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Un invito a schierarsi contro "il veleno della proposta di riforma costituzionale"

(23 Giugno 2016)

partecipazione referendum intestazione

Il fronte del no al referendum sulla riforma costituzionale renziano-boschiana si sta notevolmente allargando. A parte il Comitato presieduto dal professor Pace, nelle ultime settimane si sono costituite altre realtà - agganciate alle più diverse ispirazioni culturali e politiche - ma accomunate dall'esigenza di esprimere un netto rifiuto verso un progetto di trasformazione in senso autoritario dello Stato.
In questo quadro di grande attivismo, cominciano a uscire dei sondaggi incoraggianti e decisamente impensabili sino a poco tempo fa, anche in considerazione del forte schieramento dei grandi media al fianco dell'attuale Presidente del Consiglio.
Paradossalmente, uno dei punti deboli del fronte del No, sembra al momento il Movimento 5 Stelle, capace di infliggere una sonora lezione elettorale al PD, ma tiepido nell'impegno referendario e anche portatore di argomenti deboli, che non vanno al cuore della questione.
In quanti programmi televisivi, si sono visti gli esponenti pentastellati ripetere svogliatamente, quasi macchinalmente che un simile progetto di cambiamento non dovrebbe venire da un leader non eletto? L'argomento non è infondato: seppure l'ordinamento della Repubblica non prevede l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, è anche vero che, in considerazione del discutibile percorso che lo ha portato al potere, l'ultima cosa che poteva fare Renzi era quella di imbarcarsi in un progetto di radicale riforma costituzionale. Ma sottolineando questo, non si entra nel merito della riforma e dei rischi ad essa connessi, che sono meglio individuati da un Comitato di matrice liberale, significativamente denominato Comitato per le libertà dei cittadini, No al peggio.
La logica da cui muove tale realtà non è quella del rifiuto di qualsiasi modifica alla Costituzione, che può anche essere toccata - come dice il Manifesto del Comitato - ma "per dare più poteri ai cittadini e non (...) per diminuirli".
Tra i diversi aspetti inquietanti della Riforma segnalati nel Manifesto, vi è la cancellazione, "nelle istituzioni" del "bilanciamento dei poteri", con l'accentramento di "tutto nel Governo e nella figura del suo Capo".
Di più, in un comunicato diffuso oggi il Comitato denuncia "il raggiro" con cui vogliono farci credere che credere che "l’amara medicina di restringere la partecipazione e la possibilità di scelta di ciascun cittadino, sarebbe l’unica terapia per i mali del paese".
Invece, in questo caso risulta più lecito parlare di un "veleno" perché porta a "che fondare il governo solo sul potere e sulla lotta tra i capi per esercitarlo", provocando "sicuramente il declino delle condizioni di convivenza e delle istituzioni".
In virtù di queste preoccupazioni, il Comitato invita tutti a non astenersi, esprimendo un no che potrebbe evitare nuovi e gravi problemi al paese.

Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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