto capire, con l’analisi del materialismo dialettico e storico, che i rapporti sociali possono e debbono essere modificati con l’organizzazione e la lotta rivoluzionaria del proletariato. Insomma, oggi il proletariato può, e deve, riprendersi le conquiste perdute, può, e deve, riprendere il cammino verso la costruzione del socialismo e l’edificazione della società comunista. Al momento opportuno non ci sarà nessun governo, nessuna forza pubblica e nessun esercito schierato a difesa dello Stato e del potere capitalistico che potrà impedirlo, perché sarà la volontà travolgente di masse furiose stanche di patire sfruttamento, miseria, privazioni e disperazione, così come avvenne con la Rivoluzione Socialista Sovietica d’Ottobre in Russia nel 1917 oppure in Italia nel biennio 1943-1945, quando il popolo in rivolta abbatté il fascismo e la monarchia e mise in fuga i nazisti.
    Alla Rivoluzione Socialista non c’è alternativa per cambiare lo stato miserabile e disumano delle cose presenti in Italia, in Europa, negli Stati Uniti d’America e nel resto del mondo capitalistico e imperialistico. La Rivoluzione d’Ottobre non fu, e non poteva essere, un’improvvisazione, perché nessuna Rivoluzione si vince improvvisandola, bensì preparandone la vittoria nei minimi dettagli, così come fece il Partito Comunista bolscevico in Russia, fondato nel 1898, sotto la guida di Lenin e Stalin e col contributo di tanti altri valorosi compagni dirigenti ai vari livelli dell’organizzazione politica e militare proletaria.
    Attualmente, dopo la sconfitta temporanea del socialismo nell’Unione Sovietica e negli altri paesi in cui il revisionismo ha distrutto la dittatura del proletariato, dopo la degenerazione dei Partiti Comunisti dei paesi capitalisti nati dalla gloriosa Terza Internazionale, è necessario fare tesoro della grande esperienza accumulata e continuare la lotta, occorre ricostruire un forte Partito Comunista di classe e rivoluzionario per condurre il proletariato italiano e immigrato alla conquista rivoluzionaria del socialismo nel nostro paese, bisogna unire tutti i sinceri e coerenti marxisti-leninisti in un unico Partito, quale avanguardia di organizzazione e di lotta dell’intera classe lavoratrice, operaia e intellettiva. Per questo obiettivo storico di importanza fondamentale è stato costituito il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista, che si è dato un proprio Programma politico e che lavora alla prospettiva di unire tutti i marxisti-leninisti italiani.
    Il proletariato nel nostro paese si appresta a promuovere e combattere nei prossimi mesi una dura battaglia in opposizione alla controriforma costituzionale e a quella elettorale di stampo fascista voluta e approvata dal governo Renzi e dalla sua maggioranza parlamentare di centrosinistra e centrodestra. Contro di esse è schierato un ampio fronte di forze proletarie e progressiste, già impegnate nella raccolta di firme per chiedere l’ammissione di due referendum abrogativi. Parallelamente è già partita la battaglia a sostegno del NO, nel prossimo mese di ottobre, al referendum confermativo della inquietante controriforma costituzionale voluta dallo stesso blocco di potere oligarchico, reazionario e alleato dei potenti interessi nazionali e internazionali dei petrolieri, banchieri e finanzieri delle varie aggregazioni imperialistiche europee e mondiali.
    Il governo Renzi, che rappresenta i peggiori governi della passata Democrazia Cristiana e di quelli Berlusconiani, con una serie di leggi autoritarie sta stravolgendo i principi della Costituzione del 1948, scaturita dalla lotta antifascista, dalla Resistenza e dalla caduta della monarchia, ha approvato le controriforme costituzionale ed elettorale di stampo presidenzialista e fascista che aboliscono il Senato elettivo spogliandolo dei suoi poteri costituzionali, che introducono un premio di maggioranza alla Camera dei deputati di 340 seggi su 630 per la lista che supera il 40% dei voti validi, uno sbarramento del 3% per avere eletti dei deputati e tante altri stravolgimenti costituzionali, di cui parleremo più dettagliatamente nelle prossime battaglie referendarie. Prendiamo atto positivamente che contro tali controriforme è schierato un vasto fronte democratico e progressista, ma noi marxisti-leninisti, il Conuml, condurremo una dura battaglia di classe e rivoluzionaria a partire dalla nostra storia e dalla nostra prospettiva di classe e rivoluzionaria e di costruzione della società socialista e dell’edificazione di quella comunista.
    E’ ovvio che le suddette importanti battaglie referendarie hanno maggiori possibilità di vittoria se non si rinchiudono nell’ambito giuridico-costituzionale, come vorrebbero i socialdemocratici, ma siano supportate da un potente movimento di lotta operaio e popolare e si svolgano all’interno della battaglia più generale di costruzione della società socialista in Italia. Questo è il nostro impegno di organizzazioni marxiste-leniniste aderenti al Conuml. Le due battaglie referendarie sono strettamente legate alla battaglia contro il governo Renzi e i suoi alleati, il Partito Democratico e tutti gli altri partiti borghesi, riformisti e opportunisti che siedono in parlamento, che sono nemici politici e istituzionali degli interessi, dei bisogni di vita e delle aspettative di riscatto sociale della classe lavoratrice italiana. Una battaglia che comincia in questi mesi e che deve continuare per costruire un governo degli operai, degli altri lavoratori sfruttati e degli intellettuali d’avanguardia con funzione costituente e di passaggio rivoluzionario alla nuova e superiore società socialista. La parola d’ordine è, e deve essere: fine dei governi borghesi, tutto il potere al proletariato!
    Invitiamo la classe operaia e l’intellettualità d’avanguardia, i sinceri marxisti-leninisti, la gioventù comunista e tutte le forze autenticamente progressiste del nostro paese a condividere e sostenere la battaglia del Conuml contro la riforma reazionaria dello Stato in atto da parte del governo e della maggioranza parlamentare renziani. Prendete contatto con noi, costruiamo insieme una campagna politica per battere i progetti reazionari della borghesia, cacciare il governo Renzi e aprire la via del potere proletario! La lotta per l’Italia socialista è già cominciata, occorre solo svilupparla per renderla vincente e al più presto possibile. Per uscire dalla barbarie capitalista non c’è alternativa alla Rivoluzione Socialista. Lavoratori del braccio e dell’intelletto, con la caduta del capitalismo cadranno anche le nostre secolari catene della schiavitù padronale, dello sfruttamento del lavoro, della miseria e della disperazione esistenziale. Viva il 1° Maggio di lotta di classe e rivoluzionaria per un futuro migliore per noi e per le future generazioni.
    Roma, 1° Maggio 2016.

    COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA
    Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
    Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
    Per contatti: conuml@libero.it
    Visitate il nostro sito: www.conuml.weebly.com

    Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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