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GOVERNO RENZI: INTENSO LAVORO
PER UN NUOVO SCENARIO ANTIOPERAIO

(24 Maggio 2016)

Editoriale del n. 41 di "Alternativa di Classe"

carlo calenda

Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda

Mentre tutte le forze politiche italiane, dalla destra alla “sinistra”, anche estrema, dalle più grosse alle più piccole, sono impegnatissime a cercare di rastrellare voti per le elezioni amministrative del 5 Giugno, l'attività del Governo Renzi procede, sostanzialmente indisturbata ed a pieno ritmo. Certamente tutti i governi borghesi, che si sono succeduti, hanno fatto gli interessi del capitale, ma il Governo Renzi può permettersi di farli in modo più sfacciato, contando anche su mezzi di informazione, che forniscono notizie col nuovo stile “anestetico”, da lui introdotto, al quale, però, in troppi, in un modo o nell'altro, si stanno adeguando... Non è che sia sparita la tecnica di “spararle grosse”, per poi infondere ai lavoratori la sensazione, all'uscita dei veri provvedimenti governativi, di “averla scampata”, ma ora c'è anche la pretesa di raggiungere un preventivo consenso, che, peraltro, spesso nemmeno manca da parte di molti sfruttati, ingenui, ma anche pesantemente condizionati dagli effetti della crisi...
E' l'influente “Corriere della Sera”, nell'edizione del 7 Maggio, infatti, a riportare una rivelatrice intervista al Ministro per l'Economia e la Finanza, Pier Carlo Padoan, già Direttore Esecutivo per l'Italia del Fondo Monetario Internazionale (F.M.I.): vi si annuncia un decreto-legge con un “pacchetto” per “crescita e competitività” delle imprese, che, in altri tempi, avrebbe provocato perlomeno una generale, anche se magari solo formale, “levata di scudi”!... Non va dimenticato che proprio lui, da tre anni, è, insieme a Renzi, il presentatore del Documento di Economia e Finanza (D.E.F.) per la riduzione del debito pubblico, che quest'anno, sulla base dei dati “truccati” dall'applicazione del Jobs Act insieme agli incentivi alle imprese, riporta per il 2015 un aumento dell'occupazione (che, peraltro, mai come ora, non significa aumento del numero di lavoratori occupati stabilmente, visto anche che già i dati di Febbraio e Marzo '16 li danno in calo...) e degli investimenti. Anzi, per questi ultimi prevede, nel 2016, un incremento addirittura del 3%, insieme ad una diminuzione della pressione fiscale ed al “rilancio delle banche”.
Proprio in questo mese, poi, altri due tasselli di quanto si va preparando. Il primo è la nomina (annunciata pubblicamente Domenica 8 da Renzi in persona) a Ministro dello Sviluppo Economico di Carlo Calenda, “capitano” di azienda, uomo di Confindustria, di recente fede PD ed ex Vice-ministro dell'imprenditrice Federica Guidi, travolta dal recente scandalo ENI, oggi sostituita proprio da lui. Renzi lo ha richiamato da Bruxelles, dove era stato da poco inviato a rappresentare l'Italia, con risultati di consenso da parte di vari big della UE. Lui, che in Confindustria si è occupato di “business internazionale”, è, ovviamente, anche fervente sostenitore del Trattato Transatlantico su Commercio ed Investimenti, noto con l'acronimo T.T.I.P. (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno I n.12 a pag. 5), ormai vicino al “traguardo”, nonché dell'Accordo Economico e Commerciale Globale (CETA), sempre targato UE, simile, ma con il Canada.
Il secondo tassello è l'investitura formale, che avverrà il 25 Maggio, di Vincenzo Boccia alla carica, cui è stato eletto a maggioranza, di Presidente di Confindustria. Meridionale, fin da giovane leader delle piccole imprese, rivendica continuità nell'organizzazione padronale, nella quale si è occupato dei rapporti con l'Africa, tanto “cari” anche al Premier. Nonostante la “continuità”, o forse proprio per quella, sostiene il livello aziendale come principale, se non unico, livello di contrattazione, insieme alle deroghe ai contratti, e, come tutta Confindustria, vuole attuare il Manifesto sulle Relazioni Industriali di Federmeccanica. A questo proposito, la presenza nel D.E.F. della previsione del divieto per legge di scioperare contro accordi firmati è effetto, oltre che della richiesta, contenuta nel Documento unitario sul “Nuovo modello contrattuale” dei sindacati confederali, di tradurre in legge il Testo Unico sulla Rappresentanza (T.U.R.) del 10 Gennaio '14, del pesante pronunciamento confindustriale sulla “esigibilità degli accordi”, riportata come aspetto addirittura “sacro” e fondamentale nel “Manifesto...” di Federmeccanica.
La crescente presenza diretta di Confindustria accanto e nel Governo Renzi è alla base anche del nuovo atteggiamento verso le Piccole e Medie Imprese (P.M.I.), dato che quelle con meno di 10 addetti rappresentano in Italia circa il 95% di tutte le aziende. Per facilitarne l'accesso al credito, oltre ai finanziamenti statali alle quattro banche fallite ed all'incentivazione dell'intervento di “privati” per la loro ricapitalizzazione, il Governo, mentre sollecita l'intervento della Banca Centrale Europea (B.C.E.) per finanziamenti agevolati ed interventi “sul mercato dei titoli corporate”, chiede sì una garanzia europea sui depositi bancari, ma già 300 milioni di Euro sono andati al Fondo Interbancario per tali depositi... In più, il Decreto-legge in gestazione intende indirizzare direttamente i “risparmi delle famiglie” verso una ricapitalizzazione per le P.M.I. (stimata in circa 10 mld €/anno), investendo su “piani di risparmio” a lungo termine, che permetterebbero loro, magari in rete e/o con altri accorgimenti tecnici, di ricorrere alla ricerca, oggi esclusiva delle grandi aziende, verso una crescita delle esportazioni su mercati esteri, e da ottenersi, quasi sempre, con tecnologie tali da ridurre ulteriormente il numero di occupati. Senza contare il ricorso delle grandi aziende a “cessioni di ramo d'azienda” (e quel che ne consegue per i lavoratori...), che si dovessero rendere utili per accedere a tali nuovi finanziamenti. Infine, per incentivare questo tipo di investimenti, i loro rendimenti verrebbero completamente detassati!...
E' evidente che a beneficiare di tale detassazione non sarebbero certo i lavoratori, ai quali, invece, le tasse sono puntualmente trattenute, mentre “le famiglie” che starebbero risparmiando, addirittura abbastanza da investire, non ci paiono di certo essere quelle dei proletari, che, invece, fanno estrema fatica ad arrivare (se vi arrivano!...) alla fine del mese. Inoltre va messo a fuoco il fatto che la diminuzione delle entrate fiscali, che deriverà da questo provvedimento, significherà una ulteriore riduzione dei servizi, a partire dalla sanità per le fasce più deboli! Con una pubblica amministrazione dove vi saranno meno persone, a lavorare di più, ma non per i servizi a vantaggio dell'utenza “popolare”, bensì verso agevolazioni, sempre maggiori ed in tutti i modi, alle aziende. E', in pratica, l'ennesimo trasferimento di risorse dai “più poveri” ai “più ricchi”; prova ne è il fatto che l'obiettivo di questa manovra non è certo un aumento dei consumi interni (con quali soldi?), ma si dovrà tradurre in aumento delle esportazioni “made in Italy”... Altro che l'atteggiamento accondiscendentemente “neutrale” della “sinistra radicale” e dei sindacati “confederali”! Dopo l'ultima Legge di stabilità, in base alla quale il capitale italiano ha già fatto una “scorpacciata”, tra decontribuzione e tagli all'IRAP, ci mancava solo una pensata come questa!!...
Mentre la bussola del Governo Renzi risulta costantemente orientata verso gli interessi del capitale, i lavoratori, i proletari, nonostante che siano in aumento i casi in cui la lotta sta dimostrando di “pagare”, dimostrano di non averla ancora trovata la bussola! ...e di non avere ancora capito quanto sia necessario unirsi per difendere i propri interessi, come classe. E' per questo che in Confindustria si sta discutendo, sempre più apertamente, di arrivare finanche alla “contrattazione individuale”, puntando, di fatto, e con varie modalità, ad una completa neutralizzazione dello strumento sindacale, in quanto tale.
Proprio in tale senso va certamente la recente destituzione da qualsiasi incarico sindacale del Coordinatore Nazionale dell'Area “Il sindacato è un'altra cosa – Opposizione CGIL”, proposta da M. Landini e definitivamente sancita Martedì 10 dalla Segreteria Nazionale di S. Camusso, solo per avere abbracciato la sacrosanta difesa dei delegati FIOM della FCA giudicati “incompatibili” dalla stessa FIOM: non si tratta tanto del fatto in sè, pur gravissimo e senza precedenti, ma della chiara volontà dell'apparato CGIL di chiudere definitivamente ogni spazio di opposizione alla sua omologazione; e mentre, purtroppo, le diramazioni in cui rischia di sgretolarsi l'Area congressuale di opposizione dimostrano, in un modo o nell'altro, di non avere capito fino in fondo la sostanza della questione, il lungo processo di istituzionalizzazione, e perciò di snaturamento, dei sindacati tradizionali, si sta per concludere: innanzi tutto è urgente che i proletari, dopo averle ritrovate, “regolino le bussole” sui propri interessi di classe, lavorando per darsi, a tutti i livelli, strumenti da subito idonei a difendersi con la lotta....

Alternativa di Classe

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