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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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    TIM E ALITALIA 2 ESEMPI DI PRIVATIZZAZIONI FALLITE: TAGLI AI POSTI DI LAVORO E ALLE CONDIZIONI DI LAVORO.

    I SERVIZI” ESSENZIALI DEVONO ESSERE PUBBLICI!

    (4 Maggio 2017)

    cubuniti

    Art. 43 della Costituzione Italiana

    “Ai fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscono a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.”


    Oggi Lavoratori e sindacati di TIM/Telecom stanno portando avanti una lunga vertenza, iniziata a novembre scorso, per protestare contro: lo smantellamento del contratto aziendale, il nuovo regolamento unilaterale, il taglio delle Ferie e dei Permessi, la scomparsa del Premio di Produzione, il
    controllo a distanza individuale, la flessibilità degli orari di lavoro (vedi il multiperiodale), l'eliminazione del mancato rientro e il piano d’incentivi individuale.
    Mentre la vicenda Alitalia, ha visto l’ipotesi d’accordo che prevedeva - ancora una volta – di far pagare le scelte padronali ai lavoratori sotto forma di tagli al salario alla normativa e ai posti di lavoro, sonoramente bocciata dai lavoratori (67% di “no”), stufi dell’ennesimo ricatto.
    Un esempio eclatante, che segue – a distanza di poco tempo – il caso di Almaviva, dove gli RSU di Roma, rispettando il mandato dei lavoratori, non hanno sottoscritto l’accordo che avrebbe imposto tagli e condizioni lavorative pesanti. Evidenziamo il coraggio che hanno avuto i lavoratori Alitalia e Almaviva
    nel rompere con i ricatti. Come TIM questi esempi hanno visto una ripresa delle lotte e della partecipazione diretta dei lavoratori, un segnale indubbiamente importante, un freno a nuove sconfitte dei lavoratori, che alimenta speranze per un futuro migliore.


    Nelle TLC lo smembramento del settore è iniziato con la privatizzazione di Sip-Telecom, certificato dal livello d'arretratezza di servizi e reti che ci ha portato ad essere tra gli ultimi in Europa. In questo forti sono le responsabilità della politica e delle forze sindacali istituzionali che hanno consentito una
    privatizzazione - liberalizzazione scellerata con perdita di migliaia di posti di lavoro e il peggioramento delle condizioni di lavoro con il taglio dei diritti avvenuta grazie ai vari “rinnovi” del contratto di lavoro.
    Agli inizi degli anni '90 il gruppo Sip-Telecom dava lavoro ad oltre 125.000 persone (oltre a svariate decine di migliaia nelle aziende d'appalto), adesso siamo a poco più di 45.000 unità........... un terzo..... e questo dato già dice molto.
    La soluzione non può essere quella solita dei tagli sui lavoratori e del ricorso agli ammortizzatori sociali.
    Va' riaperta una discussione sull'intero settore legato all'erogazione di un servizio, di un bene comune, quale è il diritto alla comunicazione, è questo può essere secondo la CUB garantito solo con il controllo pubblico, che consenta: forti investimenti, stabilità e sviluppo di posti di lavoro e del servizio.
    Sollecitiamo le istituzioni, le forze politiche e le varie associazioni affinché ci sia una presa d'atto del fallimento della politica di privatizzazione e si inizi un percorso diverso per TIM, Alitalia e tutti i servizi.
    Su questa linea d'azione la CUB sostiene le iniziative di mobilitazione in TIM, Almaviva, Alitalia.


    3 maggio 2017

    FLMUniti-CUB Settore Telecomunicazioni

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