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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Sviluppiamo la resistenza contro l’offensiva del capitale,
la reazione e la guerra!

Dichiarazione della riunione regionale dei membri europei della CIPOML

(16 Maggio 2016)

cipoml

In poco tempo la situazione in Europa si è notevolmente aggravata. Nonostante ci siano buone condizioni per la crescita economica capitalista, come i crediti a bassi tassi, un cambio favorevole dell’euro, il prezzo del petrolio ai minimi e miliardi di euro iniettati dalla BCE, l’economia ristagna e una nuova crisi si sta avvicinando, a causa delle irresolubili contraddizioni del capitalismo. Dentro questi sviluppi, la ricchezza di un pugno di magnati s’ingigantisce, mentre i poveri diventano più poveri. Si spendono cifre folli per le armi e le guerre, mentre ci sono sempre meno fondi per le necessità sociali.
Nella situazione attuale, la classe dominante, i suoi partiti conservatori o socialdemocratici, i suoi governi, attaccano le conquiste della classe operaia, come i contratti collettivi nazionali di lavoro e vogliono rendere più facili i licenziamenti dei lavoratori. A ciò si aggiungono i tagli del salario e delle spese sociali, i tentativi di ridurre ulteriormente le pensioni ed estendere la vita lavorativa. Tutto questo conduce ad un aumento della sfiducia nei confronti dello Stato, delle sue istituzioni e dei diversi partiti borghesi, siano essi della vecchia destra, conservatori, socialdemocratici o liberali.
In questo contesto, gli Stati vengono trasformati passo dopo passo in stati di polizia con governi autoritari, accompagnati dalla crescita dei movimenti e partiti di destra, nazionalisti, razzisti nonché fascisti, che si presentano demagogicamente come “sociali” e appoggiano questa trasformazione in stati polizieschi. Dietro il pretesto della “lotta contro il terrorismo” le libertà democratiche vengono demolite.
Nello stesso momento la politica di guerra è sempre più estesa. Sotto la direzione e all’interno della struttura della NATO, l’UE e i suoi membri, specialmente la Gran Bretagna, la Francia e la Germania intervengono militarmente in Siria, Libia, Iraq, Afghanistan, Somalia, Mali, etc. Questa è la causa principale del gran numero di rifugiati che vogliono raggiungere l’Europa.
Le potenze imperialiste utilizzano le conseguenze delle loro stesse politiche aggressive, imperialiste, come pretesto, per intervenire di più e consolidare l’Europa fortezza, per impedire alle vittime delle loro politiche di trovare un luogo sicuro dove possano sopravvivere e vivere. In questo scenario si è realizzato l’accordo tra l’UE e Turchia. E’ un accordo contro l’umanità, un accordo con un regime che disprezza le libertà e i diritti democratici basilari, che calpesta e schiaccia ogni opposizione democratica assieme alle sue radici e cerca di sconfiggere militarmente la lotta di liberazione nazionale del popolo curdo.
La questione dei rifugiati ha mostrato e approfondito le contraddizioni all'interno dell’UE e i diversi scopi delle classi dominanti. Ha aggravato la crisi politica dell’UE e delle sue istituzioni.
Inoltre, si utilizzano i rifugiati per intensificare ed estendere gli stati di polizia, sempre col pretesto della “lotta contro il terrorismo”. Ciò apre spazi alle destre e ai fascisti, con l'appoggio di settori della borghesia, degli Stati borghesi e dei media. Tutti questi movimenti reazionari servono alla borghesia per dividere i lavoratori e i movimenti popolari, per metterli l’uno contro l’altro, invece di lottare insieme contro la classe dominante ed i suoi governi.
Ma queste misure della borghesia non risolvono i problemi, al contrario li aumentano.
La resistenza della classe operaia e dei lavoratori contro gli attacchi dei padroni e dei governi di ogni colore (di destra, socialdemocratici, da soli o in alleanza…) sta aumentando in tutti i paesi.
Gli attacchi sono oggi concentrati sugli statuti dei lavoratori, come possiamo vedere in Francia. Un enorme movimento sta mobilitando centinaia di migliaia di lavoratori, i sindacati, la gioventù, che lottano per il ritiro di questo progetto con le manifestazioni e gli scioperi, a livello locale e nazionale. È una controriforma che arriva dopo molte altre che hanno tradotto in pratica le principali esigenze dei padroni: libertà di licenziamento, più flessibilità, salari più bassi, più sfruttamento.
Gli stessi attacchi sono portati avanti negli altri paesi, come in Italia, in Germania, Norvegia, Spagna, etc., dove i diritti dei lavoratori e la contrattazione collettiva sono minati o soppressi. In questo modo si cerca di limitare la capacità degli operai di agire uniti.
La resistenza si sta sviluppando anche contro la criminalizzazione degli scioperi e dei sindacalisti combattivi, specialmente quando viene opposta la violenza di classe alla violenza del capitale e del suo Stato. Il numero dei sindacalisti arrestati sta aumentando. Alcuni movimenti di solidarietà si sono sviluppati a livello internazionale, specialmente per quanto riguarda i monopoli che hanno stabilimenti in diversi paesi. Ma questa forma di solidarietà è ancora limitata e dev’essere sviluppata.
L’imperialismo e il capitale monopolistico stanno attaccando e calpestando la sovranità nazionale e le istituzioni elette. Questo non è solo il caso di paesi meno sviluppati, ma anche di paesi imperialisti avanzati.
La resistenza e la lotta contro l’UE e la sua politica neoliberista, contro la sua politica reazionaria e disumana verso i rifugiati e i migranti, contro la sua politica di guerra, di crescente tensione con la Russia, portata avanti in stretto legame con la NATO, si sta sviluppando in tutti i paesi. I diktat dell’euro e le loro conseguenze sono evidenti, specialmente in Grecia, ma anche negli altri paesi.
L'opposizione all’UE sta crescendo in Danimarca, in Olanda, dove si sono svolti dei referendum connessi alla questione della UE. In ogni caso, il rifiuto dell’UE sta diventando più forte e maggioritario fra i popoli, specialmente fra i lavoratori e masse popolari.
Una prossima occasione sarà il referendum in Gran Bretagna: la prospettiva del “Brexit” è concreta e rende furibonda l'oligarchia finanziaria, i capi dei partiti di destra e socialdemocratici, i grandi padroni, i leader pro-UE degli altri paesi; anche Obama ha interferito a favore del mantenimento della Gran Bretagna nell'UE.
Noi appoggiamo apertamente i democratici e forze progressiste che stanno svolgendo la campagna a favore del “Brexit.” Se ciò accadrà, si creerà una nuova
situazione politica, si approfondirà la crisi politica dell’UE e verrà spronata l'opposizione all’UE negli altri paesi. Sosteniamo decisamente il diritto dei popoli ad uscire dall’UE. Sosteniamo i popoli che chiedono un referendum per uscire dall’UE.
Diversi trattati internazionali sono discussi e negoziati in gran segreto tra i rappresentanti dell’UE e degli USA: il TTIP è uno di questi trattati le cui conseguenze saranno enormi e assai pericolose. Aumenterà il potere dei monopoli, sia di quelli nordamericani sia di quelli europei, contro tutti i lavoratori e i popoli. Ci sono anche altri trattati in discussione, in specifici settori, come il TISA, che è un progetto anti-democratico che mira alla privatizzazione permanente dei servizi pubblici e delle risorse. Tutti hanno lo stesso obiettivo: aprire i mercati ai monopoli e aumentare la concorrenza fra i lavoratori, a beneficio del capitale, imporre i diktat dei monopoli, usando gli Stati come i migliori difensori dei loro interessi privati.
Grandi dimostrazioni si stanno sviluppando durante l’ultima tappa di questi negoziati. Nulla è ancora deciso: una vittoria del movimento popolare è possibile. Dobbiamo rinforzare la mobilitazione per fermare i negoziati e farli fallire.
La politica aggressiva della NATO sta incontrando un crescente movimento di resistenza che dice “No alla guerra, No alla NATO”, che proclama la necessità della sua dissoluzione e rivendica “fuori dalla NATO” nei paesi membri di questa alleanza politico-militare diretta dall’imperialismo degli Stati Uniti.
Questo movimento sta denunciando anche i legami fra UE e NATO.
Un altro aspetto della politica della NATO è la pressione esercitata sui governi per aumentare le spese di guerra, per acquistare sempre più armi prodotte dai monopoli nordamericani ed europei, che competono in questo mercato.
Noi uniamo le nostre voci alla denuncia della crescente militarizzazione degli Stati e dell’intera società, del crescente potere politico ed economico dei monopoli del complesso militar-industriale.
Uniamo le nostre voci al movimento che dice “fondi per l’istruzione e la salute, non per le armi, non per la guerra!”.
Lavoriamo per sviluppare un poderoso movimento internazionale contro la guerra.
Un movimento che lotti per farla finita con le guerre in Iraq, Siria, Afghanistan.
Un movimento che dica “no all’aggressione alla Libia!”.
Un movimento che denunci la “guerra contro il terrorismo in Africa” intrapresa dalle potenze imperialiste, specialmente Francia e Germania, in stretto rapporto con l’imperialismo USA. Uniamo le nostre voci con i popoli e le organizzazioni di questi paesi che lottano per il ritiro delle truppe straniere, per la loro indipendenza e sovranità, specialmente in Mali. Appoggiamo in particolare la lotta rivoluzionaria del popolo del Burkina Faso e degli altri paesi neocoloniali che stanno affrontando la Francia, gli Stati Uniti e gli altri paesi imperialisti.
Il sistema capitalistico e imperialistico porta alla grande maggioranza dei lavoratori e dei popoli solo miseria, povertà, repressione e guerra. Questo sistema non è riformabile nell'interesse dei lavoratori e dei popoli, e non può offrire alcun futuro ai popoli e ai giovani. Ribadiamo la nostra convinzione che un cambiamento rivoluzionario ed il socialismo sono necessari. Questa sarà il messaggio che come Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti diffonderemo fra i lavoratori e i popoli del mondo in occasione del centesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.
Il socialismo è il futuro!

Dichiarazione della riunione regionale dei membri europei della CIPOML.
Germania, maggio 2016

Partito Comunista degli Operai di Danimarca (APK)
Partito Comunista degli Operai di Francia (PCOF)
Organizzazione per la Costruzione del Partito Comunista degli Operai di
Germania (Arbeit Zukunft)
Movimento per la riorganizzazione del Partito Comunista di Grecia (KKE
1918-1955)
Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia
Organizzazione Marxista-Leninista Revolusjon di Norvegia
Partito Comunista di Spagna (marxista-leninista) – PCE (m-l)
Partito del Lavoro (EMEP) di Turchia

Piattaforma Comuniusta - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia

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