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Grazie Londra

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(27 Marzo 2011) Enzo Apicella
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Un po' di verità sugli stipendi pubblici

(31 Gennaio 2017)

Chiunque abbia il coraggio di guardare quei programmi televisivi basati su un salotto in cui parlano persone più o meno famose, si sarà imbattuto in qualche servizio relativo ai cosiddetti fannulloni e furbetti del pubblico impiego, impegnati a fruire - in modo truffaldino - d'un lauto stipendio.
Una rappresentazione della realtà che, muovendo da casi in fondo circoscritti, tende a far considerare indistintamente gli impiegati pubblici come dei privilegiati.
A smentire questa lettura semplicistica della realtà ci hanno pensato, in questi mesi, i Delegati e lavoratori indipendenti di Pisa, impegnati - tra le altre cose - a portare avanti un prezioso lavoro di controinformazione al riguardo. In un comunicato diffuso ieri - intitolato "Stipendi pubblici (e non solo loro) in caduta libera" - viene rilevato quanto "la sottoscrizione dei contratti pubblici" sia "un percorso pieno di ostacoli e prevede numerose merci di scambio", tra le quali "normative nuove e svantaggiose in materia di permessi e malattia". Per non dire del fatto che gli 85 euro di aumento medio promessi da Renzi prima del referendum (allo scopo di guadagnare consensi alla sua discutibile riforma costituzionale), mancano d'una effettiva "copertura finanziaria", tanto che l'attuale Presidente del Consiglio "Gentiloni ora si trova impegnato nella difficile impresa di "trovare le risorse" necessarie a non smentire categoricamente il predecessore. Fanfaronate strumentali di Renzi a parte, nello scritto in questione si sottolinea come "la crisi salariale nel pubblico impiego", già affrontata dai Delegati e Lavoratori Indipendenti di Pisa, venga "ora (....) analizzata" anche "dalla stampa nazionale".

Ciò, sulla base di un "dossier" dovuto alla "Ragioneria generale dello Stato" e legato al "nuovo conto annuale del personale", in cui "si ricorda che in Italia dal 2009 ci sono 3 milioni di" dipendenti "con gli stipendi bloccati", per una perdita media del potere d'acquisto "del 6,2%". Tra i più danneggiati i lavoratori della scuola ("meno 10,4%"),
quelli delle "agenzie fiscali", per i quali la "perdita (...) supera l’8%".
Non mancano, però, "lavoratori pubblici" che continuano a passarsela bene ed "infatti prefetti e magistrati aumentano i loro stipendi del 6,2 per cento".

Inoltre, al di là della retorica corrente, va evidenziato che "la spesa per il personale è in continuo calo" e per diverse ragioni, tra cui il fatto che "su 4 pensionati viene fatta una sola assunzione" e che "le riorganizzazioni operate dalla Madia hanno colpito in numerosi comparti il salario accessorio". Un fenomeno che rischia di approfondirsi, perché "lo sbilanciamento della dinamica contrattuale a favore del secondo livello" può comportare tagli ad altre indennità.
Peraltro, secondo la stessa "Ragioneria, tra l'anno 2011 e 2015 le indennità medie si sono ridotte in termini reali del 9,2%", con punte particolarmente alte "nelle agenzie fiscali" e "negli enti territoriali". Di più, come si diceva in principio, i soldi sinora stanziati nella trattativa per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, ben lungi dal garantire la copertura delle ormai arcinote promesse renziane, possono al massimo portare ad un "aumento" inferiore ai "40 euro in media".

Se l'esecutivo Gentiloni vorrà tenere fede agli impegni presi da Renzi, probabilmente ciò comporterà ulteriori "tagli al (...) salario accessorio, alle indennità" e "alla contrattazione di secondo livello", per non dire del "blocco del turn over" e di nuove "decurtazioni in caso di malattia", in aggiunta a quelle già analizzate dai Delegati e Lavoratori Indipendenti di Pisa.
Insomma, il mondo fatato in cui si dice vivano gli impiegati pubblici esiste soltanto in alcune ricostruzioni giornalistiche, a un tempo legate alla necessità di giustificare le attuali politiche penalizzanti rispetto a questo composito settore del mondo del lavoro e alla volontà di distogliere l'attenzione collettiva dai più assillanti problemi del paese.
Si spera che i lavoratori del pubblico, nei diversi comparti in cui questo è articolato, diano una prova conflittuale e unitaria. Che siano potenzialmente forti, lo testimonia proprio il fatto che, accanto ai servizi giornalistici di quarta lega contro di loro, vi siano pure demagoghi sempre pronti a blandirli con false promesse.

Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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