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La guerra è una malattia

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(6 Marzo 2011) Enzo Apicella

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Il nemico è dentro casa

Editoriale del n. 80 di "Scintilla"

(8 Maggio 2017)

La situazione è contrassegnata dal riaccendersi del pericolo di una nuova guerra mondiale, i cui focolai maggiori si trovano in Siria e nella penisola coreana, punti di attrito fra USA, Russia e Cina.
Le azioni dell’imperialismo più aggressivo e pericoloso, quello guidato dal gangster Trump, hanno creato una situazione esplosiva.
Stupidità? Avventurismo? No, il corso della crisi, l’ineguale sviluppo del capitalismo nei differenti paesi, il tentativo di mantenere la supremazia mondiale e affondare i propri rivali, che vogliono sottrarsi dal giogo, conduce inevitabilmente alla guerra per una nuova spartizione del mondo fra potenze imperialiste e capitaliste.
I potenti interessi del complesso militar-industriale contribuiscono al riarmo, all’aumento del militarismo e allo sviluppo di un’economia di guerra, appoggiata dai governi borghesi che finanziano i monopoli bellici con ingenti commesse pubbliche.
La guerra, la reazione politica, la miseria non sono “deviazioni” del capitalismo, ma sue conseguenze inevitabili, forme tipiche della putrefazione capitalistica.
E poiché la borghesia e gli imperialisti oggi sono dappertutto, la preparazione del macello, l’avanzare della reazione e della miseria procedono ovunque.
Da ciò ne deriva che i proletari di tutti i paesi devono imparare a vedere dentro casa il loro nemico principale.
Questo nemico si chiama borghesia, una classe che sparge sempre più lo sciovinismo, il nazionalismo e il razzismo come armi ideologiche - che si diffondono grazie alla rinuncia persino del più blando pacifismo da parte dei signori riformisti - che servono a preparare la guerra e far scannare fra di loro i proletari e i popoli.
Ai tentativi della borghesia imperialista di dividere e arruolare gli operai richiamandosi ipocritamente alla “difesa della sicurezza, della democrazia, della libertà”, gli operai coscienti – a 100 anni dall’Ottobre Rosso - devono rispondere con nuovi e continui sforzi per stabilire l’unità degli operai delle diverse nazioni nella lotta per abbattere il dominio della borghesia di tutte le nazioni.
Per adempiere a questo compito serve un Partito indipendente e rivoluzionario del proletariato, risultato di un processo dialettico in cui convergano i migliori elementi del proletariato e i comunisti che sono sul terreno del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario.

Da "Scintilla" n. 80, maggio 2017

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