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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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L'Italicum e i "soloni" dell'inemendabilità

(3 Luglio 2016)

La calendarizzazione alla Camera di una mozione di SI per valutare gli aspetti ritenuti incostituzionali dell'Italicum, se non ha di per sé riaperto la partita per rimettervi mano, ha sicuramente avuto il merito di far emergere i doppi ed i tripli giochi che da anni caratterizzano la discussione sulla legge elettorale.
Renzi è un baro, ha tuonanto Grillo.
Premesso che ufficialmente Renzi e i renziani continuano a rimanere fedelissimi al pessimo testo licenziato dal Parlamento, ma anche se fosse?
Anzi, diciamo che Renzi è sicuramente un baro.
L'Italicum allora non si tocca per far dispetto a Renzi che è un baro?
Sino a ieri l'Italicum era la madre di tutte le emergenze democratiche, ma dopo la mozione di SI, che per l'appunto ne richiama l'anti democraticità, no, non lo è più?
Dice qualcuno che gli italiani hanno altre urgenze, e che l'esercizio della sovranità, dopo oltre 20 anni, potendo finalmente utilizzare una legge elettorale costituzionale, macché, lo sanno tutti che con la legge elettorale non si mangia.

Del resto, poi, continuano quelli usi a rilanciare più in alto per avere la scusa per non fare, l'Italicum non potrebbe essere emendato: va cancellato e riscritto.

Ma perché l'Italicum non potrebbe essere emendato?

Il ballottaggio è un trucco per aggirare la sentenza della Consulta sulla soglia minima di voti per l'assegnazione del premio di maggioranza?
Certamente sì, per cui si cancella il ballottaggio è il problema non c'è più.

Il 40% di voti, per l'assegnazione del premio di maggioranza, è una soglia minima di voti ancora troppo bassa?
Giusto, alziamo questa percentuale: 45%? 48%?

Non ci piaccioni i capilista bloccati?
Un tratto di penna e non ci sono più.

Insomma, con due o tre emendamenti l'Italicum diverrebbe una legge proporzionale con moderato premio di maggioranza e con soglia di sbarramento al 3%.
Per la miseria, quasi che in Germania.
A proposito: per far dispetto ai tedeschi, con un'altra riga si potrebbe cancellare anche la soglia di sbarramento.

Chiarito, quindi, che l'Italicum è sin troppo facilmente emendabile, come e perché sostenere il contrario?
Perché va sostituito?
Ma soprattutto, con cosa sostituirlo?

Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, è ripartito alla carica con il suo Democratellum, un impianto di legge elettorale non meno truffaldino dell'Italicum.
Un proporzionale sensibilmente corretto che riprende la legge elettorale spagnola ed in grado, come l'Italicum, di regalare un ricco pacchetto di seggi alla prima forza politica sino al raggiungimento di una facile maggioranza con un consenso elettorale intorno al 40% dei voti: un premio non dichiarato ma che c'è, così come più volte esposto dal deputato di punta Toninelli.
Ma peggio dell'Italicum, pur in assenza di soglie di sbarramento esplicitamente previste, per la metodologia adottata per il calcolo e la distribuzione dei seggi, divisore corretto su base circoscrizionale e tante piccole-medie circoscrizioni con pochi seggi da assegnare, la soglia di sbarramento implicita si attesterebbe, dai conti fatti dallo stesso M5S, intorno al 5% a livello globale (per approfondimenti: http://www.riforme.net/2014/rass14-11.htm). E sappiamo bene a cosa servano le alte soglia di sbarramento, esplicite o nascoste che siano: condizionare il voto degli elettori per costringerli alla logica del voto utile, cioè non sprecare il loro voto scegliendo forze politiche minori, a tutto vantaggio di quelle maggiori. E questo condizionamento sarà particolarmente sentito per quelle circoscrizioni dove lo sbarramento implicito sarà di gran lunga superiore al 5%.

Ma non c'è solo il Movimento 5 Stelle a sostenere che l'Italicum non si può emendare.
Tra le varie ipotesi in campo di sostituzione in toto, eccoli di nuovo qui i nostalgici del Mattarellum, formalmente all'attacco dell'Italicum, ma sostanzialmente a sostenere i medesimi difetti.
Sono contrari ai capilista bloccati, ma nulla da dire contro quei candidati dei collegi uninominali che sì, erano tutti bloccati. Il voto, infatti, che serviva per favorire la maggioranza parlamentare per la lista preferita dall'elettore, coincideva con il nome dell'unico candidato per la lista presente nel collegio. Più nominati di così!
E guai a riflettere sul regalo di seggi che il Mattarellum potrebbe essere in grado di assegnare ad una forza politica anche solo al 30%. Anche in questo caso, nessun premio di maggioranza dichiarato, ma se per vincere il collegio è sufficiente prendere un voto in più e li vinci tutti o buona parte con un consenso elettorale intorno al 30-35%, altro che Porcellum o Italicum. Anzi, a ben vedere, ancor più incostituzionale.

È bene quindi chiamare le cose con il loro vero nome: rifiutare di discutere di modifiche all'Italicum nasconde soltanto l'interesse a che non si discuta la sostanza dell'italicum, e cioè il facile premio di maggioranza.
È questa la vera posta del contendere che oggi interessa a pochi mettere in discussione.
Il resto ... tutte chiacchiere!

Franco Ragusa - Riforme.net

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