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(13 Settembre 2010) Enzo Apicella
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La Scuola in sciopero: verso il 17, oltre il 17 marzo

(16 Marzo 2017)

di nuovo usb

Ci siamo. Domani la Scuola sciopera! Nelle scuole, nelle assemblee, su tutti i mezzi di comunicazione a nostra disposizione abbiamo in queste ultime settimane spinto per fare capire l'importanza di questo sciopero, per spiegare di cosa parlino le deleghe, quale sia la partita politica che si gioca oggi sulla scuola. Basta leggere i nostri comunicati, scorrere le notizie del nostro sito, registrare il picco di contatti che abbiamo raggiunto per farsi un'idea.

Chi doveva capire ha capito. Le migliaia di colleghi che abbiamo incontrato in decine di assemblee in giro per l'Italia l'hanno compreso benissimo, quando abbiamo mostrato loro con chiarezza che fine faranno le tutele per i disabili, come sarà organizzato il sostegno, quanto spazio abbiano ormai preso l'alternanza scuola-lavoro e l'Invalsi, che ne sarà dei professionali, come sarà la scuola di domani; e quale sia la considerazione, rispetto alle loro esigenze di mobilità, di un Governo che li prende in giro e li circuisce con false promesse.

L'ha capito benissimo anche la FLC/Cgil, che infatti ha messo in atto alcuni dei più biechi e meschini mezzi per depotenziare lo sciopero, indicendo nella stessa giornata assemblee e corsi di formazione, e ricorrendo a magistratura, corte dei conti ed uffici scolastici regionali per minacciare dirigenti troppo aperti alla democrazia partecipativa delle assemblee indette da USB.

Questo il percorso verso il 17 marzo, data che sta crescendo nella percezione dei lavoratori della scuola e anche di quella parte più attenta e critica del mondo studentesco che sa di avere di fronte un muro e non ha più voglia di andarci a sbattere il muso.
Questo percorso ci parla anche del dopo, della necessità di guardare già da oggi oltre il 17, provando a tradurre in forza organizzata quel che oggi agisce ancora sotto forma di malessere, di contrapposizioni individuali, di scontento diffuso ma indistinto, di protesta latente cui mancano il coraggio e gli strumenti di espressione. Oltre lo sciopero del 17 marzo c'è la questione del soggetto che dà forma a tutto questo, che si struttura nello spazio politico lasciato deserto da chi è ormai da tempo strumento di controllo dei governi e non dovrebbe più chiamarsi nemmeno sindacato, coprendo con le glorie di un passato sempre più lontano di lotte, le vergogne del presente.

In mezzo c'è il 17 marzo, lo sciopero. Basta con i "non serve", "non me la sento", "lo faccio se lo fanno gli altri". Venerdì si sciopera contro la scuola che vuole educare i giovani all'assenza di futuro per questo paese, si sciopera per ridare dignità e qualità al ruolo sociale di docenti e ATA come una unica comunità educante.

Il tempo della rassegnazione e dei lamenti di corridoio è finito per sempre. Chi non si organizza e accetta passivamente tutto questo merita quello che ha.
Ci vediamo in piazza.

USB

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