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(22 Ottobre 2012) Enzo Apicella

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Lotto marzo, sciopero!

Per un femminismo anticapitalista, antipatriarcale e anticlericale

(7 Marzo 2017)

Testo del volantino nazionale per l'8 marzo

women's strike

In molti paesi l’8 marzo di quest’anno le piazze vedranno le donne levarsi nuovamente contro l’oppressione e la violenza.
La dinamica messa in moto dal movimento Ni una menos in Argentina ha trovato riscontro a livello internazionale, per una ripresa generale della lotta delle donne contro il sessismo e l’oppressione sviluppata dalla società borghese.

È ora di fare un’inversione di rotta: autodeterminazione, miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, controllo della nostra vita, libertà di decisione, devono diventare un motore potente di lotta contro tutte le forme di violenza che le donne subiscono, strutturali e funzionali a questa società patriarcale e capitalista basata sullo sfruttamento e sull’oppressione di classe e di genere.

Scioperiamo perché vogliamo:

— L’annullamento delle leggi di precarizzazione del lavoro, a cominciare dal Jobs Act, che ci espongono ai ricatti sociali e sessuali, dalla perdita del lavoro per la maternità alle molestie sessuali: vogliamo il ripristino totale dell’art. 18 e la sua estensione a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, la ripartizione del lavoro esistente fra tutti e tutte con la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga.
— La ricostituzione dei consultori pubblici per le donne, gestiti dalle utenti e dalle tecniche, per un controllo delle decisioni sul nostro corpo nelle nostre mani: vogliamo l’abolizione dell’obiezione di coscienza e l’accesso libero e gratuito all’interruzione di gravidanza e alla contraccezione.
— Vivere libere dall’oscurantismo religioso, liberate cioè dai privilegi e dal potere reazionario della Chiesa cattolica e della CEI: aboliamo il Concordato! Basta 8x1000! Basta insegnamento religioso nella scuola pubblica!
— La cancellazione delle controriforme sulle pensioni, che erodono i nostri tempi di vita, e il ritorno al sistema pensionistico retributivo.
— L’eliminazione dei tagli ai servizi sociali legati alla cura e della pratica della sussidiarietà privata, che aggravano sulle spalle delle donne i carichi del lavoro di cura. La prospettiva deve essere quella della socializzazione del lavoro di cura.
— Un salario garantito a chi è in cerca di occupazione, contro ogni forma di reddito di autodeterminazione o di cittadinanza, che slegato dalla condizione lavorativa non garantisce autonomia, ma al contrario prospetta maggiori probabilità di rinchiudere le donne nell’ambiente domestico.
— L’eliminazione di tutte le leggi securitarie che legittimano la violazione dei diritti delle donne migranti e di fatto le pratiche di violenza diffusa nei loro confronti.

Denunciamo la ripresa della cultura sessista e razzista, sospinta anche dalla recrudescenza dei fondamentalismi religiosi di ogni colore, che alimentano attacchi violenti e ingerenze nella vita delle donne e di tutte e tutti coloro che non si riconoscono nei ruoli di genere imposti da questa società.

Per conquistare tutti i nostri diritti è necessario costruire un fronte organizzato che riapra una nuova stagione di lotte e che in una prospettiva anticapitalista si ponga come obiettivo il rovesciamento della società divisa in classi e l’abbattimento del patriarcato. Perché solo sradicando alla radice le cause dell’oppressione patriarcale e dello sfruttamento capitalista può esserci una vera liberazione delle donne e di tutte le minoranze oppresse.

Partito Comunista dei Lavoratori

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