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(La tolleranza zero)

Migranti. Rapporto 2016, in 10 mesi morte 4.899 persone, 3.654 nel Mediterraneo

(17 Novembre 2016)

migranti croce

Nei primi 10 mesi del 2016 sono stati 4.899 i migranti morti nel tentativo di raggiungere l'Europa; di questi 3.654 hanno la perso la vita nel Mediterraneo. E' uno dei dati più significativi emersi dal Terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2016, presentato il 16 novembre.


Nel 2015 sono state 65 milioni le persone costrette a lasciare in maniera forzata il proprio Paese, una massa enorme, composta da 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo.

Lo studio, realizzato da Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e dal Servizio centrale dello Sprar, in collaborazione con l'Unhcr, ha calcolato circa 34mila persone al giorno che nel 2015 sono state costrette a fuggire dalle proprie case per l'acuirsi di conflitti e di situazioni di crisi.

Per il numero degli arrivi nel nostro Paese, secondo quanto certificato dai ricercatori nei primi 10 mesi del 2016 questi hanno sfiorato le 160mila unità (159.432), dato che fa segnare un incremento del 13% rispetto al 2015. Lo studio ha contato poi, nello scorso anno, 1 milione e 393.350 domande di protezione internazionale nell'Ue, ambito che vede la Germania primeggiare con 476.620 istanze presentate (il 36% del totale), seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia.

Questi ultimi 5 paesi raccolgono tutti insieme il 74,8% delle domande presentate nel Vecchio Continente. Ma non tutti nel frattempo hanno trovato ospitalità nell'Ue: lo scorso anno il 98% dei rifugiati ha optato per altri Paesi, su tutti la Turchia, con 2,5 milioni di persone, seguita dal Pakistan (1,6 milioni) e dal Libano (1,1 milioni).

Ancora nel 2015 i principali paesi di origine dei migranti sono stati la Siria (4,9 milioni), l'Afghanistan (2,7 milioni), e la Somalia (1,1). Tra le richieste delle organizzazioni che hanno redatto il Rapporto alcune riguardano le tematiche legate alle frontiere. In una si sollecitano i Paesi Ue ad "ampliare i canali umanitari in ingresso nell'Ue, anche attraverso il rilascio di visti da richiedere alle ambasciate dei Paesi di transito e origine".

Ipotesi questa caldeggiata dal sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, intervenuto alla presentazione, per il quale "questo è un punto centrale per cercare di dare una soluzione strutturale a un fenomeno strutturale. E quando 3 Regioni italiane chiedono sull'immigrazione lo stato di emergenza vuol dire - ha sottolineato - che ancora non si è ben compresa la strutturalità della vicenda, condizione che si supera soltanto con un importante cambiamento culturale".

Il segretario generale dell'Anci, Veronica Nicotra, ha ribadito l'impegno dei Comuni "a concorrere a organizzare un sistema di accoglienza e integrazione stabile, che superi la gestione emergenziale e dia risposte al disagio di molte comunità, eliminando gli addensamenti e assicurando controllo".

Il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego, ha acceso un faro sulla situazione dei minori non accompagnati, "ambito numericamente quasi raddoppiato nel 2016 rispetto al 2015, che vede un'accoglienza fatta ancora in strutture straordinarie (12mila su 14mila)".

Un altro dato sugli sbarchi lo ha fornito il capo del Dipartimento immigrazione del Viminale Mario Morcone: rispetto all'anno scorso, ha fatto sapere durante un'audizione al Senato, i migranti giunti sulle coste italiane sono aumentati del 16,4% e nei prossimi giorni il loro numero supererà la cifra record dei 170mila del 2014.

17-11-16

DirittiDistorti

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