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REGIME E REPRESSIONE: VIETATO PROTESTARE CONTRO LA “LEOPOLDA”

(5 Novembre 2016)

Queste le notizie in arrivo da Firenze:

Diverse centinaia di persone si sono ritrovate in piazza San Marco, a Firenze, per il corteo organizzato contro il governo Renzi, il referendum e la Leopolda. “Lo abbiamo già detto ieri e lo ribadiamo ora non accettiamo il divieto imposto dal questore, è nostra intenzione arrivare alla Leopolda”, ha detto Luca Toscano, uno degli organizzatori della manifestazione.
Secondo gli organizzatori della manifestazione “il presidente del consiglio continua con la sua idea folle verso questa città e verso il Paese che considera il cortile di casa sua”.
In seguito : Così alle 16 sono scoppiati gli scontri.

All’interno della “Leopolda” interventi di chiaro segno reazionario rispetto a questi fatti in particolare da parte del Sindaco di Firenze Nardella, a conferma del clima di pura repressione che si cerca di instaurare nella realtà italiana.
Resi molto nervosi dalle prospettive referendarie che non appaiono così trionfali come pensavano si realizzassero, gli esponenti dell’establishment del PD reagiscono utilizzando la polizia.
Un segnale di negazione del dissenso che si verifica anche in tante altre situazioni non solo nel nostro Paese, di repressione, di conferma di “regime”.
Improvvisare una “zona rossa”a difesa di una semplice riunione di partito, qual è in effetti la riunione della Leopolda, appare atto estremamente offensivo per la democrazia e la libertà di manifestazione garantita dalla Costituzione : ma, si dimenticava, è proprio la Costituzione l’obiettivo di lor signori.
Distruggere la Costituzione nella sua essenza di richiamo fondamentale alla pluralità della rappresentanza politica è lo scopo di chi sta al Governo e alla Leopolda.
Una giornata, quella fiorentina,al termine della quale non è il caso di cadere in provocazioni tentennando nel giudizio e concedendo qualcosa: le manganellate della polizia a difesa degli attentatori della Costituzione rappresentano l’occasione per migliore per ribadire con forza il nostro NO nel referendum del 4 Dicembre.

Franco Astengo

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