">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

F35

F35

(14 Maggio 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Flessibili, precari, esternalizzati)

Abd Elsalam, a Piacenza un altro operaio assassinato in nome del profitto

(20 Settembre 2016)

piacenza corteone 2

Nei giorni scorsi ai magazzini GLS a Piacenza è stato assassinato Abd Elsalam Ahmed Eldanf, un operaio egiziano, padre di 5 figli, e un altro facchino è stato ferito. È stato ucciso a un picchetto organizzato dall’USB, mentre protestava contro la precarietà degli appalti e per il rispetto degli accordi contrattuali, costantemente messi in discussione dalla GLS. È stato schiacciato da un tir guidato da un crumiro, istigato dai dirigenti GLS a sfondare il picchetto per ripristinare la macchina, inceppata, dei profitti aziendali. Tutto è avvenuto sotto l’occhio delle forze dell’ordine, presenti in questa occasione, come in tante altre, fuori e dentro le fabbriche, a difesa degli interessi delle imprese.

Ad Ahmed, a sua moglie, alla sua famiglia, come ai tanti altri nostri compagni di lavoro che ogni giorno vengono ammazzati nelle fabbriche, nei campi, nel sistema degli appalti-subappalti-cooperative, in Italia come nel mondo, va la nostra calda solidarietà di classe!

Le istituzioni locali e nazionali e i loro tirapiedi nei mezzi di informazione e nella magistratura stanno tentando di minimizzare l’episodio dando tutta la colpa al camionista, per sviare l’attenzione dai veri responsabili di questo assassinio: le grandi imprese, i padroni delle cooperative, e il governo che dà loro carta bianca. Sperano che la morte di Ahmed sia presto dimenticata, e con essa gli scioperi proclamati dai lavoratori della logistica da multinazionali come SDA, BRT, GLS.

Questa propaganda fa a cazzotti con la realtà!Da anni le lotte dei lavoratori della logistica sono represse violentemente da padroni e stato! In molte occasioni, durante scioperi e picchetti, si è sfiorata la tragedia, e non si contano gli episodi di lavoratori e di militanti del SI-Cobas e di altri sindacati di base aggrediti e minacciati dai padroni, dalla polizia, da teppisti assoldati per difendere questo sistema di sfruttamento, e in alcuni casi perfino dai sindacati confederali.

L’uccisione di Ahmed non è una tragica fatalità. È frutto dell’azione delle multinazionali della logistica e del sistema delle cooperative che – forti del sostegno del governo e del Ministro del lavoro Poletti, ex presidente di Lega Coop – puntano a un salto di qualità nella vera e propria guerra contro i lavoratori della logistica e l’intera classe dei salariati. L’acuirsi della crisi non ammette più nessun inceppamento della macchina del profitto. Non è più consentito ribellarsi per ottenere diritti, sicurezza, migliori condizioni di lavoro, rispetto dei contratti, come hanno fatto in questi anni i lavoratori della logistica, in gran parte immigrati come Ahmed.

Il brutale omicidio di Ahmed non è rivolto solo contro i lavoratori della logistica; è un messaggio terroristico dello stato e dei padroni contro chiunque osa ribellarsi alla schiavitù del sistema degli appalti, del profitto, della produttività, contro l’insieme della classe lavoratrice, compresi i lavoratori metalmeccanici, alle prese con il rinnovo contrattuale. Un messaggio che ha il sostegno del governo Renzi, che da anni sforna leggi contro i diritti dei lavoratori e contro il diritto di sciopero.

C’è un solo modo per non dimenticare Ahmed, la sua lotta e quella dei suoi compagni: riconquistare fiducia nella nostra forza, lottare con più decisione contro i padroni e puntare alla caduta del governo Renzi dalla piazza. In molte città i lavoratori stanno organizzando cortei e presidi unitari in solidarietà ad Ahmed e ai suoi compagni di lavoro. In diversi magazzini della GLS e della logistica sono stati proclamati scioperi di protesta. Sono state indette iniziative anche dalla Filt-Cgil e dalla Fiom in Lombardia e qui a Marghera.

Sono primi passi. Non fermiamoci qui! Organizziamoci in coordinamenti di lavoratori, che uniscano lavoratori italiani e immigrati, lavoratori degli appalti e diretti della Fincantieri, al di là delle appartenenze sindacali, contro ogni delega sindacale, per l’abolizione del sistema degli appalti, per la parità di condizioni tra lavoratori italiani e immigrati, tra lavoratori dei diversi settori, per la caduta di questo governo anti-operaio!

19 settembre 2016

Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri

3745