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(17 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Il M5S … la rivolta in Francia … la Brexit … e il Presidente Abete …

(28 Giugno 2016)

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Luigi Abete

Sulla vittoria, in tutti i ballottaggi o quasi a cui ha partecipato, del M5S, ma il discorso vale pure per De Magistris a Napoli e per i successi qua e là di liste civiche assolutamente fuori dai partiti tradizionali e in qualche caso locale, ma ben vicino e ben legato a grossi centri nevralgici, anche vetero-comuniste, non crediamo ci sia molto da dire, i fatti parlano da soli.
Semplicemente comincia qua è là, in forma fatalmente eterogenea e contraddittoria come avviene per tutti i sommovimenti di massa, una reazione forte, oltre che agli scandali, in particolare quelli specifici romani , alle logiche iperliberiste e banco centriche non solo dei governi locali e di quello nazionale di Renzi ma anche ai vincoli altrettanto iperliberisti e bancocentrici della Ue che tramite il “patto di stabilità” finiscono per incidere anche nelle politiche sociali dei singoli comuni.
Per quanto attiene la situazione romana, che ha una rilevanza comunque enorme in sé, non c’è dubbio che la vittoria elettorale del M5S creerà problemi ad alcune mene ben precise riguardanti anche Bnl/Bnp Paribas, dai numerosi “cambi di destinazione d’uso” di immobili rispetto ai quali le gestioni precedenti del Campidoglio, compresa l’ultima di Marino, erano state, da Piazza Albania fino a Via S. Basilio 45, quantomeno molto “generose”. Per non parlare poi delle varie operazioni, da quella di Tor di Valle ( con la pesante implicazione del palazzinaro Parnasi, fortemente “esposto” con Bnl , tra l’altro è quello che costruì a suo tempo Aldobrandeschi e che sta ultimando, con notevole ritardo, Tiburtina) che probabilmente finiranno per saltare a quella futuribile, ancora più a rischio, riguardante le Olimpiadi fino poi all’annunciato problema della “ristrutturazione del debito” del Comune che la nuova giunta proporrà, da posizioni di forza, alle varie banche creditrici tra le quali, anche come tesoriere ufficiale, non manca certo appunto Bnl/Bnp Paribas.
E, sinceramente, il fatto che i futuri assessori comunali, direttamente competenti in queste materie, all’Urbanistica ( dato certo) e al Bilancio ( dato questo invece ancora non certissimo) rientrino nel giro più “militante” dei movimenti sociali romani dei quali da sempre facciamo parte e siano anche nostre dirette e buone conoscenze personali assume per noi caratteristiche ancora più simpaticamente divertenti.
Sulla rivolta sociale in essere in Francia contro la sostanziale scopiazzatura del Jobs Act nostrano di Renzi, rivolta che continua imperterrita nonostante la feroce repressione poliziesca, ci siamo già espressi più volte. Si tratta di una esemplare reazione di massa, su un piano più strettamente sindacale e sociale che non direttamente politico ma che poi fatalmente finirà anche per incidere sulla politica propriamente detta, alle politiche sociali appunto iperliberiste e bancocentriche dettate dalla Ue e dalla Troika. Che mette completamente a nudo l’assoluta insipienza e complicità dei nostri sindacati/istituzione che sulla analoga legge di Renzi sono rimasti sostanzialmente fermi ed accondiscendenti, E che vede, anche qui cosa per noi simpaticamente divertente, pure le sedi bancarie in generale ed anche quelle di Bnp Paribas in particolare, come i più frequenti obiettivi materiali dei cortei e delle manifestazioni.
Dulcis in fundo, la BrExit inglese. Ammettiamo che la vicenda non ci aveva particolarmente appassionato in maniera preventiva. Alcune oggettive componenti iper-nazionalistiche ed a tratti xenofobe (anche se forse eccessivamente e strumentalmente amplificate dai nostri media asserviti alla Ue) della campagna per la BrExit non erano certamente nelle nostre corde. Ma poi il risultato del referendum dei giorni scorsi, con l’ evidente ruolo decisionale della working-class dei tradizionali insediamenti operai e della middle-class impoverite ( anche se molto meno che da noi) dalla crisi economico/finanziaria, ha finito per fare giustizia anche di queste letture mediatiche strumentali e quindi anche il voto inglese finisce per potersi annoverare tra le reazioni, pur diverse e fatalmente contraddittorie, alle già citate politiche iperliberiste e bancocentriche della Ue e della Troika.
E poi altre situazioni al limite, come Spagna , Portogallo e l’immancabile tartassata Grecia.
E, parlando sempre di sensazioni simpatiche e divertenti, non possiamo nascondere la estrema soddisfazione per le facce contrite ed a lutto che escono dai nostri teleschermi in questi giorni. Facce a lutto non solo di politici veri e propri, di sedicenti giornalisti ed esperti asserviti e leccapiedi, ma anche e soprattutto di managers finanziari e di banchieri.
E tra queste quella, qualche sera fa, del Presidente di Bnl Luigi Abete, anche se, come spesso capita, presentato in quella occasione in veste diversa da questo incarico. Ed anche se poi alla fine è stato lui a ricordare il suo ruolo Bnl, buttandola retoricamente sul fatto che Bnl/Bnp Paribas avrebbe chiesto al Comune di Roma di intitolare il tratto di strada dove è ubicato il nuovo centro direzionale di Tiburtina ad Altiero Spinelli, uno degli autori del manifesto federalista europeo redatto al confino politico di Ventotene durante il ventennio fascista.
Cosa c’entri l’impostazione originaria federale/europeista/ socialmente progressista di Spinelli, di Colorni e di tanti altri detenuti politici del regime mussoliniano con questa Europa qua, predominio assoluto appunto della peggiore finanza d’affari globale, la stessa che aveva spalancato in Italia le porte al fascismo, proprio non si sa.
E cosa c’entrino figure storiche eroiche e specchiate come Spinelli e Colorni ( che, tanto per ricordare, fu ucciso nel 1944 dai fascisti alla immediata vigilia della liberazione di Roma e del quale ci siamo ritrovati per decenni a ricostruire ogni volta la lapide commemorativa in Via Livorno, spaccata decine di volte dai fascisti della dirimpettaia sede prima del Msi e poi di AN) col generone romano affarista democristiano, e poi post-democristiano, quello degli inciuci consumati sulle terrazze delle feste trim alcioniche e mignottesche immortalate da Dagospia e quasi sempre offerte proprio dai munifici palazzinari, generone romano di cui è estremamente rappresentativo proprio il Presidente Abete, si capisce e si sa ancora meno.
Come più o meno recitava Bob Dylan “ Qualcosa sta succedendo nel mondo, ma tu non sai cosa, vero Mr. Jones ?”.
La resa dei conti generale fatalmente si avvicina. E noi abbiamo buona memoria delle tante carognate, a cominciare da certi licenziamenti infami decisi ai vertici Bnl/Bnp Paribas, e certamente non ci faremo trovare impreparati.
26 Giugno 2016

InfoAut Bnl – Redazione

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